ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùVia libera

Credito cooperativo, nuovo colosso veneto

La Bce ha autorizzato la fusione tra Bcc Verona e Vicenza e Banca Patavina: nasce un istituto da 92 sportelli, 6,49 miliardi di attivo e 29mila soci

di Paolo Paronetto

3' di lettura

La nascita del nuovo campione del credito cooperativo veneto è ormai solo questione di tempo.

La Bce ha infatti autorizzato la fusione tra Bcc Verona e Vicenza e Banca Patavina, che darà vita a un istituto da 92 sportelli, 6,49 miliardi di attivo e 29 mila soci. Il 2 dicembre si terranno le assemblee straordinarie per ratificare l’operazione, che sarà effettiva con decorrenza dal primo gennaio del prossimo anno.

Loading...

La nuova banca, che salvo sorprese si chiamerà Bcc Veneta, sarà la maggiore del Triveneto, una delle più grandi dell’intero gruppo Iccrea, la terza a livello nazionale per sportelli, la quarta per asset e la sesta per numero di soci. Il tutto, è la promessa, senza perdere la vocazione mutualistica e il legame con il territorio. «Confermiamo i nostri valori e il nostro modello cooperativo, siamo ben lungi da immaginare una banca popolare, siamo ben altro», conferma Flavio Piva, presidente della Bcc Verona e Vicenza, nonché della Federazione veneta del credito cooperativo. «Teniamo molto al modello mutualistico e avremo un’impostazione policentrica – aggiunge -. Ci sarà quindi molta attenzione ad avere nei vari poli un radicamento molto forte». La fusione tra le due realtà, ci tiene a sottolineare Piva, non è un salvataggio e non è dovuta a ragioni di necessità: «È l’unione di due banche che si incontrato – nota Piva -, entrambe ampiamente sane e classificate in classe A in base ai profili Iccrea. Entrambe fanno utili e sono ben patrimonializzate».

L’operazione punta quindi a «completare il progetto di essere una Bcc a forte trazione veneta, radicata nelle principali province della regione, Verona, Vicenza e Padova, quelle che esprimono il Pil più forte e una maggiore vocazione internazionale, oltre che con una storica e importante presenza a Chioggia». I dati pro forma della nuova realtà parlano di una banca con oltre 700 collaboratori, un prodotto bancario lordo di oltre 9 miliardi, una raccolta diretta di 4,1 miliardi, impieghi per 3 miliardi e un solido profilo patrimoniale con un coefficiente Cet 1 al 21,91 per cento.

«L’autorizzazione della Bce costituisce un passaggio essenziale nel percorso che abbiamo avviato, che attesta la validità del nostro progetto, di una banca sempre più solida e capace di generare risorse a servizio delle comunità, potendo svolgere ancor meglio il proprio ruolo di banca di credito cooperativo», ribadisce da parte sua il presidente di Banca Patavina, Leonardo Toson. «La Bcc che nascerà – garantisce il numero uno del gruppo Iccrea, Giuseppe Maino - saprà esprimere una forte connotazione competitiva e profonde qualità di servizio e supporto per le necessità che esprime un territorio particolarmente esigente sia sul fronte delle attenzioni alle Pmi che ai bisogni dei singoli e delle famiglie».

La sfida del nuovo istituto dal punto di vista competitivo, analizza Piva, sarà «puntare molto sulla relazione, sul modello di banca che innova: i nostri clienti – ha chiarito - usano tutte le dotazioni informatiche, però serve un forte modello relazionale, consulenziale, di attenzione a famiglie e piccole imprese». Ovviamente «facendo tutto questo in modo efficiente: noi riteniamo che si possa mantenere marginalità anche con questo modello appoggiandoci ai servizi del gruppo Iccrea». «Mantenere una banca retail così capillare stand alone – ammette infatti il presidente - non sarebbe possibile senza il gruppo».

«Come gruppo – gli fa eco Maino - continueremo ad accompagnare la crescita di questa nuova Bcc al fine di proporre a soci e clienti servizi e soluzioni di primo livello, con risposte immediate e puntuali per lo sviluppo delle aziende e la gestione dei risparmi delle famiglie». La citata capillarità non sarà toccata: nessun esubero, né chiusure di sportelli «anche perché non abbiamo sovrapposizioni territoriali», assicura Piva.

Per la Bcc di Verona e Vicenza, nata nel 2021 dall’aggregazione tra la Banca San Giorgio Quinto Valle Agno e la Banca di Verona e cresciuta nel 2022 inglobando anche CereaBanca 1897, l’operazione segna il punto di arrivo di un percorso di crescita che Piva giudica ora terminato. «Non ci saranno altre operazioni – spiega -, non necessariamente dobbiamo essere dappertutto». Quanto alla convivenza sul territorio con i “cugini” di Cassa Centrale, l’altro gruppo del credito operativo italiano che proprio nel Triveneto, Piva nota che «c’è una sana competizione, in particolare tra le singole banche. Diciamo che il Triveneto per entrambi i gruppi esprime delle leadership dal punto di vista bancario anche perché si tratta di regioni a fortissima vocazione cooperativa».

«Fossimo rimasti uniti…», conclude con un rimpianto, alludendo al tentativo di creare un unico gruppo bancario cooperativo nazionale: «A me spiace moltissimo, ma ora dobbiamo solo gestire e andare avanti».

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti