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Covid, nessun effetto Cina: la pandemia ora fa gli stessi morti dell’influenza

Nessuna nuova variante minacciosa è spuntata e i numeri della pandemia continuano a scendere

di Marzio Bartoloni

Covid sempre piu' in discesa

3' di lettura

Il capodanno cinese, il primo dall’inizio del Covid che ha visto decine di milioni di cinesi spostarsi dentro e fuori il Paese, è finito ufficialmente lo scorso 5 febbraio. Nessuna nuova variante minacciosa è spuntata e i numeri della pandemia continuano a scendere, come in Italia dove i parametri che contano di più - i ricoveri e i morti - sono in netto calo. Tanto che l’ultimo bilancio settimanale sulle vittime fa pensare molto all’impatto di una influenza che nelle stagioni più dure conta 8-10mila morti. Insomma la pandemia sembra ormai arrivata alla fase di endemia e cioè di convivenza con il virus, con malati gravi e morti molto limitati.

L’epidemiologo Ciccozzi: «Il Covid è diventato una endemia»

«Il Covid ormai è endemico. SI vede da tutte le curve, ma anche dai sintomi della malattia che nella stragrande maggioranza dei casi sono molto leggeri, certo anziani e persone con più patologie devono fare attenzione esattamente come devono fare con le normali sindromi influenzali», spiega al Sole 24 ore Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di statistica medica ed epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma. «Con Omicron il virus ha raggiunto la condizione migliore per lui e cioè massima contagiosità per potersi riprodurre, ma senza provocare danni gravi all’ospite e cioè a noi. È molto difficile che arrivi una variante più patogena anche se nella scienza può esserci sempre qualche sorpresa e per questo è cruciale sempre proseguire nella sorveglianza di questo virus che continuerà a infettarci diverse volte anche per anni, ma questo non deve spaventarci», continua Ciccozzi che ha appena pubblicato uno studio su Biorvix con altri colleghi sull’ultima variante Kraken che nelle settimane scorse aveva suscitato allarme. Uno studio approfondito nelle cui conclusioni si spiega chiaramente che non c’è nessuna evidenza che «XBB.1.5 possa diventare una reale minaccia globale per la salute».

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Per Bassetti «la situazione cinese non preoccupa più»

La conferma sul pericolo sventato dalla fiammata di contagi in Cina, a meno appunto di difficili sorprese sulla mutazione del virus, arriva anche da Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova che ieri in un post su Facebook ha spiegato che «i dati ufficiali e ufficiosi che arrivano dalla Cina ci dicono che il Covid con la variante Omicron ha contagiato 1 miliardo di persone, uccidendo moltissimi anziani. L’ondata iniziata a novembre si sta concludendo lasciando dietro di sé anticorpi e immunità. Si è verificato lo scenario migliore: tantissimi contagi, purtroppo molti morti, ma nessuna variante più difficile. Con la situazione cinese che non preoccupa più, il Covid non è oggi più un problema emergenziale. È una malattia come tante altre depotenziata dai vaccini e dalla elevatissima circolazione avuta con Omicron. Dopo 3 anni abbiamo vinto la nostra guerra». Insomma per Bassetti è l’ora di «mettersi alle spalle il Covid e tutte le sue regole».

I numeri sempre più simili a quelli di una influenza

Anche i report settimanali dell’Iss confermano un trend molto chiaro per il nostro Paese dove la pressione sugli ospedali non si registra da diversi mesi, compresi quelli invernali quando si presume che il virus circoli di più: in particolare se si guarda alle vittime nella settimana dal 3 al 9 febbraio ci sono stati 279 decessi per Covid che diventano 1558 nell’ultimo mese. Se si parte dal fatto che una stagione influenzale di 6-8 mesi può provocare fino a 10mila morti ecco che i numeri del Covid e dell’influenza cominciano ad allinearsi. A difenderci è soprattutto la cosiddetta immunità ibrida derivante dal fatto che la stragrande maggioranza degli italiani è vaccinato ed è stato contagiato almeno una volta. Anche il ministro della Salute Orazio Schillaci si dice ottimista: «I dati settimanali che mi hanno trasmesso dall'Istituto superiore di sanità dimostrano ancora una diminuzione dell'incidenza e un minor numero di pazienti ricoverati. Questo finalmente significa - aggiunge Schillaci - che stiamo uscendo definitivamente da questa pandemia che ha fatto soffrire tutti per 3 anni e possiamo guardare almeno da questo punto di vista con grande ottimismo al futuro».

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