
VENEZIA – «Ebbene, ora lo posso dire: per la festa dei 75 anni ci siamo ripresi il Des Bains». Era da tanto che il presidente della Biennale, Paolo Baratta, avrebbe voluto fare questo annuncio. Tanto ricchi di suggestioni e richiami alla storia del cinema sono gli spazi del Des Bains, uno dei due alberghi storici del Lido di Venezia (sulla terrazza dell’altro, l’Excelsior si tenne la prima edizione della Mostra nell’agosto del ’32).
In mostra materiali dell’archivio storico
Nel luglio scorso a Roma, alla presentazione della rassegna veneziana Baratta ha spiegato che la Biennale, lunedì 27 inaugurerà
nei saloni al piano rialzato del Des Bains, (dove si trova anche la sala Visconti) un’esposizione sulla storia della Mostra
del Cinema, con materiali dell’Archivio Storico della Biennale, intitolata Il Cinema in Mostra. Volti e immagini dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1932 – 2018. Inziativa che fa parte del programma di esposizioni che dal 2009 la Biennale organizza per valorizzare i materiali dell’Archivio
Storico e per portare alla luce periodi ed episodi significativi della propria storia. La mostra sarà essenzialmente fotografica
con 1480 immagini, 5 documentari, 6 filmati con sequenze di 120 film, da Dr Jekyll and Mr Hyde con cui nel ’32 la Mostra si aprì, a The Shape of Water, La forma dell’acqua, vincitore del Leone d’oro 2017.
La collaborazione tra Biennale e Coima
L’iniziativa è curata dal direttore del settore cinema della Biennale, Alberto Barbera ed è stata resa possibile dalla collaborazione
con Coima SGR, per conto del Fondo Lido di Venezia II che da tre anni è subentrata a East Capital su richiesta di alcuni investitori
istituzionali preoccupati per l’eccessiva paralisi dei progetti di recupero e valorizzazione dei due alberghi storici del
Lido, Excelsior e Des Bains. Coima è una piattaforma leader nell’investimento, sviluppo e gestione di patrimoni immobiliari
per conto di investitori istituzionali internazionali e domestici e gestisce attualmente 22 fondi di investimento immobiliari
con oltre 5 miliardi di euro di investimenti e ha nel proprio portafoglio oltre 150 proprietà. Secondo Baratta nello spirito
del programma avviato nel 2010 «stiamo procedendo con sistematicità nel portare vita nuova negli edifici storici del Lido,
in modo da sostenere la sua rinascita». A giudizio del presidente della Biennale ci vorranno almeno due, tre anni per riportare
il Des Bains agli antichi fasti ma secondo Manfredi Catella, fondatore e amministratore delegato di Coima «lo sviluppo per
Des Bains verrà ripreso dopo la valorizzazione dell’Ecxelsior per il quale sono stati già investiti in 18 mesi 20 milioni
di euro; per Des Bains si partirà nel 2021 con una destinazione solo alberghiera e i primi risultati si potranno avere non
prima del 2023». Catella ricorda come nell’azione della società per rilanciare i due alberghi «è venuta quasi naturale l’interlocuzione
con la Biennale per i rapporti storici tra il mondo del cinema e le due strutture; la riapertura simbolica del Des Bains per
la Mostra – osserva Catella - va proprio incontro alla volontà della Biennale di riappropriarsi di uno dei suoi luoghi identitari
e al desiderio dei cittadini e delle istituzioni di vedere rinascere una parte vitale del proprio territorio”.
Catella (Coima): gli arredi storici non sono andati persi
Catella smentisce, inoltre, che gli arredi storici delle sale al piano rialzato del Des Bains siano andati definitivamente
persi negli ultimi nove anni, ossia da quando l’albergo è stato chiuso. «Certo – osserva l’ad di Coima – molti pezzi non sono
più recuperabili ma gli arredi e i pezzi storici sono state inventariati e ben conservati a cominciare dal grande lampadario
di Barovier di Murano, forse il più grande mai realizzato».
Da Thomas Mann a Luchino Visconti
Il Des Bains era stato progettato da Raffaello e Francesco Marsich fu inaugurato il 5 luglio del ’900 come volano per l’urbanizzazione
del Lido insieme all’Excelsior (inaugurato otto anni più tardi). Nel 1912 il Des Bains ispirò Thomas Mann che vi ambientò
il suo Morte a Venezia. Pochi anni dopo un incendio devastò un’intera ala dell’albergo poi ricostruita così come furono riparati in fretta i danni
della pesante alluvione del ’66. Il regista Luchino Visconti nel 1970 vi girò molte scene del suo Morte a Venezia tanto che per anni, fino alla sua chiusura, chi attraversava la lobby non poteva non correre con l’immaginazione alle immagini
dello schermo e agli scambi di sguardi tra il compositore Gustav Von Ashenbach (Dirk Bogarde) con il giovane Tadzio (Bjon
Andersen) accompagnato dalla madre (Silvana Mangano) o non ascoltare l’eco delle note della 3° e 5° di Gustav Malher, colonna sonora del film. Un albergo trasformato in set anche per il regista Anthony Minghella che nel ’96
vi girò alcune scene del suo Paziente inglese. Poi il lungo declino che si spera, ora, di interrompere al più presto.
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