Covid e Putin, ecco perché due guerre non ce le possiamo permettere
Due grandi emergenze moltiplicano gli effetti negativi e ora si rischia di mandare definitivamente in «tilt» il mondo produttivo
di Giancarlo Mazzuca
2' di lettura
È proprio vero che guerra chiama guerra. Dopo diversi anni di relativa pace, la guerra del Covid ha mietuto migliaia e migliaia di vittime ma ha fatto pure registrare pesantissimi contraccolpi sul fronte economico. Solo a cavallo tra il 2021 ed il 2022 la situazione congiunturale aveva cominciato a voltare pagina, almeno così sembrava, con positivi riflessi sul «made in Italy» che aveva ripreso ad andare a tutto gas dopo un lungo periodo di «blackout». Ma ecco che, a complicare la situazione molto delicata, è arrivato il conflitto in Ucraina che ha fatto saltare tutte le previsioni di grandissima ripresa dopo lo stop forzato cominciato nel 2019.
L’effetto di due grandi emergenze
È successo, anche sul piano economico, come dimostra l'ultimo “venerdì nero” in Borsa, la cosa peggiore che potesse capitare: mettere assieme due grandi emergenze così da moltiplicare gli effetti negativi e ora si rischia di mandare definitivamente in «tilt» il mondo produttivo che era appena uscito dal tunnel.
Se avevamo dimostrato, almeno così sembrava, di essere stati capaci di rimetterci in piedi, pur prostrati dagli effetti negativi del Covid-19, quasi tutto è stato vanificato dagli effetti di una nuova pandemia scoppiata nel febbraio scorso: quella del Putin-22. Se, per qualche tempo, c'eravamo illusi che il conflitto dalle parti di Kiev si sarebbe risolto nel giro di poche settimane, adesso la realtà lascia poche speranze: così non è stato. La situazione bellica continua a peggiorare ed i negoziati di pace non decollano. In questo giugno sempre più caldo abbiamo potuto verificare ampiamente che due guerre in contemporanea non ce le possiamo proprio permettere: qui tutto il mondo rischia di andare a catafascio.
Il rischio di una Waterloo
Ecco perché, se non riusciamo a mettere subito la parola “fine” agli attacchi russi in Ucraina – cosa che, al momento, sembra molto difficile -, dobbiamo fare in modo che la guerra precedente, quella del Covid, sia completamente debellata. In altre parole, dobbiamo fare in modo che non ci sia il bis dell'anno scorso quando, alla fine dell'estate, il contagio riprese vigore e la situazione sanitaria tornò ad essere emergenziale. Ma oggi molti mass-media sembrano avere allentato la guardia sull'epidemia e quasi nessuno ne parla più, tanto che, nei vari «talk show», i virologi sono stati completamente rimpiazzati dai generali.
Sarebbe invece importante non staccare la spina dell'attenzione generale sul Covid perché se – tocchiamo ferro – in autunno ci dovesse essere un nuovo ritorno di fiamma del contagio, sarebbe davvero una Waterloo su tutti i fronti per una semplice ragione: l'effetto è devastante quando si mettono assieme due gravissime emergenze. E anche sul piano economico i contraccolpi continuerebbero ad essere pesantissimi: tra gas, petrolio, grano, materie prime ed inflazione sempre più in orbita, ci sarebbe davvero il rischio di un nuovo Ventinove per il mondo intero. In attesa che decollino questi benedetti negoziati con il Cremlino, cerchiamo quindi di fare pace con il Covid mettendolo definitivamente in soffitta.
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