Da Emergency a Medici senza frontiere, Ong in campo sul fronte della lotta al coronavirus
Da giorni sono impegnate con i loro operatori a partire dalla Lombardia, sulla prima linea del fronte della lotta al Covid 19.
di Andrea Gagliardi
3' di lettura
Sono state accusate di non dare una mano di fronte un'emergenza sanitaria senza precedenti, come quella del coronavirus in Italia. Ma le Ong, storicamente al fianco dei migranti e delle persone più vulnerabili, in realtà sono sul campo. E da Emergency a Medici senza frontiere (Msf), preferiscono rispondere con i fatti. Da giorni infatti sono impegnate con i loro operatori a partire dalla Lombardia, proprio sulla prima linea del fronte della lotta al Covid 19.
Msf in campo nel Lodigiano
Msf dal 9 marzo scorso sta operando negli ospedali del Lodigiano, dove si è sviluppato il primo focolaio dell'epidemia. «Abbiamo subito accolto la richiesta della Regione di intervenire a supporto dell'Azienda sanitaria di Lodi» dice Claudia Lodesani, infettivologa e presidente di Msf Italia, partita per Codogno dopo essere appena rientrata da una missione umanitaria ad Haiti. «In questo momento sono al lavoro nel Lodigiano 25 operatori di Msf tra medici, infermieri, logisti ed esperti nel controllo delle infezioni. Ma tutti i nostri operatori che non sono impegnati in missioni all'estero stanno dando il loro contributo in Italia, mettendosi a disposizione delle Aziende sanitarie del territorio».
Emergency a Bergamo per allestire un nuovo ospedale
Su richiesta della Regione Lombardia, Emergency ha iniziato a lavorare nella città di Bergamo, la provincia più colpita dall'epidemia di Covid–19.
Un team medico e logistico sta lavorando con AREU – Azienda Regionale Emergenza Urgenza – e la Sanità degli alpini per l'allestimento di un nuovo ospedale da campo completamente dedicato alla cura dei pazienti affetti da Covid–19. L’ospedale, che sarà allestito nella fiera di Bergamo, dovrebbe essere completamente operativo a partire dalla prossima settimana. Emergency sta collaborando alla progettazione della nuova struttura. Il team sarà composto da circa 20 persone tra medici, infermieri, fisioterapisti e logisti e gestirà direttamente il reparto di Terapia intensiva e sub-intensiva. «Stiamo mettendo in campo le nostre esperienze apprese in Sierra Leone durante l'epidemia di Ebola. Per farlo abbiamo richiamato alcuni dei nostri colleghi che lavoravano all'estero: stiamo cercando di fare la nostra parte in un momento così delicato per l'Italia» racconta Rossella Miccio, presidente di Emergency.
Intersos in prima linea a Roma e Foggia
Intersos è invece in prima linea a Roma e Foggia. Nella capitale ha avviato le sue attività martedì 17 marzo il team socio-sanitario messo in campo a Roma per offrire screening sanitari, assistenza e informativa sul COVID-19 a senza fissa dimora e ai più vulnerabili che vivono in insediamenti informali e occupazioni abitative. «Distribuiamo kit igienici e materiale informativo multilingue ed effettuiamo, con l'ambulatorio da campo, visite mediche, triage COVID-19 e orientamento socio-sanitario ai servizi» spiega Antonella Torchiaro, Referente Medico dell'Unità Mobile.
Prosegue le sue attività anche il team mobile medico a Foggia, con 524 persone assistite negli insediamenti informali in cui Intersos è operativa da due anni con servizio di medicina di prossimità. «È una popolazione da proteggere seriamente: per le carenze igienico-sanitarie che affrontano, per le situazioni abitative di emergenza in cui vivono, per le drammatiche condizioni lavorative, per le croniche difficoltà di accesso al sistema sanitario» sottolinea Alessandro Verona, Referente Medico dell'Unità Migrazione di Intersos.
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