Csm boccia riforma Cartabia, Camera ancora ferma
La Commissione Giustizia ha chiesto altre due settimane per esaminare il testo, che approderà in Aula non più il 29 marzo ma l’11 aprile
I punti chiave
2' di lettura
Per la riforma Cartabia del Csm la strada si fa sempre più in salita. L’incontro della Guardasigilli con la maggioranza alla Camera, per sciogliere i nodi, si è risolto con la presa d’atto delle distanze presenti e la decisione di far slittare di due settimane l’approdo in Aula della riforma. Negli stessi minuti dal Consiglio superiore della magistratura è arrivato un parere che ha bocciato il testo, addirittura con un allarme sull’indipendenza dei magistrati.
L’incontro con i capigruppo di maggioranza
A Montecitorio la Ministra ha incontrato per la prima volta i capigruppo di maggioranza in Commissione Giustizia, per un confronto sui 250 emendamenti depositati sulla sua riforma, a sua volta attesa dai deputati dallo scorso ottobre ma giunta alla Camera solo tre settimane fa. Non si è potuto che prendere atto delle distanze su alcuni (pochi) nodi, che però rappresentano punti essenziali del provvedimento: la legge elettorale del Csm, le porte girevoli, la separazione delle funzioni e la valutazione dei magistrati. Punti su cui tutto il centrodestra ma anche Enrico Costa di Azione, chiedono modifiche importanti; anche M5s ha idee diverse dalla Guardasigilli per esempio sulle porte girevoli. A fare da corazziere a Cartabia è rimasto il solo Pd, che con Franco Vazio ha sottolineato che la riforma è passata dal Consiglio dei ministri e quindi non può essere stravolta.
Slitta l’approdo della riforma in aula alla Camera
Giovedì 24 marzo ci sarà un nuovo incontro per trovare almeno le prime intese. Nel frattempo la Commissione Giustizia ha chiesto altre due settimane per esaminare il testo, che approderà in Aula non più il 29 marzo ma l’11 aprile.
La bocciatura della riforma da parte del Csm
Mentre Cartabia incontrava la maggioranza, a Palazzo dei Marescialli il Csm ha approvato un parere sulla riforma in cui boccia il sistema elettorale previsto dalla Ministra, nonché altre norme che riguardano l’azione disciplinare del Ministero a carico dei magistrati, le porte girevoli, la valutazione dei magistrati per la progressione delle carriere (non piace che gli avvocati possano votare nei Consigli giudiziari per mettere i voti ai magistrati). Da registrare una spaccatura nel Consiglio tra togati e laici, con questi ultimi che hanno votato contro o si sono astenuti sui diversi punti. Resta l’incognita sui tempi di approvazione della riforma, che dovrebbe diventare legge entro maggio per poter essere applicata per la prossima elezione del Csm a giugno-luglio. Di qui la richiesta di Federico Conte (Leu) di coinvolgere i senatori negli incontri per far sì che il Senato approvi senza modifiche il testo della Camera.
loading...