Da Cutro alla Cgil, Meloni affronta le piazze scomode ma il timore è Piombino
La premier ha accettato l'invito di Landini al congresso di Rimini ma è improbabile che andrà nella città toscana in occasione dell’arrivo della nave rigassificatrice: troppo alto il rischio di manifestazioni di protesta
di Barbara Fiammeri
2' di lettura
Giorgia Meloni non è affatto preoccupata della trasferta a Rimini. Ha accettato l'invito di Maurizio Landini al congresso della Cgil mettendo in conto un’accoglienza non certo benevola verso la premier più a destra della storia repubblicana. E se giornalisti e telecamere immortaleranno l’uscita della minoranza cigiellina e qualche fischio in segno di protesta al suo arrivo, tanto meglio.
Lei si presenterà sul palco rivendicando le scelte del suo governo, a partire dalla riforma fiscale contro cui i sindacati minacciano la mobilitazione, ricordando che se le buste paga dei lavoratori italiani sono oggi così leggere la causa va ricercata nei governi che l'hanno preceduta, in chi non è intervenuto. Prometterà alleggerimenti fiscali e sostegno a chi lavora rispolverando la cultura della destra sociale che l'ha cresciuta.
Il duello con Schlein
La contrapposizione e il coraggio per affrontare gli avversari così come gli alleati certo non le mancano, fa parte del suo Dna di cui la sua ascesa politica ne è l’incontrovertibile cartina di tornasole. Lo si è visto anche in occasione del duello alla Camera con Elly Schlein. Meloni era perfettamente a suo agio e ha risposto con il piglio e la verve che la contraddistingue. In quel botta e risposta però la neosegretaria dem ha sferrato una stoccata che la premier non sottovaluta e che in futuro è destinata inevitabilmente a riproporsi. Le ha ricordato che «non è più all’opposizione» bensì al governo e che ora non può «scaricare su altri le responsabilità» ma deve invece «fornire risposte».
E allora, più che le piazze aprioristicamente e pregiudizialmente contro, qual è quella di Rimini, a mettere in difficoltà la premier sono le altre piazze. Qualcosa lo si è intravisto nella trasferta a Cutro. Lì a chiederle conto c’erano soprattutto i giornalisti locali che avevano raccontato la tragedia, visto i cadaveri sulla spiaggia e le famiglie dei dispersi, anche loro in cerca di risposte che difficilmente potevano essere soddisfatte. L’invito (riparatore) a Palazzo Chigi è indirettamente un’ammissione che qualcosa è andato storto. Un errore di cui certo farà tesoro.
Il dossier Piombino
In questi giorni a Piombino è attesa la nave rigassificatrice Golar Tundra comprata da Snam per garantire a famiglie e imprese del centro nord il gas per il prossimo inverno e contribuire a fare dell’Italia quell’hub energetico che è uno dei punti su cui Meloni insiste fin dall'inizio del suo mandato. La data precisa è riservata ma la notte tra sabato 18 e domenica 19 marzo è quella cerchiata in rosso. Qualcuno aveva preannunciato il possibile arrivo anche della premier. Ma appare un'ipotesi assai inverosimile. Anche perché il rischio di essere accolta da manifestazioni di protesta è altissimo.
E stavolta a schierarsi contro non sarebbero solo i suoi avversari, le associazioni ambientaliste, la sinistra ma anche molti dei suoi elettori. Piombino è infatti guidata da un sindaco di Fratelli d’Italia, Francesco Ferrari, da sempre in prima fila contro la presenza del rigassificatore, al quale rimarrebbe assai difficile accogliere in pompa magna la leader del suo partito in veste di Capo del Governo che gli ha portato in dote sulla banchina del porto la nave che consentirà di erogare 5 miliardi di metri cubi di gas l'anno.
loading...