L'operazione

Cva general contractor di filiera per il super bonus al 110%

Oltre 400 richieste di ristrutturazioni al portale di Compagnia valdostana delle acque per aderire all'iniziativa. Giancarlo Giachino (Confindustria): oppurtunità di rilancio per l'edilizia

di Carlo Andrea Finotto

Un parco fotovoltaico a Valenza

4' di lettura

Sono già oltre 400 le richieste di intervento pervenute sul portale di Compagnia valdostana delle acque (Cva) da parte di singoli cittadini per poter effettuare i lavori di ristrutturazione usufruendo del super bonus al 110% varato dal Governo. A questa platea consistente si aggiungono numerose richieste analoghe pervenute da parte di amministratori di condominio.

Numeri, quelli forniti da Cva, che danno l’idea dell’interesse suscitato dal provvedimento in Valle d’Aosta, dove, forse più che altrove vista la conformazione del territorio, attuare di fatto a costo zero interventi edilizi finalizzati all’efficientamento energetico potrà comportare importanti risparmi per i cittadini.

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C’è tuttavia un rovescio della medaglia. Se il super bonus al 110% ha proprio nella possibilità di realizzare lavori di ristrutturazione senza spendere nulla il suo principale motivo di interesse, questa opzione presuppone, però, che vi siano aziende abbastanza strutturate per poter assorbire il costo dei lavori ricevendo il credito d’imposta dal committente. E in Valle d’Aosta, dove le aziende del settore edile e costruzioni sono generalmente di piccole dimensioni questa condizione è difficile da realizzare.

È questa consapevolezza che ha spinto Compagnia valdostana acque a mettersi in gioco come general contractor, diventando di fatto capofila e garante da un lato per le aziende locali, favorendo così il decollo del provvedimento governativo, dall’altro per i committenti dal punto di vista della qualità e della sicurezza.

«Siamo di fronte – afferma Enrico de Girolamo, amministratore delegasto di Cva – a una delle poche se non all’unica misura veramente di rilancio messa in atto dal governo. Il super bonus è un acceleratore di interventi di efficienza energetica, va nella direzione degli obiettivi europei e nazionali. Ma questo acceleratore rischiava di diventare un blocco per imprese» proprio a causa del fattore dimensionale.

Da questa valutazione alla creazione del portale dove stanno arrivando le richieste di interventi il passo è stato abbastanza breve per quello che è «uno dei primi 5 produttori idroelettrici in Italia» come ricorda de Girolamo, «una utility completamente green con una forte vocazione all’efficientamento energetico».

Il primo step intrapreso da Cva è stato «confrontarsi con Confindustria e con Ance, dai quali abbiamo subito avuto un riscontro positivo» dice Enrico de Girolamo.

«Siamo convinti che questa sia una delle possibili strade per la ripartenza - sottolinea il presidente di Confindustria Valle d’Aosta Giancarlo Giachino – e un’opportunità per un settore martoriato negli ultimi anni come l’edilizia».

A conferma delle parole di Giachino ci sono i dati di Movimprese. In regione nel 2010 si contavano 2.900 imprese attive nel settore edilizia e costruzioni, ora – dati aggiornati al secondo trimestre 2020 – le imprese sono scese a 2.271. Rispetto a dieci anni fa sono cresciute leggermente le società di capitale (passate da 370 a 386), si sono ridotte le società di persone (da 396 a 264), ma la vera erosione è avvenuta tra le imprese individuali (crollate da 2.107 a 1.591), mentre risulta pressoché invariato il numero di attività con altre forme societarie (circa una trentina).

Anche alla luce di queste cifre Giachino sottolinea come quello intrapreso da Confindustria e Ance insieme a Cva sia un «servizio alle aziende ma anche alla collettività. Serve personale qualificato per rispondere a esigenze delle imprese ed è importante formare i lavoratori per aumentare le opportunità occupazionali. Dobbiamo andare oltre il ruolo di sindacato datoriale per diventare sempre più attore sociale che si preoccupa della tutela del sistema economico nel suo complesso».

Proprio in questi giorni Compagnia valdostana delle acque avvierà un’indagine per valutare quali interventi siano realizzabili e con quali caratteristiche. Parallelamente la società sta procedendo a un accreditamento delle aziende della filiera che poi realizzeranno materialmente i lavori.

Questo processo, come chiarisce de Girolamo, prevede il «rispetto dei parametri previsti dalle linee guida del provvedimento e la verifica che non si operi in un regime di improvvisazione». Un compito complesso che va dal controllo sui prezzi alla correttezza delle pratiche fino alla qualità e sicurezza delle opere eseguite. A oggi sono circa una sessantina gli operatori qualificati o in fase di accreditamento. I committenti potranno anche rivolgersi a propri referenti di fiducia, purché rispettino i parametri previsti dal protocollo di Cva.

Un altro fronte parallelo, come ricorda il direttore di Confindustria Marco Lorenzetti riguarda l’attività di formazione: «Attraverso il nostro ente Avi Servizi – spiega – abbiamo aderito a due bandi Fse (Fondo sociale europeo) per la formazione di lavoratori disoccupati con corsi di 400 ore, che darà a queste persone una formazione a 360 gradi, dalla conoscenza delle malte fino al patentino per cappottista (si veda altro articolo in pagina), in un’ottica che va oltre i soli interventi legati al super bonus. Ci sono già aziende interessate ad assumere gli addetti che seguiranno i corsi. In questa prima fase sarà coinvolta una trentina di persone».

L’annuncio del ministro Patuanelli della trasformazione del provvedimento in misura strutturale dovrebbe il pieno sfruttamento delle potenzialità del superbonus. Senza la trasformazione o una proroga dei termini, infatti, si sarebbe rischiato quello che Enrico de Girolamo definisce «un collo di bottiglia a livello di filiera, senza riuscire a soddisfare tutte le richieste entro il termine originario del 31 dicembre 2021».

Buona parte del business dell’energia di Cva proviene da fuori regione (circa l’80%) e il modello valdostano lanciato per il super bonus attecchisce anche in altri territori: «In questa fase la nostra priorità è rappresentata dagli interventi in Valle d’Aosta – sottolinea Enrico de Girolamo – tuttavia abbiamo ricevuto richieste anche dalla provincia di Torino e da altre zone del Piemonte, nelle quali stiamo valutando analoghi accordi di filiera».

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