Da Caprarola ai red carpet di Hollywood: le borse rivoluzionarie di Benedetta Bruzziches
Made in Tuscia
di Chiara Beghelli
3' di lettura
Può l’identità geologica di un territorio influenzare la personalità di chi lo vive? Il caso di Benedetta Bruzziches fuga ogni dubbio: nata 38 anni a Caprarola, nella Tuscia viterbese, è attraversata dall’energia vulcanica della sua terra. «Stiamo facendo una rivoluzione», afferma. Il campo di questa pacifica battaglia è l’industria della moda, che dal 2009 la designer sfida con la sua formula: dar vita a borse e accessori molto preziosi, fatti a mano, quasi dei pezzi unici, che anno dopo anno conquistano sempre più celebrità e arrivano nei negozi più importanti del pianeta restando saldamente basata nel suo borgo di 5mila abitanti.
«Non ho voluto solo dar vita a delle borse, ma anche a un’idea di azienda che fosse compatibile con la mia pretesa di stare qui - racconta -. Mi dava fastidio l’idea che potevi riuscire a portare avanti un progetto a Los Angeles, a Londra e non a Caprarola». E ci è riuscita, visto che oggi la sua azienda produce 30mila borse l’anno, il fatturato è arrivato ai 6 milioni di euro nel 2022 (erano 800mila nel 2018) e punta quest’anno agli 8. Madonna, Sarah Jessica Parker e altre dive di Hollywood sono state fotografate spesso con le sue borse-gioiello. Nate dalle mani delle 50 sarte che lavorano, dalle loro case nel territorio, per Benedetta Bruzziches. Ma partiamo dall’inizio: Benedetta studia allo Ied di Roma e tramite la direttrice, moglie di Romeo Gigli, inizia a lavorare a fianco del geniale stilista: «Ma il mondo degli uffici stile non faceva per me. Volevo trovare la mia strada, la mia voce - spiega -. Per un caso fortuito a Lineapelle avevo conosciuto un imprenditore indiano, che mi aveva proposto di andare a lavorare da lui. Avevo 23 anni, sono partita. Ho imparato molto, ma poi ho voluto portare avanti la mia visione. A casa mia».
Così, nel 2009, insieme al fratello Agostino, produce le sue prime borse. Li aiutano i parenti, gli amici, gli artigiani del paese, ognuno dà il suo contributo al sogno dei giovani Bruzziches. «Giravamo per gli showroom di Milano, ma poi abbiamo capito che dovevamo passare dalle fiere - aggiunge -. Lì abbiamo raccolto i primi clienti, e da una trentina il primo anno siamo passati a 400 il secondo». A conquistare l’attenzione dei buyer era stata appunto la filosofia di quelli che Benedetta ha chiamato i suoi “objects d’heart”, creazioni artistiche ma anche piene di significati: «Quando ho deciso che volevo restare a Caprarola ho pensato a quali potevano essere le materie prime del territorio - dice -. Qui c’era un grande distretto della maglieria, venuto meno negli anni. Ma le competenze c’erano ancora. Con mia madre abbiamo coinvolto le sarte specializzate che erano a casa, puntando su lavorazioni e dettagli che solo loro erano in grado di fare. Poi nel 2017 abbiamo lanciato la maglia di cristalli, un successo che è stato ripreso da molti». Il marchio e il progetto sono cresciuti fino a comprendere anche delle calzature, lanciate un anno fa, accessori “indossabili”, e a coinvolgere il distretto orafo di Arezzo per i dettagli più preziosi. Gli “objects d’heart” sono venduti in oltre 200 dei più importanti negozi e department store del mondo, e su piattaforme come Net-a-porter e Farfetch.
«L’unicità della nostra formula ci sta portando nel mondo, e offre nello stesso ai giovani del territorio la possibilità di restare qui e inseguire qui la Bellezza», nota. Fra poche settimane sarà inaugurato il nuovo stabilimento di Viterbo, che nelle intenzioni della designer non sarà solo manifattura ma anche spazio culturale, una scelta resa necessaria proprio dalla veloce crescita della produzione: «Ma il cuore di tutto resta a Caprarola - conclude -. È questa la nostra rivoluzione».
loading...