Crescono gli ingressi regolari con i permessi fuori quota, ma il fabbisogno di manodopera resta più alto
Nonostante l'aumento di ingressi siamo molto lontani dalle esigenze espresse delle categorie che, per il triennio 2023-2025 avevano indicato un fabbisogno di 833mila lavoratori
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
3' di lettura
«È necessario rendersi conto che, soltanto ingressi regolari, sostenibili, ma in numero adeguatamente ampio, sono lo strumento per stroncare il crudele traffico di esseri umani: la prospettiva, e la speranza di venire, senza costi e sofferenze disumane, indurrebbe ad attendere turni di autorizzazione legale. Inoltre, ne verrebbe assicurato l’inserimento lavorativo ordinato, rimuovendo la presenza nascosta, incontrollabile, di chi vaga senza casa, senza lavoro e senza speranza; o di chi vive ammassato in centri di raccolta, sovente mal tollerati dalle comunità locali» Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Meeting di Rimini
Il decreto flussi 2023-2025
Ma cosa ha fatto finora il governo Meloni in questa direzione? Il 6 luglio Il Consiglio dei ministri ha approvato, il dpcm con la «Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavori stranieri per il triennio 2023-2025 che prevede complessivamente 452.000 ingressi, rispetto a un fabbisogno rilevato di 833.000 unità», con 136mila ingressi nel 2023, 151mila nel 2024 e 165mila nel 2025. Estese le categorie professionali e i settori produttivi coinvolti: insieme a elettricisti e idraulici, una quota specifica (9.500 posti) viene riattivata dopo 12 anni per gli addetti ai settori dell’assistenza familiare e socio-sanitaria. Aggiunti anche «lavoratori per il trasporto passeggeri con autobus e per la pesca» sempre sul fronte dei lavoratori non stagionali
La crescita degli ingressi fuori quota
Già il decreto flussi per il 2022 (varato a fine 2021 dal Governo Draghi) aveva aggiunto ai comparti tradizionali (edilizia, autotrasporto merci per conto terzi e turistico-alberghiero), quelli della meccanica, delle telecomunicazioni, dell'alimentare e della cantieristica navale. Ma lo schema di decreto flussi 2023-2025 cerca di rispondere alle esigenze delle aziende anche attraverso la crescita degli ingressi fuori quota, ossia di quelli non compresi nei flussi annuali
Altri 40mila lavoratori extra Ue autorizzati a entrare in Italia
Il 7 luglio con un altro Dpcm il Governo ha mantenuto la promessa di allargare i canali legali di ingresso per i lavoratori extra Ue. Altri 40mila lavoratori sono stati subito autorizzati a entrare in Italia per rafforzare la manodopera stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, a integrazione degli 82.705 già accolti con il click day del 27 marzo
I risultati del click day di marzo
Ma il primo “ritocco” al rialzo ha riguardato proprio la cifra fissata dal Dpcm flussi 2022 firmato lo scorso dicembre (il primo dell'era Meloni), che aveva aumentato di 13.005 i lavoratori ammessi in Italia rispetto all'anno precedente. Il click day di marzo 2023 ha però rivelato la distanza tra i posti in palio (82.705 ingressi consentiti per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo) e le oltre 252mila istanze trasmesse dai datori di lavoro. Di qui la scelta di alzare il 7 luglio l'asticella degli ingressi di 40mila persone, (portando il totale a 122.705).
La distanza che resta con il fabbisogno di manodopera
Nonostante l'aumento degli ingressi, siamo però ancora molto lontani dalle esigenze espresse delle categorie che, per il triennio, avevano indicato un fabbisogno di 833mila lavoratori
Come funzionano gli ingressi fuori quota
Il decreto flussi cita ad ogni modo esplicitamente l'obiettivo di «favorire nel triennio 2023-2025 l'incremento degli ingressi al di fuori delle quote» (articolo 4) da raggiungere in tre modi: con lavoratori di Paesi con i quali l'Italia ha siglato accordi di rimpatrio; potenziando gli arrivi di chi ha partecipato ad attività di formazione professionale e civico-linguistica organizzate nei Paesi di origine; con la conversione in permessi di lavoro dei permessi rilasciati per motivi di studio ai cittadini stranieri che si sono formati in Italia.
Gli arrivi decisi quest’anno
E i permessi extra flussi non si esauriscono infatti con la quota aggiuntiva di 40mila unità. Il 7 agosto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 28 giugno del ministro del Lavoro, di concerto con quello degli Esteri e dell'Interno, che prevede, per il triennio 2023-25, 7.500 posti in favore di persone che frequentano corsi di formazione professionale finalizzati al riconoscimento di una qualifica o alla certificazione delle competenze acquisite. Altri 7.500 posti sono destinati a tirocini formativi e di orientamento finalizzati al completamento di un percorso di formazione professionale iniziato dal lavoratore nel suo Paese di origine. Oltre a ciò, si aggiunge quanto disposto dal Dl 75/2023 in base al quale possono entrare in Italia, fuori quota, i lavoratori che siano stati dipendenti, per almeno 12 mesi nell'arco dei 48 mesi antecedenti alla richiesta, di imprese aventi sede in Italia, ovvero di società da queste partecipate, operanti al di fuori dell'Unione europea. Tali lavoratori devono essere impiegati nelle sedi delle imprese o società presenti in Italia.
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