Covid, dalla logistica alla distribuzione come cambia il piano vaccini del generale Figliuolo
La Difesa ha messo a disposizione fino a 200 Drive Through (Dtd) richiesti dalla Protezione civile e Asl territoriali. Attualmente ne sono schierati 142 ma a breve ne saranno aperti anche altri
di Andrea Carli
4' di lettura
Le varianti del coronavirus corrono. La campagna di vaccinazione deve accelerare. E lo deve fare in tempi strettissimi. A nemmeno 60 ore dalla nomina a Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 al posto di Domenico Arcuri si delineano già alcuni elementi che caratterizzeranno la strategia che il generale Francesco Paolo Figliuolo metterà in campo per raggiungere un’immunizzazione di massa.Il sistema va potenziato con strutture e personale.
La nuova strategia di gestione della pandemia prenderebbe in considerazione il modello britannico della dose unica di vaccino. Utilizzo dunque anche delle scorte destinate ai richiami, nell’attesa che arrivi il via libera dell’Ema al vaccino monodose Johnson&Johnson (il comitato dell’Agenzia europea del farmaco si riunirà l’11 marzo). L’obiettivo è due milioni di vaccinati in più.
La prima carta: i Drive Through
La parola d’ordine è: “accelerare le vaccinazioni”. La Difesa ha messo a disposizione fino a 200 Drive Through (Dtd) richiesti dalla Protezione civile e Asl territoriali. Attualmente ne sono schierati 142 ma 13 stanno per diventare operativi. Figliuolo ha già sul tavolo una lista dei drive through della Difesa pronti alla riconversione in centri di inoculazione (ad oggi eseguiti circa 1,4 milioni di tamponi). Una prima struttura di questo tipo è stata allestita nella caserma Loris Annibaldi, sede del Centro ospedaliero militare situata nel quartiere di Baggio, a Milano. Attualmente presso questa struttura, in collaborazione con l'Azienda Socio-Sanitaria Territoriale Santi Paolo e Carlo della Regione Lombardia, è in corso la vaccinazione del personale sanitario della Regione Lombardia e degli over 80enni. Ma ora bisognerà studiare quanti ancora Drive Through servono e quale sia il fabbisogno di strutture e personale nelle varie regioni, in particolare quelle in coda alla classifica delle dosi utilizzate. Se non bastasse, la Difesa è pronta ad allestire in tempi record anche delle tendostrutture, così come successo per gli ospedali da campo realizzati in varie città durante la prima ondata del virus.
Il cambio di passo chiesto da Draghi
Il tutto si inserisce nella nuova linea dettata dal capo del Governo. Mario Draghi ha chiesto un cambio di passo, che si raggiungerà solo mettendo in campo un gioco di squadra tra tutti coloro che sono in prima linea, a cominciare dal nuovo capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e dallo stesso Figliuolo. Il motore della macchina organizzativa si è già messo in moto: nelle ultime ore i due hanno incontrato il ministro della Salute Roberto Speranza e la ministra agli Affari Regionali Mariastella Gelmini. È stato un primo giro di ricognizione che servirà a mettere nero su bianco il nuovo piano vaccini. Venerdì 5 marzo si riunirà la Conferenza Stato-Regioni: Gelmini e Speranza illustreranno il nuovo Piano vaccinale. L’incontro sarà in contemporanea con la pubblicazione dei dati dell'ultimo bollettino settimanale dai quali emergerà un'Italia sempre più rosso-arancione.Sullo sfondo, l’esigenza di uniformare tempi e numeri delle somministrazioni nelle varie regioni per dare una sola tabella di marcia alla campagna di immunizzazione.
La flessibilità nel dna delle Forze armate
La nuova strategia parte da una constatazione: le Forze armate sono abituate a essere flessibili e sono capaci di modulare gli assetti in relazione alla mutazione delle condizioni sul terreno. Il Commissario straordinario è comandante logistico dell’esercito. Considerato che ora l’obiettivo è far correre la campagna vaccinale, anche per frenare contagi e varianti prima che si sviluppino resistenze ai sieri, la logistica (intesa come trasporto di persone e materiali e messa a disposizione di strutture per la quarantena) sarà al centro della nuova strategia, forte dell’esperienza che il generale ha maturato su questo settore negli anni. Uno dei ruoli delle Forze armate dovrebbe essere quello di intervenire in caso di ritardi e carenze strutturali delle Regioni.
La stretta connessione tra logistica e somministrazioni
Il personale della Difesa si occuperà, come già avviene nell'hub di Pratica di Mare, di garantire un’adeguata distribuzione delle fiale su tutto il territorio nazionale, in questo affiancato dal personale della Protezione civile (si parla di 300mila volontari, tra medici e logistici, ma alla fine le forze in campo potrebbero essere più contenute). Un impegno che si svilupperà in parallelo a quello delle somministrazioni, che a sua volta vedrà la squadra di Curcio svolgere una funzione di coordinamento, a stretto contatto con strutture sanitarie e medicina del territorio. La Protezione civile nazionale farà da coordinamento e volano delle protezioni civili regionali, con il coinvolgimento del volontariato.
La trasformazione delle stazioni mobili
Non si parte da zero. Da un anno le Forze armate sono in campo nella lotta alla pandemia, sotto la guida del Comando operativo di vertice interforze. La Difesa ha schierato 470 medici e 798 infermieri, operatori sanitari sul fronte dell'emergenza. L’esperienza accumulata, è l’auspicio, garantirà un’accelerazione della campagna di vaccinazione. Nell’ambito dell'Operazione Eos messa in campo per garantire la distribuzione nelle regioni dei sieri sono state consegnate tutte le 463.200 dosi del vaccino AstraZeneca e le 375.500 del vaccino Moderna, arrivate durante lo scorso fine settimana presso l'Aeroporto di Pratica di Mare, hub nazionale della Difesa. Dopo la suddivisione da parte del personale del Ministero della Salute è avvenuta la distribuzione nelle varie Regioni con il concorso di Sda e delle Forze Armate. «La Difesa è pronta a rimodulare, d'intesa con le autorità sanitarie, le attività dei Drive Through per concorrere, se necessario, alla campagna di vaccinazione», ha chiarito il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Si tratta di 142 stazioni mobili in tutta Italia, che da presidio per i tamponi nella prima e nella seconda ondata dell'epidemia si accingono a diventare punti per la somministrazione dei vaccini. È già stato fatto alla Cecchignola e al ministero si prevede di riuscire ad aumentare il numero delle strutture fino a 200.
I nodi da sciogliere
Ci sono anche dei nodi da sciogliere. Dall'avviso pubblico istituto in precedenza dall'ex Commissario Arcuri, potrebbe arrivare l'assunzione a tempo determinato di 3.000 medici e 12.000 infermieri e assistenti sanitari, che sarebbero di supporto al personale già in campo tra ospedali e medici di base. Allo stato attuale tuttavia gli accordi raggiunto sono poco più di 1.700 (si veda anche Il Sole 24 Ore del 4 marzo). In occasione di un’audizione alla Camera dello scorso novembre il Capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli, con riferimento alle esigenze operative indotte dall'emergenza epidemiologica, ha posto l’accento «su significative criticità generali», tra le quali «la disponibilità di personale».
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