Crisi, Grillo in campo: salviamo l’Italia dai barbari, no a elezioni
L’intervento del fondatore del Movimento. Ma Renzi smentisce le ipotesi di accordi con M5S per un governo alternativo che allontani il ritorno alle urne. Giorgetti: per noi scontato andare al voto. Salvini e la polemica sul doppio ruolo: più contento se le elezioni verranno gestite da altri
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Il fondatore dei 5 Stelle, Beppe Grillo, torna a farsi sentire e detta la linea: «Dobbiamo fare dei cambiamenti? Facciamoli subito, altro che elezioni, salviamo il paese dal restyling in grigioverde dell’establishment. E ancora: «Mi eleverò per salvare l’Italia dai nuovi barbari, non si può lasciare il paese in mano a della gente del genere solo perché crede che senza di loro non sopravviveremmo», scrive sul suo blog, nel primo intervento da quando Salvini ha scatenato la crisi di Governo».
Per il comico e garante del movimento «il mondo politico europeo ha un “punto fisso rispetto alle stelle”: il M5S è biodegradabile, e ci contano così tanto che non resta da fare altro: deluderli. La vita scorre per cicli: prima eri uno che tentava di tenere duro con Salvini e adesso, solo perché lui è nel pieno del suo ciclo di vuoto intamarrimento tu devi morire? Io non vorrei che la gente abbia confuso la biodegradabilità con l’essere dei kamikaze».
Il capo politico di M5S Luigi Di Maio commenta così: «Beppe è con noi ed è sempre stato con noi! Il vero cambiamento è il taglio dei parlamentari. Le vere elezioni si fanno con 345 poltrone in meno. Serve cambiare. E subito!».
In mattinata Di Maio aveva liquidato come una «bufala» le ipotesi di dialogo tra pentastellati e Pd. E per dare la sua lettura dello strappo della Lega e della linea politica pentastellata. «Queste cose nella storia si pagano, l'ho detto anche nell'ultima telefonata a Salvini prima della fine. La superbia non ha mai portato lontano nessuno», si legge in un post su Fb del capo politico M5S.
Le parole di Grillo arrivano fino a Isola Capo Rizzuto (Crotone), dove Salvini è impegnato nel suo tour sulle spiagge: «Tamarro? Cosa rispondi a uno che ti definisce così? - dice il vicepremier e capo leghista -. Non vedo una grande contestazione politica. Oggi ho ricevuto attacchi da Grillo e da Richard Gere . Me ne farò una ragione. Io rispondo agli italiani non a Grillo e Gere». Salvini risponde poi alle polemiche relative al suo doppio ruolo di candidato premier e di ministro dell’Interno: «L’importante è che le elezioni ci siano, poi se le gestisce qualcun altro sono pure più contento perché avrò più tempo».
Per il leghista Giancarlo Giorgetti «bisogna prendere atto della situazione e dare la palla al presidente della Repubblica, come dice la Costituzione. A noi - aggiunge il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - sembra naturale e scontato andare a nuove elezioni». Poi parlando del premier dice: «Mi sembra di aver capito che Conte non si voglia dimettere ma voglia andare a una conta in aula e questa è una rottura traumatica».
Dal Pd, intanto, Matteo Renzi smentisce ogni ipotesi di accordo con i pentastellati. «Oggi i giornali sono pieni di retroscena su accordi segreti tra noi e i Cinque Stelle. Qualcuno già ipotizza che io possa votare la fiducia a Fico premier. E perché non Toninelli premier allora? O Di Battista? Sono ragazzi così preparati e competenti. Dai, ragazzi, non scherziamo». Su Facebook, l'ex premier e senatore dem Matteo Renzi dice la sua sulle ipotesi di "inciucio" che secondo molti osservatori sarebbero in cantiere tra il Pd e il M5S per scombinare i piani di Matteo Salvini e allontanare le urne.
«La crisi del peggior Governo della Repubblica andrà in Parlamento nei prossimi giorni, seguendo le regole costituzionali: in quella sede, e anche sui giornali, sui social, nelle piazze io dirò quello che penso sull'aumento dell'Iva, sulla riduzione del numero dei parlamentari, sul chi deve gestire le elezioni dal Viminale e da Chigi. Io non faccio accordicchi segreti, io parlo con interviste, con interventi, con post», aggiunge riferendosi alle polemiche legate ai tempi per la soluzione della crisi innescata giovedì scorso a Pescara da Salvini.
«Non esistono le condizioni politiche per un altro governo, almeno con il Pd: è la linea che la direzione nazionale ha approvato 15 giorni fa all'unanimità», precisa poco dopo la vicesegretaria dem Paola De Micheli, e «la manovra che ci aspetta, da 23 miliardi, ritengo debba essere fatta dopo un chiaro mandato popolare». Parole che per una volta sembrano allineare perfettamente il partito e il leader della minoranza interna.
Da parte sua, in attesa di indizi concreti, il leader della Lega, dalla spiaggia di Policoro, in Basilicata (altra tappa del suo tour estivo sulle spiagge italiane, dove un gruppo di persone lo contesta con alcuni striscioni polemizzando con i suoi sostenitori) ribadisce che un Governo Renzi-Di Maio «sarebbe tragico, sarebbe un insulto agli italiani e alla democrazia». E torna a battere il tasto delle "urne subito". «L’unica cosa che mi aspetto è che il Parlamento si esprima il prima possibile, non dopo Ferragosto ma prima di Ferragosto», spiega. «Io - aggiunge - guardo avanti e sto preparando un Governo stabile, coraggioso e serio per gli italiani. Se non fossero arrivati tutti No, non avremmo fatto quello che abbiamo fatto».
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