ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa mediazione degli esperti

Crisi familiari, crescono le intese fuori dai tribunali

di Valentina Maglione

2' di lettura

Le domande di separazione sono cresciute dopo i periodi di lockdown e i mesi di smart working. Ma è aumentata anche la propensione delle coppie a cercare soluzioni concordate, con l’aiuto dell’avvocato di fiducia. Sono queste le tendenze rilevate dai legali esperti di diritto di famiglia nell’ultimo anno.

«Sta cambiando in modo radicale il ruolo dell’avvocato familiarista – conferma Lorenza Cracco, socia fondatrice dello studio legale Crclex, con sedi a Padova e Milano –: i clienti ci chiedono, molto meno rispetto al passato, di dare battaglia in giudizio; piuttosto, cercano un confronto per individuare la soluzione migliore per riorganizzare la vita familiare, anche con l’aiuto di altri professionisti, come il curatore del minore e il coordinatore genitoriale. E si propende sempre più per soluzioni concordate. La mia impressione è che non ci siano più risorse, né economiche, né psicologiche, da impiegare nel conflitto».

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Un’evoluzione «molto positiva», secondo Cracco, che è segno dei tempi e a favore della quale giocano diversi fattori. «Nelle coppie che si separano – spiega – si sono ridotte rispetto al passato le disparità di reddito, perché molte donne lavorano. Una situazione che favorisce un approccio più sereno alla crisi familiare, meno conflittuale». Come dire, il focus si sposta dal tentativo di “strappare” l’assegno più consistente possibile in giudizio a una ri-pianificazione consapevole e condivisa della vita familiare.

Anche perché, prosegue Cracco, «norme e giurisprudenza impongono agli ex partner una piena disclosure economica e patrimoniale per stabilire l’assegno. Ciò favorisce la prevedibilità delle decisioni. E ci sono strumenti tecnologici che consentono di quantificare con una discreta precisione l’assegno».

A rafforzare questo orientamento è la riforma civile (legge 206/2021) che, nel definire i criteri di delega per il nuovo rito in materia di famiglia, dispone che con gli atti introduttivi del ricorso le parti depositino un «piano genitoriale», con gli impegni e le attività dei figli minori, le frequentazioni di amici e parenti, i luoghi in cui si muovono e le vacanze abituali. Piano da redigere con l’aiuto dell’avvocato, che quindi gioca un ruolo chiave nella riorganizzazione della vita familiare. Che molte coppie siano esplose dopo il lockdown lo conferma Chiara Trovato, dello Studio legale Zarcone di Palermo, specializzato nei settori del diritto tributario, seguito dal fondatore dello studio, Antonino Zarcone, e in diritto di famiglia. «In molti casi – osserva – si tratta di separazioni consensuali che regoliamo stilando una convenzione di negoziazione assistita. A spingere verso questa soluzione sono i tempi lunghi in tribunale. E piace anche alle parti, che spesso affrontano con timore l’udienza. Invece la negoziazione assistita in studio aiuta a superare le paure, permette di valutare con calma tutti gli aspetti e di raggiungere un accordo davvero “tagliato su misura”, che poi viene comunque controllato dal magistrato».

Ora la riforma del processo civile intende potenziare la chance della negoziazione assistita. Si potrà infatti usare anche per le decisioni relative alle crisi delle coppie di fatto. Inoltre, «la delega dispone che sia introdotto anche per questa procedura il patrocinio a spese dello Stato, che ora non è previsto», chiosa Trovato.

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