Credito e rialzo dei tassi, la sfida tra le banche per la liquidità
Con la stretta Bce, la raccolta dei risparmi è ora indispensabile per effettuare prestiti soprattutto a medio e lungo termine
di Antonio Patuelli
2' di lettura
È in atto da qualche mese una quanto mai forte concorrenza fra le banche per la liquidità: la raccolta è, infatti, divenuta ancor più importante, in particolare da quando, nell'autunno scorso, la Bce, oltre ad aumentare i tassi, ha decisamente ridotto i programmi di liquidità, rendendoli anche assai più costosi per le banche. Inoltre, il prossimo 30 giugno si conclude il principale programma Tltro di liquidità che deve essere restituito dalle banche, mentre rimane ancora per poco un solo programma minore.
Basta guardare i quotidiani di queste settimane per accorgersi della forte concorrenza fra le banche nella raccolta: tante sono le inserzioni pubblicitarie di banche che offrono tassi considerevoli per depositi a scadenza.
Il recentissimo rapporto mensile dell'Ufficio Studi dell'Associazione Bancaria Italiana evidenzia che a marzo scorso il tasso medio praticato dalle banche sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati variamente denominati) era già aumentato al 2,65%, mentre il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso è ora cresciuto al 4,56%.
Il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria ad aprile 2023 è cresciuto allo 0,82%, mentre il tasso praticato sui soli conti correnti è lo 0,29%: vi è da sottolineare che i conti correnti non sono uno strumento di investimento del denaro, ma di servizio per i pagamenti di ogni genere.
Sempre ad aprile il tasso medio sui prodotti contro termine è stato del 2,62%, mentre il rendimento medio delle obbligazioni allora in essere era del 2,38%.
Certamente coloro che hanno scelto negli scorsi anni (quando i tassi della Bce erano a zero e negativi per le banche) di contrarre mutui a tasso fisso, cioè in Italia il 63% delle famiglie, ora non hanno maggiori oneri che, invece, sopportano le banche gravate da un maggiore costo della raccolta. I nuovi mutui e prestiti, influenzati dai tassi Bce, sono certamente superiori a quelli del passato decennio, ma sono ancora inferiori a quelli a cui la lira ci aveva abituato nei primi cinquant'anni di Repubblica Italiana.
Ancor più in una fase nella quale la Bce sta rapidamente riducendo la liquidità immessa negli anni passati in maniera ampia, la raccolta dei risparmi è indispensabile per effettuare prestiti soprattutto a medio e lungo termine. Insomma, per fare mutui a dieci o venti o addirittura trent'anni occorre una raccolta il più possibile stabile, ben diversa dalle consistenze dei conti correnti che possono essere ridotte “a vista”, cioè ogni giorno, con una instabilità che non può garantire né i mutui pluriennali, né la stabilità stessa delle banche.
Occorre, quindi, fare ogni sforzo, non solo di ragionamento, per indirizzare i risparmi in investimenti comunque produttivi, per sostenere le attività di imprese e famiglie. In proposito, visti i tempi comunque non brevi (fino a due anni) dell'emanazione dei decreti delegati dopo che sarà approvato il disegno di legge delega di riforma fiscale, sarebbe molto utile se venissero subito anticipati per decreto-legge i provvedimenti a sostegno del risparmio indicati nel disegno di legge delega stesso.
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