
In concomitanza delle tante iniziative britanniche che rievocano gli anni del punk la Galleria Carla Sozzani presenta “Punk in Britain”: oltre 90 fotografie che ritraggono i protagonisti del punk britannico dalla metà degli anni 70 in poi. La mostra è divisa in due parti: la prima con le fotografie di Simon Barker, Sheila Rock, Ray Stevenson, Karen Knorr, i disegni, collage e grafiche di Jamie Reid; la seconda è una sezione speciale dedicata ai video e alle fotografie di John Tiberi.
Una mostra ricca di immagini di un movimento povero il Punk, il cui significato è proprio “ da due soldi” nato sulla strada come una forma di ribellione dei giovani inglesi, espressa attraverso lo stile e la musica. Come era stata la Swinging London a dettare il trend al mondo intero per gli anni Sessanta analogamente il punk lo ha fatto per i Settanta. Milano, a conferma della propria vocazione internazionale, ieri come oggi, con questa mostra torna a provocare con una riflessione su un'epoca e un'attitudine umana tipica di quando si avverte il bisogno di “ un modo diverso di pensare e di essere”, come scrive Sheila Rock, la fotografa che si era trasferita da New York a Londra proprio per documentare il Punk. Una mostra con commento di un'importante colonna sonora dell'epoca sottolineata dal testo manifesto “ Cause I wanna be Anarchy, in the city” dall' effetto di spaesamento spazio temporale per il mix di suoni e immagini ruvide capaci di far rivivere una stagione il cui impatto vive tuttora nella musica, l'arte, la moda e la creatività del Regno Unito e non solo. Basti pensare alla “Street Art” e al “Grime”, ossia il garage rap, per capire che il loro stile e attitudine alla vita proviene dallo spirito di King's Road, quando era vivacizzata dalle creste di capelli multicolori, libera espressione di controcultura e ribellione.
Comunque è una celebrazione controversa quella del Punk come indicano le polemiche sul festival inglese di “Punk London”, a cui si richiama il nostro “Punk in Britain”, realizzato con fondi in parte provenienti dall'ente pubblico “English Heritage”, che per alcuni tradisce proprio l'originario senso anti-Establishment anche per il fatto che tra i personaggi a favore delle celebrazioni figurino il conservatore Boris Johnson, sindaco della Capitale, nonché, per ironia della sorte, anche la regina all'epoca oggetto di strali del movimento punk .
Anche se addomesticato dal tempo trascorso si avverte ancora la carica dello spirito contro le convenzioni dello status quo per essere liberi dai condizionamenti e la fotografia, più di ogni altra forma di immagine, fissa in modo chiaro quello spirito indomito. Certo in giro non ci sono più i fan accaniti di Billy Idol, di Adam Ant e della prima vera dark lady Siouxsie Sioux, così come lo erano quei fotografi come Simon Baker , Ray Stevenson, famoso per lo scatto icona del movimento “Catwoman”, 1976, che appartenendo a quel giro artistico hanno ripreso con un punto di vista ravvicinato e con semplici macchine tascabili il movimento Punk.
Punk in Britain
Milano, Galleria Carla Sozzani, Corso Como 10 Milano
12 giugno - 28 agosto
Ingresso libero
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