ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl nodo da sciogliere

Cuneo, le imprese chiedono più infrastrutture per crescere

La provincia più a Sud del Piemonte conferma il valore aggiunto pro-capite più alto del Piemonte e tassi di occupazione record ma l'industria resta stabile rispetto all'anno precedente

di Filomena Greco

L'industria. La manifattura pesa per oltre il 28% del Pil della provincia Granda

3' di lettura

I fondamentali resistono bene anche nella tempesta indotta da rincari delle materie prime e inflazione, ma la provincia di Cuneo guarda a infrastrutture e transizione per rimettere in moto la crescita, almeno nell’industria. È quanto emerge dalla fotografia realizzata dalla Camera di Commercio di Cuneo, in collaborazione con l’Ufficio Studi di Unioncamere Piemonte. La provincia più a sud del Piemonte rappresenta un «caso» per il valore aggiunto pro-capite – pari a 33.238 euro, il più alto tra le province del Piemonte –, tassi di occupazione – al 70%, 10 punti sopra la media nazionale – e per disoccupazione, al 3,7%, soglia di fatto considerata fisiologica.

«La provincia di Cuneo sta crescendo ma si può fare meglio di così – sottolinea Mauro Gola presidente della Camera di commercio di Cuneo – e questo territorio mantiene una grande capacità imprenditoriale come dimostra il dato relativo alla sopravvivenza delle imprese nei primi tre anni di vita superiore di oltre otto punti rispetto alla media». Per fare un ulteriore salto rispetto ad una situazione già molto consolidata, aggiunge Gola, serve risolvere i nodi infrastrutturali che da sempre hanno caratterizzato la provincia di Cuneo. «Abbiamo finalmente finito di parlare della Asti-Cuneo – spiega – non perché l’opera sia completa ma perché il dossier è sbloccato, anche per il Colle del Tenda il traffico, almeno per una sola canna, sarà riaperto entro la fine dell’anno. Il problema delle infrastrutture dunque va verso una soluzione e questo darà una ulteriore spinta». Il 2022 si è chiuso con una crescita dell’attività produttiva – stabile invece l’industria – un valore delle esportazioni che sfiora quota 10 miliardi di euro e vanta una bilancia commerciale positiva per 3,6 miliardi, una rinnovata attrattività turistica del territorio provinciale con un recupero del 30% di arrivi. In linea generale la quota più rilevante del valore aggiunto provinciale deriva dal comparto dei servizi (60,0%), seguita dall’industria in senso stretto (28,8%, superiore comunque alla media regionale e italiana), le attività edili (6,3%) e l’agricoltura (4,9%). L’espansione del valore aggiunto cuneese nel corso del 2022 (+2,7%) è stata sostenuta da livelli produttivi in aumento per servizi (+4,1%), costruzioni (+6,8%) e agricoltura (+2,7%), mentre le l’industria segna una contrazione dell’1,1%. La sfida dunque è sostenere il Made in Cuneo nella manifattura e in questo sarà fondamentale la vocazione all’export della provincia, dall’agroalimentare fino alla meccanica. Questa capacità, sottolinea Gola, servirà a compensare gli effetti negativi di inflazione e fattori macroeconomici legati all’impatto dell’economia globale. «Cuneo è una provincia aperta – sottolinea l’economista Pietro Garibaldi – grazie agli importanti scambi che ha con le altre economie – questa caratteristica richiede una riflessione rispetto ad un fenomeno legato all’affaticamento del ceto medio nella dinamica della globalizzazione». La chiave di lettura del «caso Cuneo», suggerisce Giorgio Barba Navaretti, «sta nella capacità di questo territorio di aprirsi ai mercati internazionale e di trarre beneficio dalla dinamica globale dell’economia, l’emblema è quanto ad esempio fatto da un’area come Alba».

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Infine il turismo: dovrà essere proprio l’area di Cuneo a recuperare terreno rispetto a casi di grande successo come Langhe e Monferrato. Gli arrivi hanno superato i livelli del 2019 con 797mila turisti italiani e stranieri, il 4,3% in più rispetto al periodo pre-covid, sebbene si sia ridotta la durata dei soggiorni. In questo settore per l’area di Cuneo ha pesato il blocco del Tenda e la necessità di un piano di promozione turistica su misura.

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