ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùCongintura flash

Csc: nel secondo trimestre Pil in crescita ma a ritmi più moderati

Il calo del prezzo del gas è una spinta positiva ma i consumi sono frenati dall’inflazione, sugli investimenti pesa il costo del credito. In Italia i profitti non hanno contribuito al balzo dell’inflazione

di Nicoletta Picchio

Pil, Italia meglio di Germania e Francia

3' di lettura

La crescita dell’Italia prosegue nel secondo trimestre, ma a ritmi più moderati: il secondo trimestre si è aperto con qualche segnale debole per il paese, dopo il buon andamento del Pil a inizio anno. La situazione è solida nei servizi, meno nell’industria e nelle costruzioni. È la fotografia dell’economia italiana scattata dal Centro studi di Confindustria, con la nota Congiuntura Flash.

La frenata del fatturato

L’Rtt index (sviluppato da Csc e la TeamSystem) segnala in aprile una frenata del fatturato in tutti i settori. Una potente spinta positiva arriva dal calo del prezzo del gas, ma i consumi restano zavorrati dall’inflazione, gli investimenti dal costo del credito e, a causa della frenata mondiale, si è fermato l’export.

Loading...

L’industria

L’industria resiste: la produzione è diminuita ancora a marzo, -0,6%, terzo calo consecutivo, ma chiude il primo trimestre negativa di poco, -0,1% grazie alla buona eredità di dicembre. Il PMI di aprile è calato a 46,8 da 51,1 e la fiducia delle imprese è di nuovo calata.

Crescono i tassi, prestiti in calo

Salgono i tassi: quello pagato sui prestiti dalle imprese è balzato a 4,30 a marzo, oltre il triplo del livello di fine 2021 (1,18). Il credito a condizioni più onerose fa sì che lo stock di prestiti alle imprese si stia contraendo sempre di più (-1,0% a marzo).

Gli investimenti in crescita (ma di poco)

Per quanto riguarda gli investimenti, crescono, anche se di poco: l’aumento della produzione di beni strumentali (+0,3% nel primo trimestre) delinea buone prospettive. Le risorse a disposizione delle imprese manifatturiere per fare investimenti non sono molte, visti anche i margini operativi compressi.

Profitti in Europa

Congiuntura Flash dedica un focus proprio su questo aspetto, confrontando l'Europa e l’Italia: nel 2022 c’è stato nell’Eurozona un forte aumento dei profitti unitari (calcolati in base al mol), +8,1 in media sul 2021 (stime Csc), in particolare il commercio, +19,4, le costruzioni, +17,6, nei settori energetici-estrattivi, +43,4. Nella manifattura +10,3, mentre nei servizi c'è stata una sostanziale stabilità (-0,4%, esclusa la Pa). Dati che, dice il testo, ricalcano le evidenze della Bce.

In Italia i profitti non alimentano l’inflazione

In Italia la dinamica dei profitti unitari è differente: per il totale economia la crescita è +3,5 nel 2022 rispetto al 2021, molto più bassa che nell’Eurozona. I settori che hanno avuto aumenti significativi sono l’energetico-estrattivo e il commercio, +8,0%. Hanno subito una flessione dei profitti unitari sia i servizi, -2,6, che le costruzioni, -3,8. La manifattura ha avuto un forte calo, -8,1% in media nel 2022, nonostante il recupero dell'ultimo trimestre. Quindi, sottolinea il Csc, la tesi per cui l’aumento di profitti ha alimentato l’inflazione non si applica pienamente all’Italia.

L’analisi della Commissione Ue

Un’analisi della Commissione Ue, cita Congiuntura Flash, giunge a risultati analoghi: mostra che in tutti i paesi europei, nel 2022, i profitti unitari hanno contribuito molto al balzo dell’inflazione, tranne che in Italia. Tra i motivi che possono spiegare la dinamica più bassa dei margini in Italia sono elencati: un maggior aumento dei prezzi energetici, minore dimensione delle imprese, maggior peso di settori a valle, strategie di prezzo mirate a sostenere i volumi.

Questo può frenare la crescita degli investimenti nella manifattura, perché riduce la possibilità di autofinanziamento delle imprese, in una situazione in cui le disponibilità liquide sono in calo e il credito si riduce.

Consumi

Tornando alla congiuntura, il Csc denota segnali misti sui consumi: a marzo è proseguito il calo dei beni alimentari, -0,7 in volume, mentre sono ripartite le vendite di auto. A livello internazionale si registra debolezza nell'Eurozona, negli Usa riparte l'industria, frena la Cina mentre cresce l’India.

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti