Da Federlegno disponibilità a riprendere il negoziato sul contratto
Le imprese aspettano una risposta allo loro apertura al dialogo dal 22 febbraio, quando i sindacati hanno interrotto il negoziato unilateralmente e hanno proclamato lo sciopero
di Cristina Casadei
I punti chiave
3' di lettura
Per riprendere il negoziato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, Federlegnoarredo (Fla) è in attesa di una risposta alla richiesta di fare ripartire il tavolo che risale allo scorso 22 febbraio, quando i sindacati (Fillea, Filca e Feneal) hanno deciso di interrompere la trattativa.
I sindacati: riapertura tavolo o mobilitazione
Nelle scorse ore i sindacati hanno però rilanciato un comunicato in cui spiegano di aspettarsi «un gesto di responsabilità da parte di FederLegno e delle aziende associate, anche a fronte degli alti profitti registrati e di quelli attesi nel 2023». Come? «Riaprendo il tavolo di confronto con posizioni più equilibrate e giuste che riconoscano le ragioni della piattaforma avanzata da FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil», scrivono le tre organizzazioni di categoria. Nel frattempo dicono di voler proseguire la mobilitazione dopo lo sciopero delle scorse settimane, con l’obiettivo di difendere «il contratto collettivo, il giusto salario, il riconoscimento di diritti e formazione, confermando il blocco di tutte le prestazioni straordinarie e dell'istituto della flessibilità». Se entro il 31 maggio non vi saranno novità, i sindacati intendono fare partire nuove iniziative di mobilitazione.
La disponibilità delle imprese
Federlegno però constata «con un certo stupore che mentre le organizzazioni sindacali sono solerti e pronte nel convocare scioperi e darne comunicazione alla stampa, lo sono molto meno nel rispondere alla nostra richiesta - che risale addirittura al 22 febbraio scorso - di sedersi di nuovo al tavolo per riprendere la trattativa da dove gli stessi sindacati l’avevano interrotta». Le imprese ricordano agli addetti del settore che «ad alzarsi dal tavolo furono – in maniera unilaterale – proprio le Organizzazioni sindacali, quel 22 febbraio, annunciando contestualmente uno sciopero ad aprile che, è evidente, avessero già previsto a prescindere dall’esito dell’incontro. «E da quel giorno stiamo ancora attendendo una data per riprendere il confronto», dichiara Gianfranco Bellin, Presidente della Commissione Relazioni Industriali di FederlegnoArredo che ribadisce la disponibilità già espressa al proseguo delle trattative e rimane in attesa di disponibilità all’incontro da parte dei sindacati. Bellin rinnova così «pubblicamente l’invito a fornirci una data in cui programmare il proseguimento della trattativa durante la quale – a differenza di quanto sostenuto dai sindacati – non si è mai arrivati neanche a parlare di cifre, proprio per la brusca interruzione unilaterale».
La distanza tra le parti
Il contratto del settore che secondo i sindacati riguarda 200mila addetti è scaduto lo scorso 31 dicembre. Dato l’aumento dell’energia e l’inflazione del 2022 che hanno avuto un impatto forte su lavoratori e famiglie, Federlegnoarredo ha accelerato sulla trattativa, nonostante le difficoltà vissute a loro volta dalle imprese per lo shock energetico e l’aumento dei costi delle materie prime. Così, già lo scorso 23 novembre la Federazione si è presentata al tavolo con una proposta. In estrema sintesi ha detto ai sindacati che il sistema di recupero dell’inflazione - che nel settore copre l’Ipca pressoché completa, ma ex post -, va considerato scaduto col vecchio contratto. Di qui la proposta di congelamento di tutta la parte normativa per un periodo da definire con la controparte e poi la definizione, condivisa, di un sistema per dare una copertura economica relativa al 2022, fin da subito, evitando ai lavoratori i tempi lunghi del rinnovo classico. Una copertura compresa tra l’Ipca completa che è dell'8,7% e l’Ipca depurata dei costi energetici che è del 4,5%, in base anche alla durata del “congelamento”. Lo spirito della proposta delle imprese era dare una risposta subito sul fronte economico, in un settore che non è caratterizzato da trattative lampo, tant’è che nell’ultimo rinnovo il negoziato è andato avanti 18 mesi. La risposta dei sindacati, formalmente, è arrivata dopo 3 mesi di attesa, con un rilancio allegato. E cioè, bene la copertura economica relativa al 2022 da subito, ma va messa nero su bianco la conferma del vecchio sistema di recupero dell’inflazione completa ex post, alla ripresa del negoziato per il rinnovo. Data la risposta, per Federlegnoarredo l’unica via percorribile è diventata proseguire la trattativa con il metodo classico e con i tempi necessari a trovare un equilibrio complessivo. Lasciando in fondo la parte economica. Tutto questo soprattutto alla luce del fatto che sì, è vero che il settore ha aumentato il fatturato a due cifre nel 2022, ma ha avuto un aumento dei costi molto più alto che le imprese non hanno potuto scaricare sui listini. La risposta, lo scorso 22 febbraio è arrivata in una nota unitaria delle segreterie nazionali di FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil che hanno spiegato di «aver interrotto il negoziato a causa delle enormi distanze in materia salariale tra noi e la controparte e l’indisponibilità di quest’ultima a riconfermare il modello contrattuale consolidato dal 2016, che consente di recuperare in maniera più efficace il potere di acquisto per i lavoratori». Di qui la decisione di proclamare sciopero.
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