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Covid, verso la revisione della quarantena ma è scontro sul nome del ministro

La svolta sulla strategia per gestire la pandemia dipenderà molto dalla scelta del nuovo ministro della Salute che dovrà prendere il posto di Roberto Speranza

di Marzio Bartoloni

Covid, Rezza: "Rt a 1.18, sopra soglia epidemica"

2' di lettura

Un evidente cambio di passo sul Covid rispetto all’«era Speranza» che partirà innanzitutto da una revisione dell’isolamento per i positivi: oggi ci sono 500mila italiani chiusi in casa con il virus, ma con l’impennata dei casi di questi giorni a fine mese potrebbero diventare un milione. Per questo la prima misura da cui partirà il nuovo Esecutivo di centrodestra potrebbe essere l’abolizione della quarantena per chi ha il Covid e non ha sintomi - come hanno già fatto altri Paesi - obbligando a restare a casa solo chi ha tosse e febbre: gli asintomatici in pratica usciranno di casa indossando una Ffp2. In alternativa l’opzione minima è quella di togliere almeno l’obbligo del tampone negativo dopo cinque giorni dalla scoperta della positività, sempre se non si hanno più sintomi. Ma le altre novità immediate potrebbero riguardare l’addio al bollettino quotidiano da sostituire con report settimanali e l’esclusione dai conteggi dei ricoveri dei pazienti che hanno scoperto di essere positivi in ospedale dove si trovano per altri motivi e non per una polmonite.

Una svolta sul Covid, questa, che dipenderà molto dalla scelta del nuovo ministro della Salute che dovrà prendere il posto di Roberto Speranza finito tante volte nel mirino di buona parte del centrodestra e cioè di Lega e Fratelli d’Italia. E proprio qui nascono i problemi della nuova maggioranza che arriva spaccata.

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Si è parlato subito di un ministro di area centrista in arrivo da Forza Italia: il primo nome è stato quello di Licia Ronzulli, fedelissima di Silvio Berlusconi, su cui però ci sarebbe già qualche veto. Cresce anche l’ipotesi del lombardo Maurizio Lupi di Noi Moderati. Il problema però è che un nome “politico” proveniente da questa area potrebbe non segnare una frattura decisa con il passato, anche perché soprattutto da Forza Italia è arrivato un sostegno forte a tutte le misure più contestate: dall’obbligo vaccinale al green pass. Ecco perché l’opzione del tecnico cresce ogni ora di più: si va da dall’ex dg dell’Ema e consigliere del commissario Figliuolo Guido Rasi al presidente della Croce rossa Francesco Rocca fino all’outsider e volto noto della tv, l’infettivologo Matteo Bassetti.

Oltre al Covid, con la grana del possibile ritorno delle mascherine, il nuovo ministro dovrà trovare anche più fondi per assumere personale e coprire i buchi lasciati dalla pandemia. Proprio venerdì l’Upb (l’ufficio parlamentare di bilancio) ha segnalato che per il 2021 ci sono 3,2 miliardi di deficit per gli ospedali.

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