Cresce il business di Burger King Italia: +24% dal pre Covid e +16% nel 2023
Il fatturato è spinto dai piani di sviluppo con locali propri o in franchising: previste 100 aperture dal 2022 al 2026, 28 già andate in porto. In arrivo 1.400 assunzioni
di Natascia Ronchetti
3' di lettura
Tradizionalmente si presenta sul mercato con tre tipi di format diversi. Si va dal “freestanding”, vale a dire le ormai note casette fuori città, facilmente raggiungibili in auto e dotate anche del servizio drive, al modello “inline”, i fabbricati ampi tipici dei centri urbani. Per arrivare a “foodcourt”, che trova collocazione nei centri commerciali.
Ora Burger King Restaurants Italia scommette, per crescere, soprattutto sulla formula freestanding, generalmente a ridosso di rotatorie, svincoli o shopping mall. Una direttrice di sviluppo per portare a termine un piano, lanciato all'inizio del 2022, che conta 100 nuove aperture in quattro anni che da allora ha già portato all'inaugurazione di 28 ristoranti.
«Possiamo dire di essere sulla strada giusta per centrare l'obiettivo e superarlo: siamo già a quota 253 punti vendita su tutto il territorio nazionale», dice Kevin Derycke, general manager della società italiana che fa capo alla celebre catena americana di ristorazione fastfood. «Nel post-pandemia – prosegue Derycke – siamo ripartiti con un incremento del fatturato del 24% rispetto al 2019. E per il 2023 ipotizziamo un nuovo aumento del 16%».
Con il piano di sviluppo messo a punto oltre un anno e mezzo fa, la società che conta già più di 5 mila dipendenti, ha messo in cantiere anche 1.400 assunzioni. Tutto con una espansione che si realizza sia con i ristoranti di proprietà diretta, che oggi sono 79, sia con quelli aperti in franchising, che attualmente sono 174.
Una formula combinata che continuerà a guidare le scelte sulle nuove aperture, insieme all’attenzione verso la sostenibilità, con l’arricchimento della gamma di prodotti planted-based: risale allo scorso aprile il lancio della Veggie Steakhouse.
Tra le nuove inaugurazioni, l'ultima new entry è quella di un locale di Milano, in zona Giambellino, che ha portato a due le aperture nel capoluogo lombardo nell'arco di poco più di sei mesi, dopo quella di piazzale Zavattari.
«Rispetto alla location – spiega Derycke – di norma non abbiamo canali o aree privilegiate, tanto meno zone precluse all’apertura di nuovi ristoranti, che siano di proprietà diretta o in franchising. Anche nelle grandi città, a partire da Milano e Roma, siamo presenti con alcuni dei nostri più storici imprenditori franchisee».
In particolare, per quanto riguarda l'espansione del franchising anche per i nuovi punti vendita Burger King si muoverà nel solco tracciato da tempo.
«L’individuazione del luogo avviene sempre in due modi – aggiunge il general manager – o partendo dalla proposta del nostro dipartimento sviluppo o in seguito all’idea di un imprenditore franchisee, frutto della sua conoscenza del territorio ma sempre valutata dal nostro staff prima di essere approvata e confermata”.
Oltre a puntare sul formato freestanding, che consente di valorizzare al meglio i servizi tipici di Burger King, il piano prevede un forte investimento anche sul format cittadino inline. Questo soprattutto a Milano, dove entro l’anno sono previsti altri quattro nuovi punti vendita. Resta la scelta di continuare a puntare sui sapori del made in Italy, con una offerta arricchita dalle eccellenze del patrimonio gastronomico italiano: dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma.
«Abbiamo sviluppato un’offerta in grado di soddisfare i gusti e le esigenze di tutti, senza rinunciare al gusto che caratterizza Burger King», dice Derycke. Tra le novità, l'introduzione negli standard dei ristoranti del BK Cafè, oltre a nuove formule legate al servizio al tavolo o in formato digitale.
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