Credit Suisse, nel trimestre fuga di depositi per oltre 60 miliardi
Il salvataggio a opera del governo elvetico e della concorrente Ubs non tranquillizzano i correntisti
di Redazione Finanza
1' di lettura
Credit Suisse ha registrato una fuga di depositi superiore a 61 miliardi di franchi svizzeri. Lo rivela la banca salvata dalle autorità pubbliche e dalla concorrente Ubs a marzo proprio a seguito di una forte crisi di liquidità. Credit Suisse nella nota aggiunge che la fuoriuscita di depositi «ha rallentato ma non si è ancora invertita».
Il trimestre in utile
I dati sulla fuga dei depositanti sono emersi dalla pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2023 chiuso - paradossalmente - con un utile netto di 12,8 miliardi di franchi svizzeri grazie all’effetto della svalutazione dei subordinati AT1 della banca, consentito dal prospetto degli strumenti finanziari e chiesto dalle autorità per favorire la transazione con Ubs.
Mancano all’appello 200 miliardi
Ma è l’emorraggia il dato che più conta, anche perché si tratta di un processo che in aprile, a salvataggio avvenuto, «ha rallentato ma non si è ancora arrestato», come afferma la stessa banca. A fine marzo le masse complessive che fanno capo al wealth management si aggiravano intorno ai 500 miliardi di euro, oltre 200 miliardi in meno di un anno fa.
La fuga dei grandi clienti è uno dei grandi punti interrogativi che aleggia sull’integrazione con Ubs, che non a caso il ceo Sergio Ermotti prevede richiederà molto tempo.
Il ruolo chieve di Iqbal Khan
Insieme al banchiere ticinese, una figura chiave sarà quella di Iqbal Khan, il neo responsabile del wealth management di Ubs (in passato considerato papabile per il ruolo di ceo), che ha un passato proprio in Credit Suisse: dovrà fronteggiare l’emorragia delle masse ma anche quella dei bankers, motivo per cui sta studiando un pacchetto straordinario di incentivi per chi resta nel gruppo.
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