SONDAGGIO ASSIOM FOREX

Borsa ed economia, cresce il pessimismo sull’Italia

di Corrado Poggi

(AFP)

4' di lettura

Si accentua ulteriormente il pessimismo degli operatori finanziari dopo il peggioramento già registrato il mese scorso. E’ quanto rileva il sondaggio di maggio condotto da Assiom Forex tra i suoi associati in collaborazione con il Sole 24 Ore Radiocor: se un mese fa il 74% degli operatori vedeva gli indici azionari in crescita nel corso dei prossimi sei mesi o quantomeno stabili – e la performance era già in forte ribasso rispetto all’87% di marzo - ora questa percentuale combinata scende al 70% mentre il 30% degli operatori prevede ribassi nei prossimi sei mesi. Di questo 30%, un 3% di operatori mette in preventivo forti rovesci con un calo dei valori azionari superiore al 10%. Interessante notare come in maggio sia rimasta invariata al 45% la percentuale di quanti ritengono che il mercato rimarrà stabile mentre vi è stato un ”travaso” diretto dal gruppo degli ottimisti (al 25% dal 29%) ai pessimisti che sono appunto saliti di 4 punti dal 26% di aprile. «Le turbolenze legate agli scenari geopolitici internazionali, più che le elezioni appena archiviate – ha commentato il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio - sembrerebbero aver aumentato il pessimismo tra gli operatori finanziari che sono ora più propensi a prevedere una discesa dei corsi borsistici da qui a fine anno. La mancanza di una crescita robusta e la volatilità pronta a riemergere in maniera inaspettata e per ragioni meno legate all’andamento dell’economia nazionale e più agli sviluppi delle politiche commerciali mondiali, oltre all’incertezza sugli strumenti di politica monetaria che potrebbero essere adottati, sono tutti elementi che hanno pesato sul giudizio degli investitori».

Per 62% operatori economia italiana rischia ricaduta in recessione
L’economia italiana rimane debole e rischia una ricaduta in recessione nel corso del 2019. Lo rivelano i risultati del sondaggio che si è chiuso prima della pubblicazione dell’aggiornamento dell’Istat che ha abbassato la variazione per il primo trimestre a +0,1%, contro il +0,2% riportato un mese prima, mentre il raffronto su base annua riflette ora una variazione negativa dello 0,1%. Secondo il 62% degli operatori che hanno preso parte al sondaggio i fondamentali dell’economia italiana rimangono deboli e vi è il rischio concreto di una ricaduta in recessione. Maggiore ottimismo è invece mostrato dal 38% degli operatori secondo cui il momento di maggiore difficoltà è passato e l’Italia potrebbe beneficiare dei segnali di miglioramento dell’economia europea messi in evidenza da alcuni degli ultimi indici macroeconomici. «A pesare in maniera significativa sugli operatori italiani sembrerebbe un senso latente di sfiducia nei confronti dell’economia italiana – ha commentato Mocio - il cui progresso nei primi tre mesi dell’anno viene letto come temporaneo ma non sufficiente ad evitare una ricaduta a causa della debolezza dei fondamentali».

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Andamento Piazza Affari FTSE Mib
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Per 56% operatori spread non tornerà sotto quota 250
Torna lo spettro del super-spread sulle prospettive dei mercati finanziari. Il 56% degli operatori vede ora un differenziale destinato a rimanere in pianta stabile sopra quota 250 punti con un 11% che si attende un suo sforamento duraturo di quota 300 punti. Un mese fa questa percentuale combinata era al 52% e solo il2% degli operatori si attendeva uno sforamento di quota 300. Solo il 42% prevede invece ora che lo spread si possa restringere rispetto ai circa 290 punti attuali. Per il 31% potrebbe scendere fra i 200 e i 250 punti, mentre per il 7% calerà fra i 150 e i 200 punti. Da segnalare anche un ulteriore gruppo di super ottimisti, il 4% del totale, che punta su un maxi-restringimento fra i 100 e i 150 punti.

Andamento dello spread Btp / Bund
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Cambi: per 36% operatori euro si rafforzerà rispetto a dollaro
Il mercato dei cambi dovrebbe scuotersi dall’attuale stato di stallo nel corso dei prossimi mesi. E’ quanto emerge dal sondaggio di maggio effettuato da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con il Sole 24 Ore Radiocor. Scende infatti sensibilmente dal 53% al 44% la percentuale di quanti ritengono che il rapporto di parità fra euro e dollaro rimarrà stabile mentre sale significativamente, dal 22% al 36%, il campione di quanti mettono in conto un rafforzamento della divisa unica. Scende di conseguenza dal 25% al 20% il campione di quanti attendono un indebolimento della divisa comune. A determinare le dinamiche del forex saranno in primo luogo le misure che verranno messe in campo dalla banca centrale europea e dalla Federal Reserve nel corso dei prossimi mesi. Giovedì la Bce pubblicherà in occasione della riunione di Vilnius le nuove proiezioni macroeconomiche per l’area e fornirà aggiornamenti sulla possibile introduzione di strumenti per attenuare l’impatto dei tassi negativi sui bilanci bancari. Negli Usa invece la Fed di Jerome Powell sembra aver messo fine alla politica di rialzo dei tassi e per ora sembra intenzionata a resistere al pressing del presidente Trump per una riduzione del costo del lavoro.

(Il Sole 24 Ore Radiocor )

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