ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl piano di Bruxelles

Crisi del gas: Ue propone tassa su extra profitti società energetiche

L’esecutivo comunitario presenta un piano di cinque interventi in vista della riunione del 9 settembre. Si parla anche di un price cap sul gas

dal nostro corrispondente Beda Romano

Ecco il piano risparmi per il gas, stretta sui riscaldamenti

2' di lettura

BRUXELLES – È un piano in cinque parti quello che la Commissione europea intende presentare ai paesi membri, pur di affrontare la crisi energetica. A due giorni da una attesa riunione dei ministri dell’Energia, l'esecutivo comunitario ha illustrato sommariamente una serie di misure. Tra queste spiccano, oltre al desiderio di chiedere alle imprese energetiche di riversare agli Stati membri i profitti in eccesso, anche obiettivi vincolanti di risparmio della corrente elettrica.

La richiesta di Bruxelles

In una breve conferenza stampa a Bruxelles, mercoledì 9 settembre, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha spiegato che Bruxelles intende proporre ai governi «obiettivi vincolanti di risparmio dell'elettricità nei periodi di maggiore consumo». La misura giunge dopo che, prima della recente pausa estiva, i Ventisette si erano messi d'accordo per risparmiare gas su base volontaria da agosto a marzo per un totale del 15%.

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La seconda misura riguarda le società che non utilizzano il gas per produrre elettricità e che in questo momento, poiché il prezzo della corrente elettrica è legato al prezzo dell'idrocarburo, stanno godendo di profitti mirabolanti. La Commissione europea propone di riversare il denaro ai governi perché possano utilizzarlo per ridurre le bollette elettriche. Secondo il Financial Times, il tetto ai profitti di queste specifiche aziende dovrebbe basarsi su un prezzo massimo di 200 MWh.

Le reazioni degli Stati

Questa misura (detta revenue capture in inglese) rischia di provocare reazioni controverse nelle file degli Stati membri. La Polonia, per esempio, la ritiene una misura fiscale e quindi da approvare all'unanimità. Varsavia, inoltre, vuole piena libertà nell'uso del denaro. In Italia, invece, alcuni specialisti non si dicono convinti dell'utilità della misura: fanno notare che nel paese i costi di produzione delle rinnovabili sono elevati e che l'uso del gas nella produzione energetica nazionale resta notevole.

La terza misura prevedrebbe un contributo di solidarietà delle società petrolifere. Nel contempo, Bruxelles propone di aiutare i paesi membri ad offrire garanzie statali alle utilities e costrette a pagare il gas a prezzi elevatissimi (oggi il costo del gas è di 12 volte superiore a quello di un anno fa). Infine, quinta e ultima misura, la Commissione intende mettere un tetto (ancora non precisato) al prezzo del gas russo via gasdotto, e possibilmente a quello di altri paesi importatori (anche via nave). Quest'ultima decisione, particolarmente controversa, potrebbe essere lasciata ai capi di Stato e di governo che si riuniranno il 6-7 ottobre a Praga.

La conferenza stampa della signora von der Leyen, che conferma molte delle opzioni circolate in questi giorni, è giunta mentre i rappresentanti dei paesi membri si sono riuniti a Bruxelles per preparare la riunione dei ministri dell’Energia di venerdì 9 settembre. Nella migliore delle ipotesi, questi ultimi potrebbero accordarsi sulle opzioni da seguire e chiedere quindi alla Commissione europea di presentare proposte concrete, possibilmente già la settimana prossima.

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