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Crisi climatica, si possono ridurre le emissioni di CO2 anche guardando meno tv

Per ogni ora passata davanti a uno schermo di 43 pollici, immettiamo 50 grammi di CO2 nell’atmosfera, ma l’efficientamento energetico sta rendendo i televisori meno impattanti sul clima

di Niccolò Gramigni

Uno studio, la cattura di CO2 chiave per la competitività industriale

3' di lettura

Il televisore ormai è un oggetto che tutti (o quasi) hanno in casa. Si stima che in Italia ci siano quasi 43 milioni di tv, un numero impressionante se rapportato alla popolazione italiana. Con 43 milioni di tv, i consumi saranno alle stelle? In realtà il report dello studio Fieschi e soci, realtà attiva nella misurazione degli impatti e nella consulenza sulla sostenibilità, indica esattamente l’opposto. Ci sono sempre più televisioni ed è vero: tuttavia al tempo stesso - grazie ai tanti investimenti che sono stati fatti dalle aziende e dagli ambiziosi obiettivi dell’Europa sul tema dell’efficientamento energetico – il loro impatto climatico è in calo. La tecnologia degli schermi Led ad esempio ha portato dei forti miglioramenti.

I dati e la crisi climatica

Oggi dunque il rapporto tra televisori e emissioni non è direttamente proporzionale, come poteva essere fino a diversi anni fa. Secondo i dati della Commissione europea, nonostante dal 2010 al 2030 nell’Unione Europea si passi da 446milioni a 626milioni di schermi in circolazione, le emissioni di gas a effetto serra diminuiscono: da 25 a 9 Mt CO2eq/a.

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Il risultato è frutto anche delle mosse europee, volte al risparmio energetico. Da un lato l’ecodesign, con requisiti di riparabilità sempre più severi, dall’altro l’efficienza energetica che prevede anche uno schema di certificazione dell’efficienza energetica sugli schermi, che include i televisori.

La stima è arrivare entro il 2030 ad un risparmio energetico di 39 TWh all’anno, un risultato che eviterebbe l’emissione di 13 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera. Con un grande beneficio sul versante della crisi climatica

La classe energetica

È molto importante sottolineare che ormai, prima di acquistare un televisore, si può vedere la classe energetica corrispondente.

«Da A a G dove A è la migliore – spiega Elia Rillo, autore della ricerca -. Col tempo i regolamenti europei in materia di efficientamento sono diventati sempre più stringenti. Prima ci si focalizzava solo sull’energia, adesso ci sono i criteri di eco-design dove si danno punteggi più alti a quei prodotti che si possono smaltire meglio. Un vero meccanismo di economia circolare. I regolamenti europei sono molto ambiziosi, l’Europa è pionieristica in questo senso rispetto ad esempio all’Asia. Per quanto riguarda le differenze tra Paese e Paese al momento non ci sono dati specifici perché in realtà le regole valgono per tutti».

Anche se in futuro si pensa di poter realizzare un censimento di quanti televisori vengono acquistati in classe A, rispetto alle altre classi.

Il ciclo di vita di un televisore e lo streaming

A livello di efficientamento energetico è bene ricordare che un televisore ha un impatto diverso sull’ambiente a seconda del suo ciclo di vita.

Se parliamo di cambiamento climatico, spiega Rillo, «il primo elemento di attenzione è sicuramente il consumo energetico nella fase d’uso, seguito poi dalle emissioni legate alla produzione del televisore o schermo».

Alcuni studi arrivano ad attribuire il 70% delle emissioni di gas a effetto serra proprio alla fase in cui noi tutti utilizziamo i televisori con il restante 30% attribuibile alla produzione del televisore stesso. Per dare una cifra indicativa si può stimare che per ogni ora che guardiamo uno schermo da 43 pollici, immettiamo nell’atmosfera circa 50 grammi di CO2.

Anche se va detto che l’inquinamento maggiore non si ha guardando la tv, ma nella fase precedente, quella legata alla produzione del televisore. «In generale – aggiunge Rillo – possiamo dire che, grazie ai regolamenti europei, l’attenzione è massima». Il report fa, infine, una precisazione riguardo al tipo di contenuto che si vede. Se si sceglie un film o una serie in streaming i consumi nel caso dei televisori possono contare fino al 20% delle emissioni di gas climalteranti. «Questo perché con uno streaming la connessione è data dai data center», conclude Rillo.


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