Credit Suisse debole, per Ft punta a dividere in 3 investment banking
La suddivisione comporterebbe la costituzione di un’unità dedicata alla consulenza, che verrebbe scorporata in seguito, di una bad bank, con gli asset a rischio e di una terza unità con le restanti attività
di Giuliana Licini
2' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Il Credit Suisse cede terreno alla Borsa di Zurigo, sulla scia di un articolo del Financial Times. Secondo il quotidiano, il Cs sta elaborando un piano per dividere in tre unità distinte il suo settore di investment banking, mentre «cerca di riemergere da tre anni di scandali». L’operazione permetterebbe la vendita di attività redditizie evitando un aumento di capitale, spiega il quotidiano, citando fonti vicine al dossier. La suddivisione comporterebbe la costituzione di un’unità dedicata alla consulenza, che verrebbe scorporata in seguito, di una bad bank, con gli asset a rischio e di una terza unità con le restanti attività.
Del resto, ricorda il Ft, il nuovo ceo Ulrich Koerner è stato nominato con il mandato di realizzare «una radicale riorganizzazione del gruppo, che negli ultimi anni è stato colpito da uno scandalo di spionaggio aziendale, dalla chiusura di fondi di investimenti, da perdite record nel trading e da una sequela di cause legali», ricorda il Ft. La nuova strategia verrebbe annunciata in occasione della presentazione dei conti del terzo trimestre il 27 ottobre. Già ai tempi in cui era ceo Tidjane Thiam, il gruppo aveva costituito una Strategic Resolution Unit (Sru), per riunire sotto lo stesso tetto tutte le attività non redditizie o «non core», destinate ad essere cedute per altre ragioni, che ora verrebbe «resuscitata».
Il mese scorso gli analisti di Deutsche Bank hanno stimato che i costi per risanare l’investment banking lascerebbero un buco di 4 miliardi di franchi svizzeri nella posizione patrimoniale del Credit Suisse. Il management intende tuttavia evitare a ogni costo un nuovo ricorso al mercato, tanto più che nelle ultime settimane il titolo è caduto ai minimi da 30 anni. La banca – scrive ancora il Ft – sta anche finalizzando i piani per tagliare migliaia di posti di lavoro. Ad essere coinvolto sarebbe il 10% dei 45.000 dipendenti globali. Già a inizio settembre il Sonntagszeitung aveva scritto che il cda stava discutendo di piani di smantellamento della banca d’affari del Credit Suisse, che comporterebbero il taglio di circa 5.000 posti di lavoro. Tra le opzioni sul tavolo ci sarebbe per altro anche il ripristino del marchio First Boston per l’investment banking, riprendendo il nome della società acquistata negli anni 90, che era stato abbandonato poi nel 2006. In uno statement, il Credit Suisse ha fatto sapere che «fornirà aggiornamenti sulla revisione complessiva della sua strategia quando saranno annunciati i risultati del terzo trimestre» e che «sarebbe prematuro commentare ogni possibile esito prima di allora».
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