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Da Bolzano a Messina, la provincia italiana si reinventa

Arte contemporanea, architettura visionaria, alta cucina, boschi urbani, nuova mobilità: il saper vivere made in Italy da scoprire delle piccole città.

di Roberto Bernabò

Che cos'è l'italianità e come si può raccontare il suo saper fare, saper guardare, saper inventare? L'artista ROBERTA BRAMBILLA lo fa attraverso un processo stratificato: ritaglia la carta, costruisce un diorama o una maquette e poi fotografa il piccolo mondo nato dal suo immaginario. Per il progetto Aria d'Italia di Tod's, ha composto una serie di ritratti del nostro Paese (due si trovano in questo articolo)

5' di lettura

“A che ora chiude Venezia?” I turisti americani se lo chiedono con gli occhi spalancati su piazza San Marco, stupiti come se ammirassero il cuore di uno straordinario parco giochi. Forse è vero, o forse è solo una storia che piace raccontare ai sociologi narratori di quell'Italia minore che è poi il Paese dove vive il 65 per cento di noi, quella delle radici nel Medioevo, delle guerre tra Comuni. Ma in quella domanda, vera o presunta, l'Italia della provincia trova la spiegazione del suo concepimento. Le città medie e piccole sono sorte, certo, per rispondere a una missione: essere nodi economici, snodi di trasporti, punti di confine. Ma soprattutto come luoghi di autorappresentazione delle comunità attraverso la sfida del bello. Così perfette da apparire appunto quasi un parco giochi.

Qualcuna di queste città lo è caso mai diventata di recente con una sovra-attrazione del turismo di massa, ma quel bello che sconvolge lo straniero (ma anche noi, ammettiamolo) è la somma di queste antiche ambizioni che trovavano attraverso l'architettura e l'arte il modo di esprimersi e rivaleggiare. Uno vicino all'altro i palazzi del governo, del potere economico, della Chiesa, delle associazioni, delle grandi famiglie, spesso affacciati sulla stessa piazza a dimostrare ciascuno la propria forza finanziaria, culturale, valoriale. E tutti insieme a rivaleggiare con le altre città, in una sfida della bellezza prima ancora che economica e militare.

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Oggi che il lavoro si trasforma, che i giovani con più competenze ribaltano le vecchie ambizioni di fuga, che l'idea di qualità della vita è definita da un nuovo equilibrio di ingredienti, la “provincia italiana” prova ad andare oltre quel bello storico e asciugare quella parola dal senso di minorità che l'ha avvolta negli ultimi decenni. Così, provando con le interviste a dieci studiosi, manager, imprenditori a costruire un libro con le linee per un nuovo sviluppo dell'Italia dei piccoli e medi centri (Città Italia. Dieci visioni e dieci città per una nuova Agenda della provincia italiana, edito da Il Sole 24 Ore), ho cercato e trovato anche dieci storie concrete come tracce di innovazione, di un nuovo bello, di una nuova qualità della vita. Un viaggio che comincia nella campagna pisana, dove il Palazzo Senza Tempo firmato dall'architetto Mario Cucinella è l'integrazione tra il Medioevo e la modernità. Nel borgo di Peccioli, dove il dominus ispiratore è da decenni il sindaco Renzo Macelloni, le strade sono il luogo degli happening e dell'arte contemporanea site-specific, che trasforma un paese di 19mila abitanti in un museo a cielo aperto. Un museo che nasce dalla ricchezza prodotta da una discarica comprensoriale, che è la sfida vinta del paese. Curata come un teatro (e infatti ospita concerti e matrimoni), gestita da una public company, dà ricavi che alimentano la vita culturale, i servizi, il tempo libero di questo splendido borgo. Fino a quella traccia di modernità affascinante, firmata Cucinella, che lancia il palazzo quattrocentesco – ora sede di mostre – nel vuoto della vallata, che guarda da Pisa a Volterra, con una sbalorditiva terrazza.

Città Italia è un libro di Roberto Bernabò, edito da Il Sole 24 Ore, 16.90 €, su ecommerce.ilsole24ore.com/ shopping24 e in tutte le librerie.

Seguendo la chiave della cultura come strumento di resilienza, Peccioli si abbraccia con Favara, paese allungato in provincia di Agrigento dove una coppia di visionari, il notaio Andrea Bartoli e l'avvocato Florinda Saieva, dopo anni parigini, ha trasformato una kasbah siciliana nel cuore pulsante del rilancio. La kasbah come centro tra i più originali dell'arte contemporanea, riconosciuto e raccontato a livello internazionale. Si passeggia tra le opere, si osserva curiosi il melting pot nei laboratori dove lavorano gli artisti di tutto il mondo insieme ai ragazzi, si scopre la scuola di architettura per giovani o i corsi di leadership politica per le ragazze. Ecco cos'è il Farm Cultural Park, diventato la seconda attrazione della provincia di Agrigento dopo la Valle dei Templi.

La ricerca di visioni di futuro mi fa risalire a una città più grande e famosa, Parma. Per studiare la lezione di una piattaforma culturale dove il lusso sta insieme alla cittadinanza attiva, l'arte insieme alla fabbrica. Nel biennio di Capitale della cultura, il capoluogo di provincia ha insegnato proprio questo: come costruire un cartellone che tiene insieme le imprese, marchi iconici come Barilla o Dallara, fondazioni bancarie o istituzioni di alta formazione come Alma, la scuola di Gualtiero Marchesi, associazioni ed enti locali. C'è tutto il bello e il buono – da vedere, da comprare – che questa terra esprime dentro un progetto coordinato. E c'è la cultura che entra nelle fabbriche con progetti “creative design” che costruiscono lo spirito identitario e l'output dell'azienda.

Rimbalzo di nuovo in Sicilia, perché a Messina la cultura è qualcosa in più: il motore di una nuova socialità. Usando parole come giustizia sociale e sviluppo umano, sostenibilità energetica e innovazione tecnologica, la Fondazione di Comunità ha costruito luoghi di riscatto dai nomi evocativi: il Parco del sapere, della bellezza, della scienza. Luoghi di svelamento del bello, strappati spesso alla criminalità, che lasciano incantati lungo un asse che va da Palazzo Biscari a Mirabella Imbaccari al parco tematico Le Querce di Mamre a Salina, che diventerà – nel cuore delle Eolie – luogo di incontro di spiritualità del Mediterraneo.

Un'altra opera dell'artista ROBERTA BRAMBILLA.

Ma le chiavi della trasformazione dei centri piccoli e medi possono aprire almeno altre tre porte. Intanto la costruzione di una città sempre più verde, come sta facendo Padova che, dopo aver piantato 10mila alberi in un anno, ha l'ambizione di far dialogare i giardini delle ville con i luoghi pubblici alberati, ricchi di essenze che resistano al cambiamento climatico, realizzandoli in un raggio di 500 metri da ogni abitazione. Mentre Ferrara vuole farsi percorrere sempre più in bicicletta con le piste smart dove la tecnologia garantisce nuovi servizi a cominciare dalle colonnine per la ricarica delle e-bike. Poi la sfida della tecnologia. E viene da Brescia dove cresce una giovane imprenditoria che punta sull'e-commerce guardando a quel ricco tessuto produttivo fatto d'imprese metallurgiche, ma anche di tanto lusso del buon vivere con le colline della Franciacorta. E da Zola Predosa, nella ricca Emilia, dove la digitalizzazione aiuta a costruire un comune partecipato dai cittadini, proprio nel paese dove ha mosso i primi passi l'unicorno italiano, quel Yoox che ha cambiato i paradigmi della vendita online della moda. E infine Trento, la Silicon Valley italiana dove nascono le startup in un circolo virtuoso con Fondazioni e istituti di ricerca, e si sperimentano idee per renderci la vita più facile ed efficiente.

Ma il vero lusso è decisamente la conquista di una nuova dimensione del tempo, dove lavoro e famiglia si concilino con frequenze ripensate. E allora bisogna salire nella provincia di Bolzano, dove l'accoglienza alla vita è la scelta politica più forte, con azioni verso le giovani coppie che spingono a far figli e il tasso di natalità è ai più alti livelli europei in un'Italia che invece invecchia paurosamente. E allora lo charme, il lusso, l'accoglienza appunto, che da Bolzano a Caldaro ad Appiano, sono la cifra di un'industria turistica che guarda alle coppie come alle famiglie, si fa immaginare come l'evoluzione di una visione più profonda. Una di quelle visioni che nascono nella provincia e possono cambiare l'Italia.

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