Crédit Agricole farà in Sicilia il quarto Le Village italiano
La strategia di radicamento in Sicilia del gruppo bancario francese che ha inaugurato il Comitato territoriale guidato da Elita Schillaci e progetta per l’isola il quarto hub di open innovation
di Nino Amadore
3' di lettura
Un’alleanza tra la banca e il sistema delle imprese siciliane per comprendere e governare le sfide soprattutto sul fronte della sostenibilità. Si può sintetizzare così la nascita in Sicilia del sesto comitato regionale del gruppo bancario francese Crédit Agricole che, dopo avere incorporato il Credito siciliano, punta a radicarsi sempre di più nella regione ben al di là di quelle che erano “le zone di influenza” del Credito siciliano ovvero soprattutto la Sicilia orientale.
Il Comitato territoriale siciliano, che si è insediato nelle scorse settimane, è presieduto da Elita Schillaci, docente di economia all’Università di Catania, componente del consiglio di amministrazione (indipendente) di Crédit Agricole Assicurazioni: «Il Comitato – dice – è un investimento proprio perché l’azienda punta molto su questa regione e sulle sue grandi potenzialità. La Sicilia ha un ruolo riconosciuto intanto per le filiere e quella della banca è una strategia rivolta al territorio, all’isola, alla sostenibilità. L’obiettivo è quello di portare avanti dei progetti che vedano insieme la banca e le imprese che hanno un ruolo chiave perché raccontano, testimoniano ma sono anche soggetti protagonisti di un cambiamento che è in atto ed è ineludibile». E dunque, metaforicamente, il comitato diventa un luogo che guarda oltre: «Recentemente al primo Festival del management, che si è tenuto a Milano alla Bocconi e organizzato dalla Società italiana management, abbiamo affrontato i vari temi e i punti chiave del cambiamento in atto. Tra i vari temi quello della sostenibilità e di un adeguato approccio manageriale anche alla luce di regole, valgono per tutti i principi Esg, che coinvolgono il sistema economico, sia le banche che le imprese, e su cui è necessario insistere, approfondire, ma soprattutto preparare il sistema ad affrontarle. Non si tratta solo di rispettare regole che vanno nella direzione, per dire, della decarbonizzazione ma anche principi che hanno l’obiettivo di affrontare adeguatamente per esempio le disuguaglianze sociali. Ecco, da questo punto di vista, il Comitato territoriale di Crédit Agricole può avere un ruolo importante coinvolgendo il sistema produttivo siciliano». Una diffusione della cultura della managerialità che, senza dubbio, può contribuire a migliorare un tessuto economico che ha filiere importanti: l’agroalimentare, l’energia per fare un paio di esempi. «Ci siamo resi conto che questo Paese, e il Sud in particolare, hanno bisogno di una cultura manageriale e che può, e deve, essere fatto un lavoro di sensibilizzazione costante rispetto alle nuove tassonomie. Siamo in una fase di cambiamento e ciò richiede una nuova cultura manageriale. Chi ha un ruolo deve cambiare e deve cambiare dall’interno. Si ha l’impressione che in Sicilia arrivi solo l’eco di quanto sta avvenendo: ecco perché occorre un lavoro sul campo coinvolgendo le imprese».
Un altro fronte è sicuramente quello dell’innovazione e della nascita di nuove imprese. In questo caso il modello, sul fronte Crédit Agricole, già esiste ed è quello di Le Village, un ecosistema aperto che sostiene la crescita delle startup e accelera l'innovazione delle aziende, grazie alla sinergia e alla connessione tra i vari attori coinvolti. Dopo il successo avuto in Francia dove il progetto è nato nel 2014, anche Crédit Agricole Italia ha aperto le porte a Le Village, con le inaugurazioni di Milano nel 2019, Parma nel 2020 e Triveneto nel 2021: ora tocca alla Sicilia. «Stiamo valutando e valuteremo insieme alle imprese dove farlo. È una grande iniziativa di open innovation che aiuterà molto il sistema siciliano» conclude Elita Schillaci.
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