Cucinelli, utile a +32%. Alzate le stime sui ricavi dell’intero 2023 (+19%)
I ricavi sono saliti del 31% a 544 milioni, con crescite a due cifre in tutte le aree geografiche e in ogni canale di vendita
di Giulia Crivelli
2' di lettura
Un mosaico di date simili a una congiuntura astrale – anzi, molto terrena – estremamente positiva per Brunello Cucinelli. Mancano pochi giorni al settantesimo compleanno del suo fondatore e tra due settimane si terrà la fashion week di Milano, dove Cucinelli presenterà la collezione donna. E sono passati meno di due mesi dall’annuncio dei dati preliminari del primo semestre, tra i migliori dell’intero settore dell’alta gamma: i ricavi sono saliti del 31% a 544 milioni, con crescite a due cifre in tutte le aree geografiche e in ogni canale di vendita. Già a metà luglio, alla luce del solo dato sulle vendite, le stime per l’intero 2023 erano state portate dal +15% ipotizzato dopo i dati del primo trimestre, a una forchetta compresa tra il +17 e il +19%.
Cresce la redditività
Ieri, con l’approvazione degli indici di redditività, la stima per il 2023 è stata confermata a +19%, che porterebbe il fatturato annuale dai 920 milioni del 2022 a quasi 1,1 miliardi. A Brunello Cucinelli però, lo ha dimostrato in diverse occasioni, più che il dettaglio dei numeri trimestrali interessa il quadro generale e il futuro a medio e lungo termine dell’azienda che ha creato. Commentando i dati semestrali, ha ricordato gli obiettivi di sostenibilità ambientale già raggiunti (in anticipo) e quelli che proiettano verso il 2050. Obiettivi possibili anche grazie alla sostenibilità economica dell’azienda, come dimostrano gli indici di redditività. L’Ebit è cresciuto del 51,8% a 87,7 milioni, con una marginalità del 16,1% sul fatturato (era al 13,9% al 30 giugno 2022); l’utile netto è salito del 31,9% a 66,7 milioni, con una marginalità del 12,3%. A fronte di 34,9 milioni di investimenti, si legge nella nota diffusa ieri, la struttura patrimoniale resta solida e l’indebitamento finanziario netto caratteristico (escludendo cioè i debiti finanziari per leasing) al 30 giugno 2023 risulta di 38,6 milioni (erano 63,8 milioni alla fine del primo semestre dello scorso anno).
Nuovi scenari possibili
Negli ultimi due mesi il lusso si è distinto per diverse M&A, dall’acquisizione di una quota del 30% di Valentino da parte di Kering per 1,7 miliardi di euro a quella di Capri Holding (che ha in portafoglio Versace) portata a termine dal gruppo americano Tapestry per 8,5 miliardi di dollari. Ora che Cucinelli si avvia a essere una delle (poche) “one billion company” italiane della moda, potrebbe pensare ad altre operazioni, ma per rafforzare la filiera, magari sul modello di quella siglata con Chanel in maggio per avere una quota del Lanificio Cariaggi (24,5% ciascuno). Sempre di M&A si tratta, ma con una logica diversa dalle maxi operazioni di Kering e Tapestry:lo scopo non è (solo) avere maggiore massa critica, ma gettare le basi per una crescita sostenibile, ovvero che non avvenga a scapito della qualità, da sempre “ossessione” di Brunello Cucinelli (e di Chanel).
Consigli24: idee per lo shopping
Scopri tutte le offerteOgni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link, Il Sole 24 Ore riceve una commissione ma per l’utente non c’è alcuna variazione del prezzo finale e tutti i link all’acquisto sono accuratamente vagliati e rimandano a piattaforme sicure di acquisto online
loading...