«Crediti a rischio, attesa valanga da 130 miliardi Ma le banche reggeranno»
«Gli investitori non sono mai venuti meno. Il tema è la certezza del diritto»
di Laura Cavestri
2' di lettura
«La valanga ci sarà. È matematico. Ma il sistema delle banche italiane non è quello di 10 anni fa, si è ristrutturato ed è in grado di reggerne l’urto». Ottimista e realista si definisce Fabrizio Palenzona, presidente del Gruppo Prelios. Intervistato dal direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, Palenzona ha sottolineato che nonostante la ripresa in vista, «l’economia soffre ancora e quindi anche i crediti deteriorati, che spesso hanno un sottostante immobiliare, tenderanno a crescere, ma ci sono comunque motivi per ritenere che la situazione potrà essere tenuta sotto controllo».
Una ondata, ha proseguito Palenzona che « colpirà purtroppo il settore dei servizi, perché l’industria ha retto molto bene. Si parla di 130 miliardi, sono numeri da far tremare i polsi – ha aggiunto –. Ma non c’è più un sistema bancario annichilito come nel 2009. Oggi – ha spiegato – il sistema ha banche molto più solide, ha strumenti più sperimentati come le Gacs (le garanzie dello stato sulla cartolarizzazione delle sofferenze) e ci sono operatori qualificati come i service e Amco, che hanno capito come la sfida vera sono gli Utp ( unlikely to pay), ossia imprese vive che hanno difficoltà finanziarie».
Proprio «quelle imprese – ha affermato il presidente di Prelios – vanno salvate con gli strumenti giusti se hanno le capacità di stare nel business e di fare innovazione. Il problema c’è e ci sarà, ma siamo attrezzati per affrontarlo, anche se non sarà una passeggiata».
Certo, per far ripartire il Paese servono gli investitori.
Ma gli investitori stranieri, ha fatto notare Palenzona « non sono mai venuti meno nella filiera immobiliare. C’è una liquidità enorme – ha aggiunto – che si sta realizzando in questi giorni, con gare di valore di 800 milioni di euro e anche oltre. In aree come quella milanese, ma non solo, esiste uno sviluppo sempre più incalzante».
Semmai, per il presidente di Prelios «Il tema è assicurare a questi investitori la certezza del diritto e tempi di esecuzione abbastanza definiti». E aggiunge: «C’è ancora qualche problema di efficienza e trasparenza dell’amministrazione, gli investitori internazionali ci sono, saranno ancora più attivi ma abbiamo un’esigenza centrale di regole e di efficacia. Regole – ha concluso – che debbono esserci prima di quando si incomincia a lavorare e che non possono essere cambiate in corso d’opera».
Insomma, ancor prima dei soldi serve l’affidabilità delle regole.
«Quello che frena gli investitori – ha chiarito il presidente di Prelios – è il caos delle norme, i troppi interlocutori, i tempi incerti dei permessi, la giustizia troppo lenta».
Quindi, «per costruire davvero la Next Generation – ha concluso Palenzona – non servono i soldi ma regole certe. E senza regole e riforme il Fondo Next Generation Ue non potrà essere messo a terra. Abbiamo la fortuna di avere una credibilità legata alla presenza di Mario Draghi nel Governo, abbiamo città stupende nel Paese e se siamo in grado di fare progetti interessanti, come ha fatto Milano, abbiamo grandi investitori stranieri interessati a investire nel più bel Paese del mondo».
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