esecutivo in bilico

Crisi di Governo, il centrodestra al Quirinale: «La maggioranza non c’è»

Dopo le dimissioni del segretario Udc si fa più complessa la partita per costruire una quarta gamba al governo Conte. Una delegazione dell’opposizione ricevuta da Mattarella.

Governo, premier Conte ottiene la fiducia con 156 voti a favore

3' di lettura

Il blitz in Calabria contro la 'ndrangheta, che ha portato alla perquisizione della casa romana del segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, dimessosi immediatamente dai vertici del partito, è una tegola che rende ancora più complessa la partita dei “volenterosi”, da raccogliere in Senato per costruire la quarta gamba al governo Conte. E che manda in fibrillazione il M5S, «perché va bene tutto, ma a tutto c'è anche un limite», come si legge in uno degli sms che gira nelle chat dei parlamentari grillini. Una fibrillazione di cui si fa portavoce Alessandro Di Battista: «Chi ha condanne sulle spalle e indagini per reati gravi, perché Cesa non è certo indagato per diffamazione, non può essere un interlocutore». Intanto il centrodestra è salito al Colle: «La maggioranza è inconsistente».

Di Maio: «Mai dialogo con chi è indagato per reati gravi»

«In queste ore siamo al lavoro per un consolidamento della maggioranza ma con la stessa forza con cui abbiamo preso decisioni forti in passato, ora mi sento di dire che mai il M5S potrà aprire un dialogo con soggetti condannati o indagati per mafia o reati gravi. È evidente che questo consolidamento del Governo non potrà dunque avvenire a scapito della questione morale, dei valori che abbiamo sempre difeso e che sono fondanti del progetto 5 Stelle» scrive il ministro Luigi Di Maio su Fb mentre sono in corso le indagini della Dda di Catanzaro che vedono coinvolto il segretario dimissionario dell'Udc Lorenzo Cesa. In pratica la parola fine su qualunque possibilità di accogliere in maggioranza esponenti dell’Udc.

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Maggioranza ancora senza quarta gamba

A Palazzo Madama mercoledì ci sarà il primo showdown con il voto sulla relazione di Alfonso Bonafede. E se anche alla fine la maggioranza riuscisse a 'sfangarla', c'è la consapevolezza dell'impossibilità di andare avanti così sperando di sopravvivere ad ogni votazione delicata. Rafforzare la maggioranza, resta quindi la strada. Eppure senza la nascita di quella 'quarta gamba' anche chi sarebbe disposto a muoversi -ad esempio in Italia Viva- resta fermo. Manca l'appiglio per fare un'operazione di questo tipo, dice chi sta tenendo i contatti con i renziani in bilico. Un supporto dal Maie non viene considerata un'opzione. In ambienti centristi alla Camera lo sguardo è rivolto al premier Conte. Perché un'iniziativa del premier potrebbe sbloccare la situazione. Senza un Conte Ter e senza la certezza di una lista che faccia capo al presidente del Consiglio è complicato 'smuovere' le acque, è il ragionamento. E quindi riuscire ad arrivare a quella quota 170 al Senato, indicata da Dario Franceschini come 'soglia di sicurezza'. E che l’operazione sia ancora in alto mare traspare anche dall’appello del dem Goffredo Bettini: «Se in queste settimane riusciamo a consolidare e allargare i numeri avremo maggiore agio nella vita parlamentare, penso alle Commissioni, e allora bene. In quel caso si farà un Conte ter, il premier andrà da Mattarella e faremo quanto necessario. Spero vada così, ma non è detto.... Altrimenti si andrà al voto, che per noi è lo sbocco naturale in democrazia quando sono finite tutte le opzioni».

Bonaccini: serve una nuova squadra di governo

«Credo che serva, nel giro di pochi giorni, come penso pretenda giustamente il presidente della Repubblica, un numero di parlamentari e senatori che garantisca che i numeri» della maggioranza «vengano irrobustiti» incalza il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, per il quale però serve «un programma di legislatura, anche nuovo e rafforzato, e a mio parere anche una nuova squadra di governo».

Centrodestra chiede ritorno alle urne

Intanto il centrodestra spinge per il ritorno al voto. Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani sono stati ricevuti dal capo dello Stato Sergio Mattarella al quale hanno manifestato, a nome dell'intero centrodestra, la grande preoccupazione per la condizione dell'Italia: «Mentre emergenza sanitaria ed economica si abbattono su famiglie e imprese, il voto di martedì ha certificato l'inconsistenza della maggioranza. È convinzione del centrodestra che con questo Parlamento sia impossibile lavorare. Il centrodestra ha ribadito al Presidente la fiducia nella sua saggezza». E prima di salire al Colle Matteo Salvini aveva sintetizzato così il suo punto di vista:«Parlamentari in vendita, Var in Senato, governi minestrone, alleanze solo per la poltrona. Basta, fiducia negli italiani, la parola passi a loro».

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