Credit Suisse, nuovo crollo: gli arabi non metteranno altro capitale. Bce chiede a banche loro esposizione
Il titolo perde oltre il 20%. L’azionista Saudi National Bank (Snb) ha detto che non fornirà ulteriore liquidità non potendo andare oltre la quota del 10%. Credit default swap vicino a quota 1.000
di Chiara Di Cristofaro
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Ottava seduta consecutiva di vendite sul Credit Suisse che a Zurigo crolla di oltre il 20% toccando nuovi minimi, dopo che l’azionista Saudi National Bank (Snb) ha detto che non fornirà ulteriore liquidità non potendo andare oltre la quota del 10%. La Bce sta chiedendo alle banche di tutta Europa di comunicare la loro esposizione nei confronti di Credit Suisse, come riferiscono diverse fonti a conferma delle voci circolate sui media. La richiesta riguarda anche gli istituti italiani sotto la vigilanza di Francoforte.
A sua volta, Credit Suisse ha chiesto alla banca centrale svizzera di manifestarle sostegno pubblicamente dopo il crollo delle sue azioni. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo l’istituto avrebbe avanzato una richiesta analoga alla Finma, altra autorità svizzera.
Il presidente di Snb Ammar Al Khudairy, in un’intervista a Bloomberg TV, ha risposto a chi gli chiedeva se la banca fosse aperta a fornire ulteriore liquidità al Credit Suisse: «La risposta è assolutamente no, per molte ragioni oltre a quelle più semplici, che sono regolatorie e statutarie».
In un'altra intervista, rilasciata a Reuters, il presidente ha detto che la Snb è soddisfatta del piano di ristrutturazione approvato dalla banca e non ritiene che il gruppo svizzero abbia bisogno di ulteriore liquidità. Al Khudairy, ha descritto il Credit Suisse come «un investimento opportunistico» e ha sottolineato che la realizzazione dell'investimento si svilupperà man mano che la banca svizzera dimostrerà che sta facendo il turnaround. «Siamo contenti del piano, del piano di trasformazione che hanno presentato. È una banca molto forte», ha detto Al Khudairy. «Non credo che avranno bisogno di soldi extra; se guardiamo ai ratio vanno bene. E operano sotto un forte regime regolatorio in Svizzera e in altri paesi», ha detto Al Khudairy a margine di una conferenza a Riyad. L'obiettivo di investimento della Snb non dipende dal tempo e la banca saudita uscirà quando le azioni avranno raggiunto il giusto valore, ha aggiunto.
La banca saudita è la prima azionista del Credit Suisse con una quota di poco sotto il 10%, acquistata lo scorso anno in occasione dell’aumento di capitale del gruppo svizzero e si è impegnata a investire fino a 1,5 miliardi di franchi svizzeri (1,5 miliardi di dollari).Il titolo era stato fortemente sotto pressione già nella seduta di martedì, dopo che la banca aveva ammesso di aver trovato «concrete debolezze» nelle relazioni finanziarie degli ultimi due anni a causa di controlli interni inefficaci.
La tensione sulla tenuta del colosso svizzero traspare anche dal costo di assicurazione dei bond contro il default nel breve termine, che si sta avvicinando a livelli che segnalano una seria preoccupazione da parte degli investitori. Il credit default swap a un anno erano indicati a 835,9 punti ieri in chiusura, secondo quanto riporta Bloomberg e sono oggi in ulteriore aumento, vicino a quota 1.000 che indica un elevato livello di preoccupazione. Il livello attuale corrisponde a 18 volte il CDS a un anno di Ubs e circa 9 volte l'equivalente di Deutsche Bank.
Intanto, Chris Ludwig, capo globale Strategic shareholder advisory di Credit Suisse, entra in Barclays.
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