Da «Dolor y gloria» a «Toy Story 4», i migliori film della prima metà dell'anno
Ecco una lista di dieci titoli importanti, che hanno contraddistinto i primi sei mesi del 2019. In vetta l'ultimo lungometraggio di Pedro Almodóvar e il trionfatore di Cannes, «Parasite».
di Andrea Chimento
3' di lettura
Dolor y gloria di Pedro Almodóvar – Malinconico, emozionante, geniale. L'ultimo film di Pedro Almodóvar è uno dei punti più alti raggiunti in carriera dall'autore spagnolo, supportato dall'impressionante prova di Antonio Banderas, nei panni dell'alter ego del regista. È infatti una pellicola profondamente autobiografica, che sa toccare corde profondissime.
Parasite di Bong Joon-ho – Commedia nera, thriller e film politico: tutto questo (e anche di più) è l'ultimo film di Bong Joon-ho, meritatamente premiato al Festival di Cannes con la Palma d'oro. In attesa di vederlo prossimamente nelle nostre sale, è uno dei titoli più importanti dell'anno, capace di dare vita a una profonda riflessione sulla società coreana e le differenze di classe
So Long, My Son di Wang Xiaoshuai – Presentato in concorso al Festival di Berlino, questo torrenziale lavoro del cinese Wang Xiaoshuai dura tre ore e attraversa circa quarant'anni di storia della Cina, concentrandosi sui cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni. Drammatico nella narrazione e potentissimo nella regia, è un lungometraggio girato magnificamente, da non perdere appena troverà posto (speriamo molto presto) nelle nostre sale.
C'era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino – Il film più atteso dell'anno è un'intelligente riflessione sul 1969, anno cardine, per numerose ragioni, della storia contemporanea. Tarantino ragiona ancora una volta sul cinema, descrive un momento di grandi cambiamenti all'interno dell'industria americana, toccando però anche le violenze della Manson Family in chiave decisamente personale. In Italia uscirà il 19 settembre.
Noi di Jordan Peele – Grande successo negli Stati Uniti, il secondo film di Jordan Peele (dopo «Scappa – Get Out») è la conferma del talento di un regista che parla con forza della società a stelle e strisce, utilizzando il genere horror come chiave metaforica per ragionare su spunti sociopolitici di grande profondità. Girato con eleganza, è un lungometraggio capace di scuotere e coinvolgere come pochi altri usciti in sala negli ultimi tempi.
Varda par Agnès di Agnès Varda – L'ultimo film di Agnès Varda è un'opera testamentaria, dove la regista, scomparsa lo scorso 29 marzo, racconta con grande sensibilità se stessa e il suo cinema: un documentario sulla sua vita e il suo lavoro, che conferma Agnès Varda, ancora una volta, autrice di raro talento. Presentato fuori concorso all'ultimo Festival di Berlino e ancora in attesa di arrivare nelle nostre sale.
Portrait de la jeune fille en feu di Céline Sciamma – Tra i film più belli dell'ultimo Festival di Cannes, il quarto lungometraggio della regista francese Céline Sciamma è anche il film della piena maturità per un'autrice che aveva già dimostrato le sue capacità in «Tomboy» e «Diamante nero». Pellicola tutta al femminile, racconta di una pittrice chiamata su un'isola per fare il ritratto di nozze di una giovane promessa sposa: il rapporto tra le due diventerà molto più intimo del previsto. Notevole tanto nel copione, quanto nella messinscena, è un'opera che ricorda il miglior cinema francese del passato.
Il corriere – The Mule di Clint Eastwood – Uscito nelle sale americane lo scorso dicembre, ma arrivato da noi a febbraio, l'ultimo film di Clint Eastwood è un potente lungometraggio, ispirato alla vera storia del corriere della droga novantenne Leo Sharp. Un soggetto curioso, che Eastwood trasforma in una riflessione esistenziale di grande forza formale e contenutistica.
Toy Story 4 di Josh Cooley – Nonostante siano arrivati al quarto lungometraggio della saga, i giocattoli della Pixar Animation continuano a dare vita a storie originali e appassionanti, avventurose per grandi e piccini. La cura formale e l'alternanza tra momenti comici e malinconici rendono questo film il lungometraggio d'animazione più importante del 2019, almeno fino a oggi, ma sarà difficile scalzarlo nei prossimi mesi.
La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi – Tra i film italiani usciti in questa prima metà dell'anno, una menzione speciale la merita il lavoro di Claudio Giovannesi, ispirato al romanzo omonimo di Roberto Saviano. Giovannesi gira con maturità, dimostrando notevole padronanza del mezzo cinematografico, dando vita a una trasposizione non semplice, che riesce perfettamente a cogliere lo spirito del testo di partenza, anche grazie all'ottimo lavoro di un cast composto prevalentemente da giovani attori non professionisti.
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