Da Apple a Google l’impatto su app e piani di business della stretta Ue sul tech
Il vincolo dell’App Store su iPhone e di Google Play su Android potrebbe diventare presto un ricordo
di Biagio Simonetta
I punti chiave
3' di lettura
Salvaguardare la libertà di concorrenza nei mercati digitali: è questo l’imperativo categorico del Digital Markets Act. Ed è alle sue nuove norme che l’industria tecnologica globale dovrà adeguarsi, nei prossimi sei mesi. Le conseguenze sono ancora incerte. Sia dal punto di vista del consumatore, che da quello dei produttori. Questi ultimi sono pronti a dare battaglia Bruxelles. Una battaglia che in parte è già iniziata, con Microsoft e Apple che hanno ottenuto una sorta di distinguo (più che altro una proroga, ndr) per meglio valutare i servizi Bing e iMessage.
Il duopolio
Con il DMA, però, potrebbe essere sconvolto il piano quasi duopolistico che attualmente ha in mano gli smartphone dei cittadini europei. Perché - tra le altre cose - il nuovo quadro normativo punta a fermare la prassi secondo la quale i produttori dei sistemi operativi governano in modo assoluto la gestione delle app sui dispositivi, attraverso i loro store. Il vincolo dell’App Store su iPhone, ad esempio, potrebbe diventare presto un ricordo. E lo stesso vale per Google Play su Android. Il tutto nel segno dell’interoperabilità, lo stesso principio che dovrebbe portare le app di messaggistica (come WhatsApp) ad aprirsi verso i competitor, e dunque ad offrire la possibilità di interagire con altre app di messaggistica (più piccole), qualora queste lo richiederanno.
Le reazioni
Che il Digital Markets Act non venga ben digerito da Big Tech è abbastanza logico, perché mette in bilico leadership sulle quali sono stati costruiti imperi finanziari. E allora le reazioni di contrarietà non sorprendono. Da Apple, nella giornata di ieri hanno fatto filtrare non poca preoccupazione per i rischi per la privacy e la sicurezza che l’azienda di Tim Cook intravede nel nuovo Digital Markets Act; «Il nostro focus sarà su come mitigare questi impatti e continuare a fornire i migliori prodotti e servizi ai nostri clienti europei», hanno detto all’agenzia Reuters da Cupertino.
Su Apple, il DMA potrebbe avere conseguenze importanti soprattutto per quanto riguarda il suo App Store, dove vengono applicate regole molto chiare e severe. Il nuovo quadro normativo europeo punta a fare pressione sull’apertura dell’App Store, e questo potrebbe dare una mano alle aziende che in questi anni si sono battute contro le regole imposte dal gigante di Cupertino. Ad esempio il produttore di videogiochi Epic Games e il servizio di streaming musicale Spotify, due casi che hanno fatto rumore. Entrambe le società hanno messo sul tavolo il fatto che Apple non permettesse loro di aggirare il sistema dell’acquisto in-app per evitare di pagare la commissione del 30% per gli abbonamenti. Apple ha poi alleggerito alcune delle sue restrizioni, ma col DMA la situazione potrebbe essere drasticamente cambiata, liberando del tutto i produttori di app dalle commissioni. Una situazione che chiaramente riguarda anche Google, col suo Play Store.
Disaccordo evidente anche nello statement diffuso da TikTok, inserita nelle 6 gatekeeper che dovranno essere soggette a regole più severe per promuovere la concorrenza: «Sosteniamo l’obiettivo del DMA di creare un campo di gioco competitivo in Europa, ma siamo fondamentalmente in disaccordo con questa decisione», ha detto un portavoce del social di proprietà di ByteDance. «TikTok - ha sottolineato - ha portato un’alternativa in uno spazio largamente controllato dai player storici e questa decisione rischia di minare l’obiettivo dichiarato della Dma, proteggendo gli attuali gatekeeper dai nuovi concorrenti come TikTok. Siamo estremamente delusi dal fatto che non sia stata condotta alcuna indagine di mercato prima di questa decisione e stiamo valutando i nostri prossimi passi».
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