Covid, reinfezioni in crescita: perché donne e giovani sono più a rischio
Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati è salita al 7,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente quando erano il 6,3%
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
2' di lettura
Continua l’aumento delle reinfezioni da Covid. Dal 24 agosto 2021 al 5 giugno 2022 sono stati segnalati 532.755 casi, pari a 4% del totale dei casi notificati. Ma nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati è salita al 7,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente quando erano il 6,3%. Lo indica il Report esteso settimanale che integra il Monitoraggio Covid Iss-Ministero della Salute. Più a rischio i non vaccinati, le donne, , i giovani, i sanitari e chi è stato immunizzato da più di 120 giorni.
Perché donne e giovani sono più a rischio
«Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare», si legge nel Report. Più esposte anche le fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni). «Verosimilmente - si legge ancora nel report - il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d'età over 60 anni»
In crescita la diffusione di Omicron 5
Intanto, l’Iss ha reso noto i risultati dell’ultima indagine rapida sulla prevalenza delle varianti, dalla quale emerge che in Italia il 7 giugno scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.2 predominante (al 62,98%). Sono invece aumentati i casi riconducibili alle più contagiose sottovarianti BA.4 e BA.5, e quest’ultima sale al 23,15% di prevalenza dallo 0,41% della precedente indagine. Attualmente, non c'è evidenza che le infezioni causate da BA.4 e BA.5 siano associate ad un'aumentata gravità delle manifestazioni cliniche rispetto a quelle causate da BA.1 e BA.2
Resta alta efficacia vaccino contro malattia grave
Intanto nonostante le preoccupazioni per la maggiore contagiosità delle “sorelle” di Omicron, come l’ultima BA.5, l’efficacia del vaccino anti Covid nel prevenire casi di malattia severa resta alta: è del 68% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, per arrivare al 87% nei vaccinati con booster. «Stiamo giocando una partita, siamo in vantaggio ma non è il novantesimo. Non dobbiamo abbassare la guardia». Con questa immagine Silvio Brusaferro ha sintetizzato la situazione, rispondendo alla domanda su come potrebbe diffondersi il Covid in autunno e come affrontare il crescente numero di casi degli ultimi giorni.
La convivenza con il virus
Brusaferro ha spiegato che «a fronte di tantissimi infettati o reinfettati, l’impatto ospedaliero e i casi di morte sono limitati. Insomma, conviviamo con il virus, grazie alla copertura immunitaria; la campagna vaccinale ha registrato una adesione del 90 per cento, è un atto di fiducia da parte dei cittadini, e per questo ci guardano anche dall’estero».
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