Cresce ancora l’export dei distretti: meccanica, arredo e moda sul podio
Nel 2022 il valore delle esportazioni ha raggiunto i 37,4 miliardi di euro, in aumento del 25% sul 2019. Avvio in frenata nel 2023
di Giovanna Mancini
3' di lettura
I metalli di Brescia (primi in assoluto per crescita delle esportazioni con un +65% a fine 2022 rispetto al 2019), il legno di Casalasco-Viadanese (+60%), il riso di Pavia (+44%), il tessile del Gallaratese (+37%): fermiamoci qui, la lista dei distretti industriali lombardi che lo scorso anno sono riusciti non solo a confermare la propria competitività sui mercati internazionali, ma anche a sorprendere con risultati ben oltre le più ottimistiche previsioni, sarebbe troppo lunga.
Incremento oltre le attese
«La capacità di esportazione delle imprese italiane, particolarmente rilevante in Lombardia, è stata decisiva per raggiungere i risultati di crescita del Pil del Paese nel 2022, superiori alle attese», osserva Pierluigi Monceri, direttore regionale Milano, Monza e Brianza di Intesa Sanpaolo, commentando l’ultimo Monitor dei distretti redatto dalla direzione studi e ricerche dell’istituto di credito. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, l’export dei distretti lombardi ha segnato un incremento tendenziale dell’11,7%, portando la crescita dell’intero anno a sfiorare il 17% rispetto al 2021, per un valore complessivo di 37,4 miliardi di euro, e confermando la Lombardia prima regione per valore dell’export dei distretti, con un incremento superiore alla media dei distretti italiani, che nell’ultimo trimestre 2022 è stata del 9,6%. «Ma quello che più ci interessa è il +25% rispetto al 2019, su cui certamente ha inciso anche l’aumento dei prezzi avvenuto lo scorso anno ma che, anche al netto dell’inflazione, rimane una percentuale molto significativa», aggiunge Monceri.
Crescita trasversale ai settori
Altro dato importante: la dinamica positiva non è condizionata da alcuni settori che si sono distinti rispetto ad altri, che hanno invece sofferto. «Lo scenario in Lombardia è caratterizzato da una certa omogeneità tra i comparti produttivi nella capacità di generare crescite significative – spiega Monceri–. È stato così per la metalmeccanica, che nel complesso ha registrati un aumento del 16% rispetto al 2021, confermandosi il primo distretto per valori esportati, con 1,2 miliardi di euro realizzati all’estero tra gennaio e dicembre, Ma anche per il sistema casa, cresciuto del 17,2%, e per il sistema moda, con un +21,8%». In particolare, il Monitor segnala il forte recupero realizzato dalle imprese del distretto seta-tessile di Como, che era stato duramente colpito dalla pandemia: grazie a un incremento delle esportazioni pari al 27,8% rispetto al 2021, lo scorso anno i valori dell’export hanno superato (+4,7%) quelli del 2019. Restano invece ancora lontani dai valori pre-Covid le calzature di Vigevano che, tuttavia, hanno registrato rispetto al 2021 una crescita del 21,8%. Bene anche l’agroalimentare (+18,9% sul 2021) e la gomma-plastica (+15,2%), così come i settori che fanno riferimento ai poli tecnologici della Lombardia, il cui export è aumentato nell’insieme del 19,1% rispetto al 2021, con risultati particolarmente brillanti per il polo farmaceutico, il polo biomedicale di Milano e il polo ICT di Milano e Monza. Unica eccezione negativa, il polo aerospaziale (-13,3%) anche se è doveroso precisare che l’andamento di questo settore è fortemente condizionato dalle durate pluriennali delle commesse.
I mercati e le prospettive
Quanto ai mercati di sbocco, la crescita maggiore delle esportazioni è stata verso i tradizionali mercati di riferimento dei distretti lombardi: «In particolare Germania e Stati Uniti – precisa Monceri – ma anche in Francia e in Svizzera. Inoltre, abbiamo rilevato risultati molto positivi anche su alcuni mercati emergenti o meno consolidati, come la Turchia, il Messico e l’India».
Ora si tratta di capire se questa vivacità sarà confermata anche nell’anno in corso: in attesa dell’aggiornamento del Monitor, che sarà pubblicato nelle prossime settimane, Monceri parla di «un inizio d’anno meno spumeggiante». Tuttavia, aggiunge, «lo scenario continua a presentare elementi di positività e quindi ci auguriamo che si possa superare un 2023 che sarà probabilmente interlocutorio nei volumi espressi rispetto al 2022, per poi arrivare a un 2024 caratterizzato da uno scenario internazionale meno incerto e complesso, ma soprattutto dai primi effetti concreti delle misure avviate attraverso le risorse del Pnrr».
Le sfide dei prossimi anni
In questo scenario, per mantenere competitività e capacità di esportazione, le imprese devono investire su alcuni asset strategici, a partire da quelli legati ai temi ESG, che comprendono la riduzione del consumo energetico e l’approvvigionamento da fonti rinnovabili. «Su questi aspetti, supportiamo come banca le scelte delle imprese volte alla transizione ambientale, su cui le imprese lombarde sono più avanzate rispetto al resto del Paese», dice Monceri.
Un’altra sfida che sta diventando sempre più urgente riguarda il tema del passaggio generazionale che, anche in Lombardia, deve fare i con un invecchiamento del sistema imprenditoriale: «Oltre il 30% degli imprenditori ha più di 70 anni, una quota che, nel 2010, non superava il 23% – fa notare Monceri –. È necessario che le imprese mettano tra le priorità da affrontare quello che noi chiamiamo “accompagnamento generazionale”, che deve diventare più ragionato, scientifico e meno casuale rispetto a quanto è accaduto finora».
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