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Crescita a doppia cifra per i robot industriali: nel 2021 balzo del 25%

di Antonio Larizza

Mobile robot. Un esemplare di mobile robot prodotto da Locus Robotics

3' di lettura

Solo due anni fa, l’evoluzione della specie robotica sembrava segnata. Gli esemplari più evoluti avrebbero lasciato le fabbriche per lavorare nelle case, curare gli anziani, fare lezione a scuola, operare negli ospedali, guidare in città, coltivare i campi con precisione artificiale. I robot meno «sociali» sarebbero rimasti a svolgere lavori pesanti e ripetitivi in un mercato ormai maturo, quello dell’automazione industriale, mentre ricercatori e investitori volgevano lo sguardo altrove.

Poi è arrivato il Covid-19. Nel mondo del commercio e della produzione a distanza, improvvisamente privato di manodopera, l’automazione della fabbrica è diventata una necessità. Un fattore di sopravvivenza, prima ancora che leva competitiva. Di nuovo, i robot industriali hanno attirato investimenti e l’Industria 4.0 – concetto utilizzato per la prima volta in Germania nel 2011 che si preparava a cedere il passo ad altri paradigmi della digitalizzazione – ha conosciuto una nuova primavera.

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Lo dicono i numeri. Dopo il biennio 2019-2020, con i ricavi congelati dall’emergenza coronavirus (-10%), nel 2021 il mercato dei robot industriali ha registrato a livello globale una crescita senza precedenti, segnando un +25%. Non solo. Interact Analysis calcola che il settore crescerà del 10% all’anno nei prossimi anni: nel mondo che abitavamo prima della pandemia, le stime più rosee non si erano spinte oltre il 5-6% di crescita attesa. Oggi, le imprese che producono robot industriali – da Comau a Fanuc, da Abb a Kuka – stanno rivedendo in fretta i piani aziendali, per riadattarli a una crescita di lungo periodo che sarà molto più forte di quella misurata nell’ultimo decennio. Le imprese italiane, che vantano una lunga tradizione nei settori della meccatronica e dall’automazione, non sono rimaste indietro. Nel quarto trimestre del 2021 l’indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi Ucimu – l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione – ha registrato un incremento del 49,4% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2020. In valore assoluto l’indice ha toccato il record storico di 129,1 punti base. Il dato più incoraggiante viene dal mercato interno: se si guarda a tutto il 2021, la raccolta ordini in Italia ha visto l’indice salire del 166,6% su base annua a quota 182,7 punti base. Nello stesso periodo gli ordinativi destinati all’export sono cresciuti del 43,6%, portando l’indice a 112,7 punti base.

La lista dei record può continuare, a conferma di quanto il settore dell’automazione industriale sia in fermento. Sempre nel 2021, per la prima volta, è stata superata la soglia dei 100mila mobile robot venduti su scala mondiale. Il 40% è andato a lavorare in Cina.

Questa categoria di robot include gli affermati «veicoli a guida automatizzata» (AGV), tecnologia presente nelle grandi industrie da oltre 40 anni, e i più recenti «robot mobili autonomi» (AMR): questi ultimi sono robot in grado di analizzare l’ambiente in cui si trovano per muoversi in modo autonomo, trasportando oggetti senza essere supervisionati da un operatore e senza dover seguire un percorso fisso e predeterminato.

Gli AGV e soprattutto gli AMR sono la sottospecie di robot industriali oggi più richiesta per i piani di automazione dei magazzini dell’e-commerce e in generale delle aziende manifatturiere, del packaging e della logistica.

Nel 2017 se ne contavano poche centinaia nei magazzini di tutto il mondo. Negli ultimi 18 mesi le vendite di questi robot sono aumentate del 70% e il loro giro d’affari globale è cresciuto del 36% fino a superare i 3 miliardi di dollari. Gli annunci, nel settore, si inseguono.

Lo scorso settembre DHL ha approvato l’acquisto di 2mila robot Person to Goods (P2G): una categoria di «robot mobili autonomi» in grado di ricevere le merci da spostate direttamente dagli operatori umani. A fornirli, nel corso del 2022, sarà Locus Robotics, startup americana valutata 1 miliardo di dollari.

Un segnale, non isolato, che mostra quanto il record di vendite segnato quest’anno dai mobile robot sia destinato a essere infranto: si stima che nel 2025 nel mondo si venderanno 640mila «robot mobili autonomi» e 43mila «veicoli a guida automatizzata» e che a quella data solo nelle industrie di Cina e Stati Uniti saranno in attività due milioni di mobile robot.

Numero che non sorprende, se letto sotto la lente di un’altra statistica: nel 2026, il volume di piccoli pacchi elaborati ogni anno nei magazzini di tutto il mondo raggiungerà la soglia dei 266 miliardi di unità, il doppio rispetto al dato di appena due anni fa.

Presto, in un mondo ridisegnato dalla nuova era globale della logistica – integrata, digitale e auguriamoci sostenibile – i robot non ruberanno più il lavoro. Lo salveranno.

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