Six Senses apre in Svizzera. Ma nei piani anche Roma, Milano e l’Umbria
Dall’1 febbraio è infatti operativa la struttura di Crans Montana (78 camere) affacciata sulle piste da sci con vista sul Cervino e sul Monte Bianco. Lo sviluppo prevede anche un’espansione nella Capitale nel 2023 e, a seguire, nel capoluogo lombardo e nella campagna perugina
di Claudio Celio
3' di lettura
Passa per la Svizzera e per l’Italia l’espansione del gruppo Six Senses in Europa. Con una sequenza strettissima di nuove aperture, il marchio del gruppo statunitense Ihg specializzato nelle recettività di lusso consolida la sua presenza nel Vecchio continente e si propone nel segmento, finora inesplorato, degli urban hotels di alta gamma. Il primo passo è stato compiuto da appena qualche ora con l’inaugurazione del nuovo hotel di Crans Montana sulle Alpi svizzere: dall’1 febbraio è infatti operativa la struttura di 78 camere affacciata sulle piste da sci con vista sul Cervino e sul Monte Bianco.
Non si tratta del primo hotel “alpino” del Gruppo che, dal 2016, opera in Francia con un hotel a Courchevel, vicino Grenoble. Tuttavia, come avverte Cristiano Morelli, direttore marketing di Six Senses Crans Montana, le due strutture sono «profondamente diverse». A Courchevel, sottolinea Morelli ci sono «solo appartamenti e una spa, senza servizi hotelliers. Inoltre la struttura è aperta solo in inverno per la stagione di sci e accoglie una clientela prettamente leisure. Crans Montana, invece, è un vero resort con spa, con due ristoranti, un bar, uno ski lounge, tre boutiques, e dall’anno prossimo anche un contro congressi, un cinema e il miniclub. Inoltre prevediamo di restare aperti 12 mesi all’anno, il che significa che andremo a cercare anche clienti corporate».
Quella che resta immutata nelle due strutture è la filosofia Six Senses: taglio luxury ed esperienziale mediato con il rispetto di standard di sostenibilità applicati alla scelta dei materiali (in alcuni casi riciclati e rinnovabili) e a soluzioni avanzate di risparmio energetico e idrico. Roma, Milano e l’Umbria le prossime destinazioni.
Dopo Crans Montana i piani del Gruppo Six Senses portano in Italia dove, a marzo, è annunciata l’apertura del nuovo urban hotel a Roma, all’interno di Palazzo Salviati Cesi Mellini: un edificio del XV secolo a due passi da Via del Corso.«Un’opportunità unica» dice Morelli, che conferma per il prossimo futuro l’avvio di due nuovi progetti di ospitalità in Italia: uno a Milano, nel quartiere di Brera e uno in Umbria, ad Antognolla (a nord di Perugia) dove sorgerà un golf resort sviluppato su 600 ettari con all'interno un castello del XII secolo. Anche per questa destinazione è prevista una apertura nel 2023 e, anche se non ci sono cifre ufficiali, si parla in questo caso di un investimento da 150 milioni per ricavare 71 stanze e 79 residenze.
È la conferma che il gruppo Six Senses non intende abbassare la guardia sul versante degli investimenti ora che il turismo è tornato a crescere dopo la gelata dovuta alla pandemia. «Il turismo internazionale è ripartito – dice Morelli – e il settore del lusso e dell’ultra-lusso sono in splendida forma. Anche gli altri segmenti dell’ospitalità si comportano ugualmente bene». Non ci sono ancora dati specifici sull’andamento delle attività nel 2022 ma, secondo Morelli, l’anno appena trascorso «è stato un grande anno per Six Senses».
Il gruppo prima della pandemia contava su un giro d’affari di circa due miliardi di dollari e aveva una presenza consolidata in 21 Paesi con 18 hotel e resort. «Non solo tutti gli hotels hanno riaperto dopo la pandemia, ma la pipeline di sviluppo per i prossimi 7 anni è molto promettente. L’obiettivo – conclude Morelli – è raddoppiare il portafoglio ed arrivare a 50 hotels nel 2030».
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