Covid, rischi in vista dal Capodanno cinese ma l’Oms rassicura. Dagli esperti no ad abbassare la guardia
«Misure precauzionali non siano discriminatorie». Ma con la sorveglianza attiva si potrebbero anticipare le mosse
di Nicola Barone
I punti chiave
3' di lettura
Dal punto di vista scientifico non incombe una minaccia imminente per l’Europa, perché le varanti in circolazione in Cina sono le stesse che circolano in Europa. È la posizione della branca continentale dell’Oms, dopo la raccomandazione formulata dall’Ue agli Stati per interventi di controllo stringenti sugli arrivi. Gli esperti mettono comunque in guardia dai rischi potenzialmente connessi allo scoppio dei contagi nel Paese asiatico. «Se precocemente individuiamo una variante diversa la potremmo tracciare, capendo di cosa si tratta. Si chiama sorveglianza attiva, serve ad anticipate il virus che fino ad oggi abbiamo sempre rincorso», avverte Massimo Ciccozzi, epidemiologo al Campus Bio-Medico di Roma.
«Misure precauzionali non siano discriminatorie»
«Non è irragionevole che i Paesi adottino misure precauzionali per proteggere le loro popolazioni, mentre siamo in attesa di informazioni più dettagliate dalla Cina condivise tramite database accessibili al pubblico». Hans Henri Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità, nella prima conferenza stampa del 2023 per fare il punto sulla situazione epidemiologica da Covid schiaccia il pedale del freno. «Per quei Paesi della nostra regione che stanno introducendo tali misure di viaggio precauzionali in questo momento, chiediamo che siano radicate nella scienza, proporzionate e non discriminatorie».
Crescita accelerata nel Regno Unito, stabile in Italia
A detta di Kluge i dati recenti di alcuni dei Paesi europei che hanno mantenuto una «forte sorveglianza genomica» iniziano a «indicare la crescente presenza del nuovo virus Xbb.1.5», cioè la cosiddetta variante Kraken, «che si è già diffusa rapidamente negli Stati Uniti». L’analisi dell’incidenza giornaliera dei positivi a SARS-CoV-2 in Europa indica che al momento l’Italia è in una fase di stasi e così gli Stati limitrofi, se non persino di decrescita, secondo il matematico Giovanni Sebastiani del Consiglio nazionale delle ricerche. «Sarebbe opportuno effettuare controlli non facoltativi, eventualmente a campione, sulle persone in ingresso in Italia non limitandosi a chi proviene, in modo diretto o indiretto, dalla Cina». Dove prosegue invece l’aumento - ora accelerato - è nel Regno Unito. E per l’esperto del Cnr ciò sarebbe compatibile con la diffusione di una nuova variante, anche se «per verificare questa ipotesi sono necessari dati affidabili sul sequenziamento». Quanto alla Cina, si mostrano delle anomalie. Ad esempio per la sequenza relativa alla provincia di Shanghai, «in fase di crescita accelerata fino a cinque giorni fa, ma per la quale negli ultimi quattro giorni l’incidenza è nulla».
Raggiunto picco nelle zone più popolose della Cina
Alcune tra le più popolose province della Cina avrebbero superato il picco dell’attuale ondata di infezioni che si sta diffondendo in tutto il Paese. Nella provincia di Henan, nella Cina centrale, l’89% dei 100 milioni di residenti risultava già infettato dalle varianti di Omicron, stando alle dichiarazioni di Kan Quancheng, direttore della commissione sanitaria provinciale. Altre parti della Cina hanno registrato aggiornamenti simili, dopo che Pechino ha posto fine alla rigida politica di restrizioni attuata per prevenire la diffusione del virus. Ieri, autorità del Guangdong e del Jiangsu, due province con una popolazione complessiva di oltre 200 milioni, e la capitale Pechino hanno dichiarato che la crescita del numero di infezioni è rallentato. Stessa dinamica si sta registrando anche nello Zhejiang, una ricca provincia nella Cina orientale.
Contro Giappone e Corea del Sud stop a visti
Intanto dopo la Corea del Sud anche il Giappone è vittima della “rappresaglia” cinese. Il governo di Pechino ha annunciato lo stop all’emissione di visti per i cittadini giapponesi, in risposta alle misure prese da Tokyo contro chi arriva dalla Cina, in un tentativo di contenere la diffusione del Covid. La sospensione resterà in vigore fino a quando «non saranno revocate le misure discriminatorie per l’ingresso» dei cittadini cinesi. Il Giappone, come altri Paesi nel mondo, ha imposto il tampone obbligatorio per chi arriva dalla Cina.
Bassetti: Ecdc e Oms Europa ridicoli e poco credibili
«Io non so chi sia Hans Kluge ma sbaglia di grosso. Basta guardare i numeri della Cina e non ci vuole un genio per capire che la situazione è molto difficile», taglia corto Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. «Ora se diventerà un problema per l’Europa non lo so ma essere così sicuri come afferma l’Oms Europa stride un po’. Erano gli stessi che un anno fa ci riprendevano perché volevamo togliere le mascherine. Sono ridicoli, la credibilità dell’Oms Europa insieme agli Ecdc è ai minimi termini. Io non so se dobbiamo essere preoccupati per l’Italia ma in Cina non c’è una buona situazione e non si può avere certezza che non ci sarà impatto significativo su altri Paesi».
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