La lectio del presidente Consob

Criptovalute, allarme di Savona: «Siamo in ritardo con le regole»

La lectio magistralis de presidente Consob all’Università di Cagliari

di Redazione Finanza

Bitcoin e le altre criptovalute: nuovo Eldorado o truffa?

2' di lettura

«La diffusione delle cryptocurrency e il largo uso della loro base tecnologica, la blockchain, hanno causato un mutamento rilevante dell'assetto istituzionale dei mercati monetario e finanziario, la cui necessaria ri-regolamentazione tarda a farsi strada per almeno tre ragioni: un'insufficiente comprensione del fenomeno, la pretesa di proteggere l'ordinamento vigente e lo spessore di interessi che si è formato in difesa dello strumento virtuale». Il presidente della Consob, Paolo Savona, rilancia le preoccupazioni in tema di criptovalute in una lectio magistralis all’Università di Cagliari».

Se vogliono governare lo sviluppo delle criptovalute gli Stati devono agire adesso

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Preoccupazioni, le sue, che riguardano da vicino non solo le istituzioni ma anche la componente private dell’ecosistema bancario e finanziario: «Le piattaforme tecnologiche che offrono servizi di custodia, di gestione e di conversione di prodotti virtuali in modo rapido e meno costoso sono entrate in competizione con banche e intermediari finanziari tradizionali.

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Le autorità di controllo finanziario dovranno adattare la loro attività al progressivo trasferimento nell'infosfera dell'attività del mercato mobiliare. La politica monetaria dovrà tenere conto di questa nuova realtà, come pure dovrà fare la politica fiscale se intendono proteggere gli obiettivi a esse assegnati. Questo mio lavoro individua i tratti principali di un'economia che include le cryptocurrency come presupposto conoscitivo per un'indispensabile normazione delle monete virtuali che prevenga nuove instabilità sui mercati».

La soluzione, per Savona, è una sola: «Gli Stati e le authority devono fare uno sforzo per riuscire a integrare le criptovalute nel loro quadro istituzionale e normativo, superando l’inadeguatezza delle loro conoscenze», così da evitare la guida da parte del mercato, che agirebbe ignorando la storia dei suoi fallimenti e rischierebbe di generare squilibri di cui patirà l’uomo della strada».

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