Crisi anche prima del Covid: il 29% di società in perdita fiscale
Dalle statistiche del Mef il 34% delle imprese registra un «rosso» in bilancio. Spinta all’innovazione con iper ammortamento e bonus ricerca e sviluppo
di Marco Mobili e Giovanni Parente
2' di lettura
Già in epoca pre-Covid la crisi si faceva sentire sul sistema produttivo. Tre società su dieci si sono dichiarate in perdita al fisco mentre si guarda solo al risultato di bilancio la quota di imprese in rosso arrivava a toccare il 34 per cento. È quanto emerge dai dati sulle dichiarazioni dei redditi 2019 (anno d’imposta 2018) pubblicati ieri dal dipartimento Finanze del Mef. Dati che evidenziano un imponibile ai fini Ires di 140,6 miliardi di euro (-1,8% rispetto al 2017) dichiarato da 1.229.010 (+2,6%) società di capitali, di cui l’89,7% è una Srl.
Spinta a digitalizzazione e innovazione
Lo scenario ante pandemia mostra anche l’utilizzo delle agevolazioni a sostegno del capitale o degli investimenti messe in campo dalle manovre dei diversi Governi che si sono succeduti negli ultimi anni per rilanciare la ripresa economica.
Tra questi spicca la spinta alla digitalizzazione e all’innovazione delle imprese. L’iperammortamento, ossia la deduzione maggiorata del 150 per cento per gli investimenti in beni «Industria 4.0», è quintuplicata rispetto all’anno precedente: a sfruttarlo sono state 17.700 società per un importo di 2,3 miliardi di euro. Anche il superammortamento relativo ai beni strumentali più tradizionali come i macchinari di produzione ha continuato ad avere un forte appeal: a indicarla in dichiarazione dei redditi sono state 295.900 società di capitali per un beneficio di 6,6 miliardi. Il 64% degli utilizzatori è compreso nelle classi di ricavo comprese tra 100mila euro e 2,5 milioni di euro a conferma che il bonus era a misura anche dei soggetti dimensionalmente più piccoli.
L’analisi in base alle dimensioni
Le Pmi la fanno da padrona anche sul credito d’imposta ricerca e sviluppo utilizzato da 29.200 società per un controvalore di 3,4 miliardi di euro (+19,5% rispetto al 2017). Come mette in luce il Mef, il l 57% del credito spettante proviene da piccole e medie imprese, il 12% da micro-imprese mentre il 16,8% dalle grandi imprese.
Ricorso alla leva fiscale per sostenere gli investimenti anche al Sud. Oltre 11.900 società (il doppio del 2017) per un ammontare di 852 milioni di euro hanno utilizzato il tax credit per i beni strumentali riservato al Mezzogiorno. Sono invece 1.764 le società che hanno utilizzato il patent box (il bonus per la valorizzazione di Know how, brevetti e solo al debutto per i marchi poi esclusi dal 2017) per un ammontare di reddito detassato e plusvalenze esenti di 4,7 miliardi di euro (pari a 1,7 volte il valore del 2017). Il 74,1% del totale dell’agevolazione è utilizzato nel settore manifatturiero.
Impatto della crisi sull’Ace
L’aiuto alla crescita economica (Ace), invece, risente dell’effetto perdite. Il bonus per gli aumenti di capitale, che riguarda 312mila società, ha infatti registrato un ammontare di deduzione non utilizzata nell'anno d’imposta 2018 e riportabile in quelli successivi pari a 11,2 miliardi di euro (+8,3% rispetto al 2017), anche per l’incapienza della base imponibile.
Fin qui l’Ires. Mentre l’Irap nel settore privato è sempre di più un ’imposta che pesa sulle grandi imprese. Anche nell’anno d’imposta 2018 si è ulteriormente ristretta la platea dei contribuenti (-2,9%), complice soprattutto la fuga di imprese individuali, autonomi e professionisti verso il regime forfettario.
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