Giustizia

Csm: Commissione approva riforma, il 19 in aula alla Camera

La Lega ha votato sì a un emendamento di Fdi sulla separazione delle funzioni, in una versione diversa da quella concordata con la maggioranza. L’emendamento non è passato ma la Lega è il secondo partito della maggioranza, dopo Iv che sta votando contro la riforma, a prendere le distanze dall’esecutivo

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2' di lettura

La Commissione Giustizia della Camera ha approvato il mandato al relatore sulla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario. In favore la maggioranza, tranne Iv che si è astenuta; contro Fdi e Giusi Bartolozzi (Misto). Il testo è atteso in Aula martedì prossimo, 19 aprile. Nella notte di mercoledì 13 aprile la Commissione ha concluso le votazioni sugli emendamenti. La seconda commissione di Montecitorio ha approvato i 19 presentati dei relatori che contengono le misure concordate dalla maggioranza in materia di sistema elettorale, magistrati fuori ruolo e separazione delle funzioni.

Maggioranza avanti a rilento

Con diverse sbandate in curva, la riforma dell’ordinamento giudiziario procede dunque in Commissione Giustizia alla Camera, con la Lega che per la prima volta ha votato contro il governo, seppur senza mandarlo “sotto”. All’andamento parlamentare farraginoso, per la difficoltà della maggioranza di chiudere le intese sugli aspetti minori del testo, corrisponde una presa di posizione decisa di Area, la componente di sinistra della Magistratura che ha annunciato l’intenzione di proporre lo sciopero quando l’Anm si riunirà il 19 aprile, giorno in cui dovrebbe arrivare il provvedimento in Aula alla Camera.

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La protesta di Area

La riforma del Csm, hanno detto i componenti di Area eletti nel direttivo dell’Anm, «contiene profili devastanti per l’indipendenza e l’autonomia della magistratura e provocherà “danni ai cittadini che chiedono giustizia». Di qui la proposta che verrà portata il 19 della proclamazione dello sciopero. Una dichiarazione di guerra che non ha tuttavia scosso i partiti e il governo da cui non sono giunti commenti.

L’intesa nelle linee generali è stata raggiunta sabato 9 aprile

Maggioranza ed esecutivo sono invece alle prese con le difficoltà di stringere tutti i bulloni di una intesa che, nelle linee generali e sui grandi temi, è stata raggiunta sabato scorso, 9 aprile, con la ministra Cartabia. Dopo una seduta notturna martedì fino a mezzanotte, in cui si sono votati una ventina di emendamenti (su 140), una lunga seduta pomeridiana mercoledì ha dato un identico modesto esito.

Certamente i ripetuti interventi di Iv (con Cosimo Ferri), Fdi (con Carolina Varchi), nonché di Andrea Colletti di Alternativa e della deputata-magistrato Giusi Bartolozzi (Misto) hanno rallentato i lavori: ma la causa principale dell’incedere lento sta nel fatto che molti emendamenti della maggioranza vengono riformulati, anche più volte, in cerca di un accordo, e gli emendamenti del governo vengono accantonati per passare ad altri articoli, come è accaduto per quello sui provvedimenti disciplinari a carico dei magistrati.

Lega vota emendamento Fdi su separazione funzioni

Non è mancato un momento di brivido allorquando la Lega, con Ingrid Bisa, ha annunciato il sì a un emendamento di Fdi sulla separazione delle funzioni, in una versione diversa da quella concordata con la maggioranza. Fi, con Pierantonio Zanettin, ha subito annunciato il voto contrario, per rispetto ai patti di maggioranza. L’emendamento non è passato ma la Lega è il secondo partito della maggioranza, dopo Iv che sta votando contro la riforma, a prendere le distanze dall’esecutivo seppur su un punto solo. Una nuova maratona notturna tenterà di concludere i voti e rispettare l’impegno di portare il testo in Aula martedì dopo Pasqua.

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