Report Fiaso

Covid, l’età media del ricovero? 63 anni per i non vaccinati. 74 per i vaccinati con due dosi

La presenza di patologie pregresse continua a essere più alta tra chi ha scelto di immunizzarsi

di Nicola Barone

Obbligo di vaccino anti-Covid in Italia per oltre 4 milioni di lavoratori

3' di lettura

Aumentano i ricoveri Covid. Ma aumentano soprattutto i posti letto in rianimazione occupati da di chi non è vaccinato a quota +17%. È quanto emerge dal report della Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, con i dati relativi agli ospedali sentinella di Fiaso rilevati il 30 novembre. L’eta media di chi deve fare ricorso a cure ospedaliere differisce a seconda che si tratti di vaccinati e non.

Lo scudo contro le forme gravi

«Il trend dei ricoveri Covid è in progressiva crescita e accelerazione. In una settimana è aumentato del 16%», si evidenzia nel resoconto. «Parzialmente differenti i dati relativi alle terapie intensive in cui i pazienti crescono a un ritmo inferiore - evidenzia la Fiaso -. I ricoveri in rianimazione fanno registrare un aumento di sole 7 unità, pari al 9%, e si tratta esclusivamente di non vaccinati: nelle terapie intensive aumentano del 17% i pazienti non vaccinati mentre diminuiscono del 10% i vaccinati. La diminuzione dei vaccinati nelle intensive, nonostante l'aumento complessivo dei ricoverati, è un segnale positivo circa la protezione del vaccino dalle forme gravi».

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Incidenza delle comorbidità

Sono in tutto 810 i pazienti monitorati dallo studio Fiaso contro i 697 del 23 novembre. L’incremento sembra anche accelerare rispetto all’ultima rilevazione quando il tasso di crescita era stato leggermente inferiore, pari all'11%. A conferma delle precedenti rilevazioni, «l'età media risulta decisamente più bassa tra i non vaccinati: i pazienti positivi al Covid che finiscono in ospedale senza aver ricevuto nemmeno una dose di vaccino hanno in media 63,4 anni a differenza dei vaccinati che hanno 74,7 anni - prosegue il Report - La presenza di patologie pregresse, inoltre, continua a essere più alta tra chi è stato vaccinato: fra i vaccinati i pazienti con comorbidità sono il 71% mentre fra i non vaccinati il 56%. I non vaccinati che vengono ricoverati, dunque, sono in media più giovani e godono di uno stato di salute migliore».

«Campagna vaccinale anche tra i bambini»

«Crescono i ricoveri di non vaccinati, diminuiscono quelli di vaccinati: i dati degli ospedali sentinella Fiaso relativi alle terapie intensive nell'ultima settimana evidenziano come a subire le conseguenze peggiori del Covid siano essenzialmente i non vaccinati», commenta il presidente Fiaso, Giovanni Migliore. «Siamo fiduciosi che l’ampliamento della platea per la terza dose e l’ampia copertura dei fragili proteggerà i soggetti vaccinati dalle forme gravi della malattia. Occorre però intraprendere la campagna vaccinale anche tra i bambini per bloccare la circolazione del virus e per proteggere i più fragili». Il numero di pazienti Covid ricoverati «è in crescita, ma i dati dimostrano che la vaccinazione e la diagnosi precoce influenzano positivamente e in modo sensibile la tipologia di pazienti che necessitano di ricovero e di cure intensive e l'esito della malattia», prosegue Massimo Lombardo, direttore generale della Asst Spedali Civili di Brescia. «È importante proseguire in questa direzione con uno sforzo congiunto di tutti gli attori del sistema. Tutti gli strumenti di prevenzione, tra cui anche l’igiene delle mani, l’utilizzo della mascherina e il rispetto del distanziamento sociale sono ancora necessari se vogliamo ridurre l'impatto della malattia nella nostra comunità».

17 ragazzi ricoverati, 2 in terapia intensiva

Il totale dei pazienti sotto i 18 anni ricoverati negli ospedali sentinella Fiaso è di 17, «di cui 2 in terapia intensiva. Età media 4 anni. I due ricoverati in rianimazione hanno 14 e 11 anni e si trovano all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli e agli ospedali Riuniti di Ancona». «Nella quarta ondata pandemica stiamo assistendo a una crescita di bambini ricoverati per Covid e qualcuno manifesta anche la necessità di cure intensive. L’aggressività del virus non risparmia i più piccoli e, oltre a colpirli con la malattia, li rende potenziali vettori dell'infezione tra gli adulti: ecco perché è necessario procedere con la vaccinazione in età pediatrica. Serve a proteggere i nostri bambini, a frenare la circolazione del virus e anche garantire il diritto allo studio riducendo i contagi nelle scuole e assicurando la regolarità delle lezioni in presenza», commenta il direttore generale dell'ospedale pediatrico Santobono-Pausilipon, Rodolfo Conenna.

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