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Cuba e i suoi vaccini, una storia di successo in mezzo a mille paradossi

L'isola fa fatica a mantenere le luci accese, ma ha vaccinato più cittadini contro il Covid19 di qualsiasi altra grande nazione al mondo

di Biagio Simonetta

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3' di lettura

È una storia fatta di paradossi, quella di Cuba. Di vittorie incredibili e mancanze clamorose. E le cose non sono mai cambiate. Neanche oggi, che l'isola fa fatica a mantenere le luci accese, ma ha vaccinato più cittadini contro il Covid19 di qualsiasi altra grande nazione al mondo.

Più del 90% della popolazione cubana è stata vaccinata con almeno una dose di vaccini prodotti a L'Avana, mentre l’83% ha completato il ciclo con due dosi. Fra i Paesi con una popolazione superiore al milione di persone, solo gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto meglio. Ma parliamo di dinamiche ed economie diverse. Tremendamente diverse.«Cuba è una vittima del realismo magico», ha detto al Guardian John Kirk, docente esperto di Paesi latinoamericani presso la Dalhousie University, in Canada. «L’idea che Cuba, con solo 11 milioni di persone e un reddito limitato, possa essere una potenza biotecnologica, potrebbe essere incomprensibile per qualcuno che lavora alla Pfizer, ma per Cuba è possibile».

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Come la maggior parte dei paesi dell’America Latina, Cuba sapeva che avrebbe avuto difficoltà ad acquistare vaccini sul mercato internazionale. Così, nel marzo 2020, mentre i già difficili equilibri economici traballavano per la contrazione delle entrate turistiche e per le nuove feroci sanzioni statunitensi, gli scienziati cubani si sono messi al lavoro. Una missione precisa: produrre un vaccino contro Covid19.

Due vaccini approvati

Sembrava impossibile, e invece la scommessa ha dato i suoi frutti: e nella primavera del 2021 Cuba è diventato il Paese più piccolo al mondo a sviluppare e produrre con successo i propri vaccini anti-Covid, producendone addirittura due. Da allora il suo servizio sanitario – descritto da molti come ben attrezzato, ma fatiscente – ha iniziato una somministrazione rapidissima, vaccinando anche i bambini piccoli.

Entrambi i vaccini hanno un’efficacia superiore al 90%, secondo gli studi clinici condotti dagli scienziati cubani. E grazie a questi vaccini i tassi di infezione sull'isola sono passati da quelli più alti dell’emisfero occidentale ai livelli bassissimi odierni. Lo scorso agosto, Cuba faceva registrare centinaia di decessi Covid a settimana; la settimana scorsa erano tre.

Il paradosso degli antibiotici

Il successo del vaccino diventa un paradosso, se confrontato con lo stato precario del servizio sanitario cubano. La crisi economica e l'embargo che stringe Cuba in una morsa da anni, ha reso introvabili gli antibiotici. Tanto che oggi 20 pillole di amoxicillina vengono scambiate sul mercato nero per l’equivalente del salario minimo statale di un mese. Come se in Italia ci chiedessero 1.500 euro per una scatola di Zimox. Ma gli antibiotici non sono l'unico dramma: manca il gesso per le fratture, e i medici di alcune province cubane sono costretti a immobilizzare le ossa rotte con del cartone usato.

Il fenomeno Don Chisciotte

«Sin dalla rivoluzione del 1959, i cubani hanno intrapreso queste grandi crociate che sono donchisciottesche ma spesso di successo», ha detto al Guardian, Gregory Biniowsky, un avvocato con sede all’Avana. E un ottimo esempio – secondo Biniowsky - è stato il sogno irrealizzabile di Fidel Castro di investire un miliardo di dollari in biotecnologie dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica.

«Qualsiasi consigliere razionale avrebbe detto che non era il momento di investire risorse in qualcosa che avrebbe potuto dare i suoi frutti in 25 anni. Eppure eccoci qui ora... dove questi frutti degli investimenti biotecnologici stanno salvando vite». Va detto che altre missioni hanno fallito drammaticamente: il Ten Million Ton Sugar Harvest del 1970 mirava a produrre una quantità di zucchero senza precedenti per stimolare la crescita. E invece è stato un flop colossale, e l'anno scorso Cuba ha raccolto sette volte meno zucchero rispetto al 1959.

«Come nazione c’è la tendenza a diventare davvero bravi con le cose grandi e terribili nelle cose di tutti i giorni», ha detto Hal Klepak, un docente di storia e strategia presso il Royal Military College of Canada. E coi vaccini sembra essere andata proprio così. Adesso, con l'incognita Omicron (non ci sono veri studi sull'efficacia dei vaccini cubani contro questa variante), gli scienziati hanno iniziato a lavorare per aggiornare i loro vaccini, al pari dei colleghi americani ed europei. Nel frattempo, il ministero della salute pubblica sta accelerando con la campagna di richiamo, e punta a somministrare a quasi tutta la popolazione una dose extra di vaccino entro gennaio. Sembra impossibile. Per questo Cuba può farcela.


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