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Crif, inaugurato il nuovo quartier generale green e hi-tech da 60 milioni

A Bologna il polo del gruppo che sotto le due torri dà lavoro a mille dipendenti dei quasi 6mila nel mondo: 200 assunzioni in arrivo

di Ilaria Vesentini

La nuova sede di Crif (foto di Daniele Domenicali)

3' di lettura

In perfetto stile Crif, è difficile immaginare da fuori la straordinarietà delle scelte architettoniche e organizzative che riempiono i 10mila metri quadrati del nuovo quartier generale inaugurato il 10 novembre in via della Beverara a Bologna, a dieci minuti d’auto dall’aeroporto Marconi e a un quarto d’ora a piedi dalla stazione AV.

Essenziale, squadrato e quasi mimetizzato nel quartiere direzionale in zona Lame, tre chilometri dalle Due torri e a ridosso dell’enorme parco alberato sul canale Navile, l’edifico racchiude scelte di arredo, di impianti e, ancor più, di tecnologie informatiche e digitali, che spiegano il perché sono stati investiti dalla proprietà, il patron Carlo Gherardi, 60 milioni di euro (di cui 35 milioni per il “guscio”, il resto da fuori non si vede) per dare una nuova casa agli 800 dipendenti della sede centrale.

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Polo di occupazione

Dove c’è il cuore del credit bureau, il business storico di questo colosso dal basso profilo, nonostante gli oltre 600 milioni di euro di fatturato e i quasi 6mila dipendenti nel mondo (1.700 in Italia) che si occupa di informazioni creditizie, analisi dei dati e servizi di business information.

Nulla a che vedere con le specializzazioni manifatturiere per cui è nota la via Emilia nel mondo, ma Crif oggi rappresenta nei fatti (e nei numeri) uno dei primi poli di occupazione del capoluogo ed è una delle realtà più internazionalizzate della regione, con sedi in 39 Paesi di quattro continenti.

L’impronta sostenibile

Crif21, questo il nome del nuovo headquarters sorto sulle ceneri di due capannoni industriali dismessi, occupa sei piani fuori terra e due sotterranei adibiti a parcheggi e servizi tecnologici e green (come ricariche elettriche, stalli per bici, docce per chi arriva pedalando o va a correre nel parco), è stato progettato e supervisionato dallo studio Politecnica di Modena, realizzato dalla Colombo Costruzioni di Milano e infrastrutturato di reti e soluzioni Ict dalla forlivese Vem Sistemi. È pronto per ottenere entro fine anno la certificazione Leed Platinum per la sostenibilità, con classe energetica A4, dopo aver già ottenuto i certificati Iso 14001 e Iso 14064 per l’impronta di carbonio.

«L’ultimo piano terrazzato è tutto coperto da pannelli fotovoltaici, 250 KWh che dovrebbero coprire tra il 20 e il 25% del fabbisogno energetico di questa sede, che è full electric, non c’è gas, bensì solo con pompe di calore tradizionali e geotermiche negli interrati. Tutto questo è il risultato di scelte sostenibili che arrivano da lontano, negli ultimi dieci anni il gruppo ha ridotto del 49% i consumi energetici, dai 6 milioni di KWh del 2013 ai 3 milioni attuali a parità di perimetro, ed è anche così che si ripagano gli investimenti», spiega Paolo Pini, project e facility manager del gruppo, passeggiando tra i quattro piani adibiti a uffici, tutti simmetrici e open space, con 580 postazioni di lavoro flessibili, spazi informali comuni con salottini colorati e nicchie appartate, sale riunioni con tecnologie virtuali per incontrare i colleghi dall’altra parte del globo in telepresenza, oltre a terrazzi verandati e corti piantumate.

Le 200 assunzioni

L’inaugurazione, dopo tre anni di cantieri rallentati da Covid, ritrovamenti di reperti archeologici e di residui bellici, è anche l’occasione per annunciare il nuovo piano di assunzioni della multinazionale nata a Bologna nel 1988, che solo in Italia (tra la sede centrale e quelle di Milano, Firenze, Roma, Napoli, Rende) sta cercando 200 nuovi profili da assumere: sviluppatori software, sistemisti, analisti, commerciali e personale di staff.

«Siamo alla costante ricerca, ogni anno, di almeno 150 persone da assumere e credo che questa nuova sede del gruppo, che sarà il benchmark per i prossimi investimenti, logisticamente strategica e all’avanguardia per standard lavorativi sia la miglior rappresentazione del nostro progetto “To get-there”, nato per sviluppare una cultura aziendale che vada incontro alle esigenze dei giovani, basata sul lavoro flessibile ma non solitario e individuale, anzi. Abbiamo trasformato i vecchi uffici in un luogo di aggregazione, dove condividere e partecipare agli obiettivi del gruppo, per collaborare con i colleghi anche in ambienti meno formali. Gli spazi comuni sono triplicati rispetto alla vecchia sede», rimarca Loretta Chiusoli, responsabile delle risorse umane di Crif.

E la vecchia sede, a distanza di pochi passi dalla nuova, sarà a sua volta ristrutturata nei prossimi mesi, in vista della crescita dimensionale del gruppo, che nel Bolognese, tra altri due edifici attorno a Crif21 (di cui uno collegato anche fisicamente al nuovo quartier generale tramite una passerella coperta) e il campus a Varignana, sulle colline verso Imola, dà oggi lavoro a oltre mille persone.


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