Cybersecurity, cosa succede dopo le dimissioni di Baldoni? Oggi Mantovano al Copasir
Già il consiglio dei ministri del 9 marzo a Cutro potrebbe nominare il nuovo direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Tra i nomi in pista ci sono quelli dell’attuale prefetto di Roma, Bruno Frattasi, e di Carlo Massi, già ufficiale della Guardia di finanza, magistrato della Corte dei Conti e consulente della Difesa
di Barbara Fiammeri
I punti chiave
- Frattasi e Massi, i nomi in pole
- Il sottosegretario Mantovano audito dal Copasir
- Italia sotto attacco hacker
- La nomina del direttore spetta al presidente del Consiglio
- Entro aprile la prima relazione annuale dell’Agenzia
- Esultano gli hacker filorussi
- Le risorse del Pnrr
- Basso (Pd), interrogazione su dimissioni Baldoni
- Panetta (Bce): attacchi informatici più pericolosi, serve rigore
4' di lettura
Dopo le dimissioni del direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) Roberto Baldoni, nominato dall’ex premier Mario Draghi nell’agosto del 2021 (guidava il settore cyber come vicedirettore delegato del Dis già dal 2018), il governo Meloni punta a indicare in tempi stretti il nuovo vertice di Acn. Il nome del nuovo direttore potrebbe arrivare in occasione del Consiglio dei ministri che si terrà il 9 marzo a Cutro.
Frattasi e Massi, i nomi in pole
Il Governo, e in particolare la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano che ha la delega sui Servizi, vogliono chiudere quanto prima la vicenda vista la delicatezza dell'incarico in un momento peraltro in cui gli attacchi hacker contro siti italiani istituzionali e non si ripetono. Tra i nomi in pole c'è anche l'attuale prefetto di Roma Bruno Frattasi. Se così fosse si tratterebbe di una scelta in netta discontinuità con il passato. A capo dell'Agenzia il precedente governo guidato da Mario Draghi aveva messo Roberto Baldoni, docente universitario tra i maggiori esperti di Cyber security. Il rapporto con Palazzo Chigi però non è mai decollato. Inoltre, il suo allontanamento sembra legato anche alla gaffe rinvenuta nel Piano nazionale di sicurezza dove sarebbe rimasta in più parti la firma di Accenture, la multinazionale americana chiamata come consulente a collaborare alla stesura. Ad alimentare ulteriormente il deterioramento dei rapporti con Palazzo Chigi anche l'eccessiva (almeno così è stata giudicata) pubblicità e allarme sui tentativi di penetrazione da parte di hacker russi nelle ultime settimane. Oltre a Frattesi tra i candidati ci sarebbe anche l'attuale segretario generale della Corte dei conti, Franco Massi.
Il sottosegretario Mantovano audito dal Copasir
Intanto oggi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica, sarà sentito in audizione davanti Copasir sul caso. Il sottosegretario comunicherà le sue valutazioni e le prospettive di sviluppo e di rilancio dell’organismo. Mantovano è il referente politico del direttore dell’Agenzia. I due erano presenti martedì scorso alla sede dell’intelligence di piazza Dante per l’illustrazione della relazione annuale dei servizi che, come ogni anno, ha dedicato ampio spazio.alla minaccia cibernetica.
Italia sotto attacco hacker
Nel contesto di una “guerra ciberbetica diffusa” anche l’Italia, ha sottolineato il Rapporto annuale del Clusit, è nel mirino: nel 2022 sono stati 188 gli attacchi informatici verso il nostro paese, con un incremento del 169% sull’anno. A livello mondiale la crescita è stata del 21%.
La nomina del direttore spetta al presidente del Consiglio
La nomina del direttore generale spetta al presidente del consiglio dei ministri. Infatti in base al decreto legge 82/ 2021, convertito nella legge 109, che istituisce l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, al presidente del consiglio dei ministri sono attribuite in via esclusiva: «L’alta direzione e la responsabilità generale delle politiche di cybersicurezza, anche ai fini della tutela della sicurezza nazionale nello spazio cibernetico», «l’adozione della strategia nazionale di cybersicurezza, sentito il Comitato interministeriale per la cybersicurezza (Cic)» e la «nomina e la revoca del direttore generale e del vice direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale». Il presidente del consiglio dei ministri, prevede ancora la norma, «informa preventivamente» il presidente del Copasir circa le nomine.
Entro aprile la prima relazione annuale dell’Agenzia
Entro aprile l’Agenzia presenterà la sua prima relazione annuale, come prevede la legge. Sarà l’occasione per fare un bilancio dell’attività e toccherà al nuovo direttore illustrarla e tracciare un quadro degli obiettivi futuri.
Le risorse del Pnrr
Il Pnrr ha stanziato ben 623 milioni di euro al settore, mentre sarà riservata all’implementazione della Strategia nazionale di cybersicurezza una quota pari all’1,2% degli investimenti nazionali lordi su base annuale. Toccherà al succesore di Baldoni gestire questi ingenti risorse, secondo le indicazioni che arriveranno dal Governo di centrodestra col quale evidentemente Baldoni non era più in sintonia.
Esultano gli hacker filorussi
Le dimissioni di Baldoni non sono passate inosservate dal gruppo di hacker filorussi Noname057(16), che sui loro canali Telegram hanno commentato: «La nostra serie di attacchi all’infrastruttura internet italiana può essere giustamente considerata riuscita: a seguito di ciò, è stato infatti rimosso dal suo incarico il capo dell’Agenzia nazionale per la sicurezza informatica italiana. Vediamo - ha proseguito il messaggio ironico - come il nuovo capo di questo ufficio italiano se la caverà con le minacce informatiche provenienti dal team di NoName057(16)».
Basso (Pd), interrogazione su dimissioni Baldoni
Intanto dall’opposizione il Pd chiede che venga fatta luce sul passo indietro di Baldoni. «Quali sono i reali motivi che hanno portato alle dimissioni improvvise del direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale Roberto Baldoni?». È la domanda che il senatore del Pd Lorenzo Basso, vicepresidente della Commissione Ambiente e Lavori pubblici, ha rivolto alla premier Giorgia Meloni con un’interrogazione urgente sottoscritta anche dal collega senatore Antonio Nicita. L’interrogazione ricostruisce il percorso dell’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza, sottolineando il suo ruolo nell’attuazione del Pnrr e della presidenza di Roberto Baldoni, fondatore del primo centro sulla sicurezza informatica in Italia, prima della nomina avvenuta ad agosto 2021 ai vertici dell’Agenzia. «Nell’ultimo anno - si legge nell’interrogazione - le denunce per attacchi hacker gravi ai server italiani sono aumentate del 45%, secondo la Polizia Postale e delle Comunicazioni. Il gruppo hacker filo russo ’Noname057’, che secondo le principali fonti di stampa ha collegamenti con le agenzie di intelligence e con l’establishment russo ed è responsabile dell’attacco dello scorso 23 febbraio che ha colpito, fra gli altri, i siti di 4 ministeri rendendoli inutilizzabili per diverse ore, ha già rivendicato le dimissioni del direttore Baldoni come loro vittoria. Per questo - hanno concluso i due senatori - chiediamo alla Presidente del Consiglio quali iniziative urgenti intenda adottare in uno dei momenti più delicati per la sicurezza cibernetica del nostro Paese, con l’Italia al centro di attacchi da parte di stati esteri, in particolare da parte russa, per salvaguardare la sicurezza del nostro Paese e non lasciare senza guida e prospettive l’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza».
Panetta (Bce): attacchi informatici più pericolosi, serve rigore
Il tema della cyber sicurezza non riguarda solo l’Italia, ma anche le istituzioni europee. «Dobbiamo avere una mentalità di resilienza informatica in ogni momento - ha sottolineato il consigliere Bce, Fabio Panetta all’Euro Cyber Resilience Board -. La domanda che dobbiamo porci non è se si verificherà un attacco informatico, ma se siamo pronti a rispondere quando accadrà. Nell’ultimo anno, l’Euro Cyber Resilience Board ha lavorato a un modello concettuale di come l’ecosistema delle infrastrutture finanziarie potrebbe gestire una tale crisi se si verificasse. Ha inoltre sviluppato protocolli e reti volti a sostenere una risposta collettiva, coerente e completa a una crisi informatica da parte delle parti interessate».
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