Le prospettive dell’economia

Csc: recupero spedito del Pil, vicini a 6% ma resta incertezza

Il Centro studi Confindustria: pesa la scarsità di materie prime e la ripresa dei contagi Covid

Cresce il Pil nel secondo trimestre e accelera l'inflazione

2' di lettura

«Prosegue spedito il recupero del Pil italiano» ma restano le incertezze legate a scarsità di materie prime e andamento dell’epidemia Covid. Lo sottolinea il Centro studi di Confindustria che nella congiuntura flash di settembre scrive: «Dopo il forte rimbalzo del secondo trimestre (+2,7%), nel terzo trimestre i principali indicatori stanno tenendo, nonostante gli effetti della scarsità di alcune materie prime e semilavorati e la ripresa dei contagi. Rimane molta incertezza per il quarto trimestre, legata al proseguimento dell’epidemia. Il 2021, comunque, potrebbe chiudersi con un recupero vicino al +6,0%».

Ripartenza dei consumi privati

I consumi privati, osserva il Csc, sono ripartiti nel 2° trimestre (+12 miliardi, pari a +5,0%), trascinati dalla spesa in servizi (viaggi e spese fuori casa) e le attese per il terzo trimestre sono di «ulteriore risalita» anche perché «resta da spendere circa metà dell’extra-risparmio accumulato dalle famiglie durante il lockdown”, stimato in primavera «in 26 miliardi».

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In agosto, gli ordini interni dei produttori di beni di consumo sono quasi tornati ai valori pre-crisi e la fiducia delle famiglie ha tenuto e hanno una dinamica «robusta» anche gli investimenti dopo un +2,4% in primavera che li ha portati molto oltre i valori pre-crisi, con ordini su un trend di aumento.

I servizi nuovo traino della crescita

L’industria, principale motore finora, sta gradualmente passando il testimone ai servizi nel trainare la crescita, «in parte, perché inizia a pesare anche in Italia la scarsità di alcuni input produttivi, che già preoccupava da alcuni mesi» e «in parte perché non si sono avuti altri blocchi per i servizi: nel turismo la ripresa estiva c’è stata, anche se siamo ancora molto sotto i valori pre-Covid e la fiducia delle imprese di servizi ha perso pochissimo in agosto».

I prezzi energetici trascinano l’inflazione

Quanto all’inflazione in salita anche in Italia negli ultimi mesi (+2,1% annuo in agosto), si deve «in larga parte» all’aumento «dei prezzi energetici (+19,8%), sulla scia del rincaro del petrolio negli scorsi mesi. L’inflazione al netto di energia e alimentari è bassa (+0,6%), indicando che le pressioni domestiche sono moderate. Finora, nei prezzi al consumo italiani non si legge un impatto dei rincari delle commodity non energetiche, né della loro scarsità. Ciò aiuta i consumi, ma comprime i margini delle imprese. Negli altri paesi Euro c’è traccia di rincari nei beni industriali, ma il contributo maggiore al rialzo viene dall’energia.

La ripresa del’export

L’export resta in salute ed è tornato a crescere a giugno (+0,4%), consolidandosi sopra i livelli pre-crisi (+0,7%). Il recupero è eterogeno tra settori e mercati. Nel 2° trimestre 2021 (rispetto al 2019) sono in robusta crescita i prodotti in metallo, gli alimentari, gli elettronici-ottici, mentre calano farmaceutico e tessile-abbigliamento; in forte espansione le vendite verso Cina, Paesi Bassi, Belgio e Germania, negative verso India, Giappone, OPEC e Asean. Le prospettive per il 3° trimestre sono incerte, secondo gli ordini manifatturieri esteri: segnala espansione il PMI, ma in luglio-agosto sono in lieve calo i giudizi delle imprese. Ciò riflette la minor espansione del commercio mondiale che, dopo essere tornato a crescere a giugno (+0,5%), vede un rallentamento in estate segnalato dal PMI globale.

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