
“Dal Gesto alla Forma” è una collettiva costruita su un set di ottanta opere donate dai coniugi Schulhof alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia
nel 2012. La mostra si presenta come la testimonianza di una scelta, rispetto all'arte visuale del loro tempo, che Rudolf
Schulhof (1912 – 1999) e Hannelore Schuholf (1922-2012) acquisirono seguendo uno stile libero dalle convenzioni e dalle mode.
Essi trovano nel “gesto” di collezionare, la “forma” e l'essenza culturale di un'epoca storica, quella del dopoguerra europeo e americano e, negli anni, diedero vita a un corpo
di opere che conta oltre 300 lavori tra dipinti, sculture, fotografie e disegni.
Gli Schulhof, tedesca lei e boero lui, lasciarono l'Europa per gli Stati Uniti allo scoppio della prima guerra mondiale. Rudolph
Schulhof, in America, riprese la proficua attività industriale tipografica, specializzata in biglietti di auguri e riproduzioni
artistiche, avviata dal padre della moglie in Europa.
Iniziano a collezionare nel 1947. Forti di un solido background culturale europeo, il loro interesse si orienta in primis
verso l'arte delle post avanguardie europee, ma a seguito dell'incontro con il mercante Justin K. Thannhauser, al quale si
rivolsero per l'acquisto di un dipinto di Roualt, nacque una riflessione che li porterà a scegliere di comperare le opere
degli artisti a loro contemporanei.
L'incontro con l'arte italiana avviene quando Rudolph Schulhof, all'inizio degli anni '50, decide di aprire una sede della
sua società a Milano. I coniugi viaggiano insieme. Scoprono gli autori italiani, si appassionano al loro lavoro e trovano
non poche sintonie con quello degli artisti americani loro contemporanei. Presto entrano in collezione i lavori di Lucio Fontana e Alberto Burri, ai quali associano le opere di Franz Kline e Cy Twombly, che già dal 1957 risiedeva stabilmente a Roma e Gaeta.
Collezionare per i Schulhof diventa una sorta di esercizio di stile. E' sempre più evidente la volontà di creare dei bridges tra le tendenze artistiche delle due sponde dell'Atlantico e costruire
una collezione capace di raccontare la storia e le storie dell'arte.
Essi amavano frequentare gli artisti di cui collezionano le opere. Amano le grandi mostre internazionali, la Biennale di Venezia.
Conoscono Peggy Guggenheim, la visita alla sua collezione diventa esperienza e dà luogo a un'amicizia di lunga durata che
si tradurrà nel tempo appunto nella scelta di donare una parte della loro collezione proprio alla Collezione Peggy Guggenheim
di Venezia.
“Il gesto e la forma” è una mostra che da un punto di vista gestuale si sfoglia come un manuale di storia dell'arte, molto
specifico di un segmento. Essa si sviluppa in un percorso di undici sale tematiche, in apertura “l'Espressionismo Astratto
Americano” con le tele del periodo maturo di Willem de Kooning (1904–1997), Hans Hofmann (1880–1966), Joan Mitchell (1925–92) e Mark Rothko (1903–70).
Cy Tombley (1928-2011), Mark Tobey (1890-1976) operano nell'ambito della “Ripetizione del Segno”, mentre i lavori di Julius
Bissier (1893-1965), Giuseppe Capogrossi (1900-1972) e di Adolph Gottlieb (1903-1974) trovano una sintesi perfetta nell'ambito
de “la Forma Simbolica o Mista”.
“All'Astrazione italiana del dopoguerra” è dedicata un'ampia sala, in mostra le opere degli amici di lunga data Alberto Burri
(1915–95), Afro Basaldella (1912–76). E poi Lucio Fontana (1899–1968), con le due lavori emblematici “Concetto Spaziale” rispettivamente
nelle serie datate 1951 e 1957.
“Dal gesto alla forma. Arte europea e americana del dopoguerra nella Collezione Schulhof ”
Collezione Peggy Guggenheim Venezia. Fino al 18 marzo 2019.
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