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Crisi climatica, le 8 proposte del manifesto di Trento

Il documento della Dolomite Conference inviato alla Cop28 di Dubai. Fra i punti, un rafforzamento della governance globale e un maggior coinvolgimento delle assemblee di cittadini

di Vitaliano D'Angerio

Dolomite conference a Trento: esperti mondiali discutono di transizione climatica

3' di lettura

Più coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni sulla crisi climatica. È la richiesta che arriva forte dalla seconda edizione della Dolomite Conference sul clima che si è tenuta a Trento. Ottanta esperti di tutto il mondo, affiancati dagli studenti di Politecnico di Milano e della Bocconi, hanno discusso per tre giorni (5-8 ottobre) sulle soluzioni per contrastare il cambiamento climatico. Al termine delle sessioni, alcune a porte chiuse e altre aperte al pubblico, è stato diffuso un documento in 8 punti che verrà inviato alla Cop28 di Dubai di fine novembre.

Il manifesto di Trento

La voglia di partecipazione è stata declinata soprattutto nel primo punto del manifesto: è stata chiesta l’istituzione di assemblee globali di cittadini che possano incidere sulle decisioni sul clima; organismi che possano avere un ruolo di rilievo soprattutto nell’ambito delle Conferenze delle parti (Cop) come quella che si terrà a Dubai. Sempre nel primo punto del manifesto di Trento, è emersa la necessità di una maggiore presenza dei giovani negli organismi internazionali e nazionali: gli studenti universitari hanno chiesto anche un abbassamento del diritto di voto a 16 anni oltre a una quota giovani in tali strutture.

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Altro punto importante (il terzo) del documento è il cambiamento della struttura del fondo di loss and damage di cui si discute da tempo a livello internazionale: viene chiesto che i Paesi di tutto il mondo partecipino in proporzione del loro Pil.

Anche da Trento è arrivata poi la richiesta (punto 4) di migliorare la struttura Esg della sostenibilità: maggiore standardizzazione dei dati e rafforzamento degli organismi internazionali che si occupano di queste tematiche. A tal proposito, Giovanna Melandri, presidente di Human Foundation ed esperta di impact economy, ha proposto di cambiare la struttura di tassazione degli strumenti di investimento, abbassando per esempio le imposte sui fondi specializzati nella finanza a impatto.

Centrali nella discussione della tre giorni trentina sono state le iniziative da realizzare nelle città con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di persone nella riduzione delle emissioni di CO2 (5): per Barbara Kolm, direttore dell’Austrian Economics Center, i sindaci dovrebbero anno dopo anno comunicare ai cittadini la riduzione di CO2 realizzata nel proprio territorio; un’iniziativa che potrebbe essere effettuata anche a livello regionale. È una strada, quest’ultima, ha ribadito Kolm molto utile per sensibilizzare le persone sul tema CO2 e per stimolare l’individuazione di soluzioni a livello locale.

Il ruolo delle aziende

È chiaro poi che un ruolo chiave nella lotta al climate change lo giocano le aziende oltre che i singoli cittadini. «Come investitori l’obiettivo è di ridurre del 50% entro il 2030 l’impronta di carbonio del nostro portafoglio – ha dichiarato Giacomo Gigantiello, amministratore delegato di Axa Italia, tra gli organizzatori della Dolomite Conference –. Come assicuratori proponiamo poi l’uso di nuove tecnologie e abbiamo l’obiettivo di ridurre l’impatto delle emissioni del nostro portafoglio di auto assicurate del 20% entro il 2030».

Un’altra azienda che ha supportato l’iniziativa di Trento, è stata Autostrade del Brennero. Diego Cattoni, amministratore delegato della società, ha ricordato che il gruppo punta «a realizzare il primo green corridor d’Europa. Zero emissioni e zero incidenti. Significa per esempio puntare sulla guida autonoma: ogni anno ci sono 3000 morti in strada, la maggior parte per un errore umano. Non è più riducibile questo errore umano, perciò ci si appoggia alla tecnologia».

Trento-Dubai

La Cop28 di Dubai aprirà i battenti il 30 novembre. I lavori termineranno il 12 dicembre. A livello internazionale c’è molto scetticismo su questa iniziativa dopo gli eventi di Glasgow e Sharm el Sheikh. Le 8 proposte di Trento finiranno dunque sui tavoli degli sherpa-negoziatori di Dubai. Vedremo se raccoglieranno consensi.

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