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Da Basilea all’Asia, passando per Parigi: la visione di Marc Spiegler

Ad Art Basel 70.000 visitatori e mercato toro. In Asia, intanto, la fiera lavora ad ampliare il suo network, in attesa di sbarcare a Parigi a ottobre

di Silvia Anna Barrilà

5' di lettura

Il ritorno di Art Basel a giugno è stato celebrato da 70.000 visitatori in sette giorni e numerose vendite, tra cui il record da 40 milioni di dollari per il ragno di Louise Bourgeois e decine di vendite dichiarate dalle gallerie per centinaia di migliaia di euro. Il mercato dell'arte è tornato alla sua forza pre-pandemia, puntando soprattutto sugli artisti blue-chip e quelli da riscoprire. Ne abbiamo parlato con il direttore globale Marc Spiegler (in foto), che in Asia, intanto, lavora all'ampliamento del network della fiera, in attesa di sbarcare a Parigi a ottobre.

Art Basel a Basilea è tornata al suo appuntamento tradizionale. Come sta rispondendo il mercato?
È un'ottima fiera. Kamel Mennour ha commentato dicendo “Incroyable!” (“incredibile” in francese); Jochen Meyer ha detto “Sprachlos!” (“senza parole” in tedesco); Gio Marconi ha detto “Madonna!”. Questi tre commenti esprimono bene come sta andando la fiera nelle tre lingue della Svizzera. È un'edizione molto forte, ci sono molte più persone rispetto a settembre, un'edizione che ha rappresentato un primo passo in direzione del ritorno della fiera alla normalità. Sembra di essere tornati al 2018-19, all'Art Basel che ci aspettiamo, vale a dire la migliore fiera per l'arte al mondo.

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L'installazione di Leonardo Drew nella sezione Unlimited di Art Basel 2022 a Basilea. Courtesy Art Basel

Da dove vengono i collezionisti? Oltre agli europei sono presenti collezionisti da altri continenti?
Tutti ci aspettavamo il ritorno degli americani, ma quello che ci ha veramente sorpresi è il numero degli asiatici. Parlavo con Jay Joplin di White Cube e mi ha detto di quanto è stato felice di vendere tanti americani e asiatici, anche dalla Cina, il che ci ha stupiti. I galleristi di BTAP di Tokyo hanno visto tornare collezionisti giapponesi e coreani. le persone hanno ricominciato a muoversi. Ovviamente, l'eccitazione non è provocata solo dalla nostra edizione di Art Basel, ma anche dal fatto che ci sono documenta 15 e la Biennale di Venezia. Quindi, ci sono tanti motivi per venire in Europa quest'estate, per cui molti asiatici hanno deciso di farlo anche se dovranno affrontare la quarantena al ritorno.

I corridoi di Art Basel 2022 a Basilea, sullo sfondo lo stand della galleria di Berlino Chert Lüdde. Courtesy Art Basel

Ha notato delle tendenze tra le opere presentate dalle gallerie?
No, ed è quasi impossibile immaginare che ce ne siano avendo 289 gallerie. Ciò che notiamo è la crescente presenza di artisti dai luoghi più diversi. Vediamo un interesse maggiore negli artisti africani rispetto a cinque anni fa, e anche nei confronti degli artisti dell'Europa dell'Est. Credo ci sia un vero movimento di riscoperta degli artisti dell'era sovietica e post-sovietica, che allora facevano opposizione nei loro paesi. Continua ad esserci richiesta per gli artisti emergenti, ma c'è anche la volontà di riscoprire artisti che in realtà lavorano da decenni. Credo che il primo passo verso la maturità sia l'ammissione dei propri errori e in questo momento gli attori del mercato stanno riconoscendo che per anni si sono persi qualcosa, spesso solo perché si trattava di opere di artisti o artiste di colore, oppure lontani dai grandi centri del mercato dell'arte. Ora sono in tanti a cercare di recuperare quello che non hanno fatto i loro predecessori negli anni 60-70. È un momento interessante, perché abbiamo artisti emergenti di 80 anni, così come di 18.

L'ingresso di Unlimited ad Art Basel 2022 a Basilea. Courtesy Art Basel

Come si sta sviluppando il mercato ad Hong Kong e quali sono state le difficoltà di Art Basel a Hong Kong?
Le maggiori difficoltà che abbiamo affrontato sono state le restrizioni sui viaggi in ingresso e in uscita da Hong Kong, perché sono necessari permessi speciali se non sei residente e, comunque, c’è bisogno di una settimana di quarantena. Nonostante ciò, siamo riusciti a mettere in piedi un'edizione con quasi 130 gallerie, vale a dire il 30% in più rispetto all'anno scorso. Molte di queste hanno venduto o in presenza, perché c'è stato un forte sostegno da parte del mercato locale, oppure online. Abbiamo, quindi, dimostrato che il mercato a Hong Kong, anche nelle condizioni più difficili, è forte, per cui aspettiamo con ansia di vedere che cosa succederà una volta che le restrizioni saranno eliminate.

Lo stand di David Zwirner ad Art Basel 2022 a Basilea. Courtesy Art Basel

Parliamo della vostra nuova iniziativa a Tokyo. Il mercato si sta muovendo verso nuove destinazioni in Asia?
Ci sono anche tante gallerie che aprono in Corea… Tokyo è un'iniziativa che abbiamo sviluppato con il locale Ministero della cultura. È un modo di usare uno strumento che abbiamo, che è la promozione, il marketing e il networking, al di fuori del contesto della fiera. Oltre a quanto stiamo facendo a Tokyo con la Art Week Tokyo, stiamo anche lavorando con Singapore su alcuni progetti. Siamo partner minori di Art SG e, in modo più attivo, collaboriamo con S.E.A. Focus, una piattaforma per le gallerie del sudest-asiatico. Quindi, la fiera principale è a Hong Kong, ma abbiamo progetti in corso in tutta l'Asia. È un modo per sviluppare nuove relazioni e nuovi mercati, ma anche nuovi modi per lavorare con le gallerie.

L'installazione di Andrea Zittel nella sezione Unlimited di Art Basel 2022 a Basilea. Courtesy Art Basel

Arriviamo a Parigi. Che cosa ci può anticipare?
È un po' presto per le anticipazioni, anche se mancano poco più di quattro mesi all'evento, ma è solo da circa quattro mesi che sappiamo che faremo la fiera. Certamente ci sarà un'eccezionale lista di gallerie, perché è un ambiente molto competitivo. Ci sarà sicuramente un'elevata componente francese, sia perché vogliamo noi che sia così, sia perché è previsto dal nostro accordo con il Ministero della cultura. Lavoreremo in vario modo con le istituzioni parigine: con i musei pubblici, privati, con vari tipi di aziende e, possibilmente, anche con l'industria musicale e della moda per mettere in piedi un grande programma di eventi. Il 2023, poi, avrà un programma ancora più ampio del 2022, e il 2024 sarà il momento in cui avremo il Grand Palais e potremo sviluppare a pieno i progetti.

I corridoi di Art Basel 2022 a Basilea. Courtesy Art Basel

Pensa che i collezionisti americani o cinesi possano preferire l'edizione di Parigi a quella di Basilea, se si trovassero a dover scegliere quando viaggiare e su quale meta?
Francamente non credo che l'idea di venire in Europa due volte nell'arco di quattro mesi possa intimidire la maggior parte delle persone che hanno quel tipo di ricchezza, specialmente se sono dei collezionisti appassionati. Quello che abbiamo visto di nuovo è che Basilea è la fiera più importante e non credo che le persone, per quanto amino Parigi, non vengano alla fiera più importante al mondo. Ciascuna di queste fiere avrà il proprio carattere. Inoltre, dobbiamo ricordarci che le persone in estate hanno più tempo: vengono a Basilea e poi vanno in vacanza, vanno a vedere la Biennale di Venezia, oppure prendono la macchina e vanno alle Cinque Terre. L'autunno è un momento più impegnativo, un momento per fare un breve viaggio a Parigi, non una vacanza lunga. Sin dagli esordi, Art Basel ha avuto più successo rispetto al suo competitor di allora, Art Cologne, anche perché si svolgeva in questo periodo dell'anno, mentre la fiera tedesca si svolgeva a settembre, un momento in cui è difficile fare un viaggio in Europa. Basilea rappresenta una tappa in un più ampio viaggio culturale in Europa e questo non cambierà, non importa quanto Parigi sia una città attraente. E sicuramente lo è!

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