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Cresce a Genova la richiesta di personale. Manca però l’offerta

di Raoul de Forcade

(bannafarsai - stock.adobe.com)

2' di lettura

Aumentano, dopo la ripresa post pandemia, le richieste di lavoratori da parte delle aziende genovesi: sono previste 22mila nuove assunzioni nel periodo maggio-luglio, secondo i dati Excelsior.

Ma per alcune figure, tra cui camerieri e cuochi ma anche tecnici della salute e informatici nonché operai specializzati, aumenta la difficoltà di reperimento. Le imprese, insomma, faticano a trovare il personale che cercano.

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Il dato emerge da uno studio, compilato da Confindustria Genova con 13 Agenzie per il lavoro che operano sul territorio, che si concentra appunto sulle richieste e sulla reperibilità di figure professionali nella città metropolitana.

Salgono le richieste di personale

Dal report emerge che, nel periodo fra gennaio e aprile 2022, sono arrivate, da parte delle aziende, richieste per 3.678 persone, il 55% in più rispetto ai primi quattro mesi del 2022, il 90% rispetto al primo quadrimestre del 2020 e il 43% in più dello stesso periodo del 2019, cioè del periodo precovid.

Risultano ancora inferiori ai livelli prepandemia, invece, le richieste di impiegati, operai semiqualificati, operatori di impianti industriali e conduttori di veicoli e macchinari mobili.

Mismatch tra domanda e offerta

«C’è un mismatch fra domanda e offerta - ha sottolineato il presidente di Confindustria Genova, Umberto Risso - le cause sono diverse e complesse, anche perché c’è un cambiamento di atteggiamento e disponibilità verso il lavoro, che si estende anche alla cultura del lavoro e alla formazione: ci sono i corsi ma si fatica a trovare chi si iscriva».

Si tratta di un problema, ha detto Marco Gaione, responsabile del Tavolo Apl, «che esiste a tutti i livelli. Non vale solo per i camerieri, che sicuramente è una delle categorie più richieste, ma vale anche per ingegneri e operai specializzati; e spesso le motivazioni sono legate a scelte di vita e a un cambiamento dei bisogni, maturato durante il periodo della pandemia, conseguenza anche dei periodi di lockdown e dello smart working».

Le aziende, nel periodo gennaio-aprile 2022, hanno chiesto tecnici (per il 25%), professioni non qualificate (25%), professioni qualificate nel commercio e servizi (22%), artigiani e operai specializzati (12%), operai, operatori e conduttori (9%), impiegati (6%).

Alla ricerca di tecnici

Le richieste di professioni tecniche, in particolare, sono salite del 27% in termini tendenziali, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, e del 12% in termini congiunturali, in raffronto al quadrimestre immediatamente precedente. In confronto agli stessi mesi 2019, l’aumento è stato pari a +16%.

L’indicatore della difficoltà di reperimento di queste figure mette al primo posto, con un valore di 90 su 100, cuochi in alberghi e ristoranti, operai specializzati nell’edilizia, seguiti da tecnici della salute: le aziende ne cercano 206, l’indicatore segna un grado di difficoltà a trovarne che si attesta a quota 88,1 su 100

Per quanto riguarda, poi, l’edilizia, «il problema - ha affermato Giacomo Franceschini, responsabile del Centro studi di Confindustria Genova - è riuscire a trovare tanti operai specializzati quanti se ne cercano, perché c’è stato un aumento della richiesta in pochissimo tempo». Grazie a incentivi e superbonus, in effetti, testimonia il report, la richiesta relativa al primo quadrimestre 2022, di 103 addetti, risulta addirittura triplicata rispetto al primo quadrimestre 2019.

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